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La memoria intorno a noi: luoghi, parole e voci

Il progetto è nato dall'idea di rafforzare la coscienza civica degli studenti sulla Shoah, sulla Resistenza al nazifascismo e sul rispetto dei Diritti umani.

Il nostro lavoro si è sviluppato in tre ambiti di ricerca: la memoria testimoniata dal territorio di appartenenza; la memoria testimoniata nei diari dei perseguitati per motivi razziali e politici durante l’occupazione nazifascista; la memoria testimoniata dal racconto delle storie di vita di persone perseguitate.

Noi studenti abbiamo svolto in gruppi cooperativi ricerche sugli ambiti di indagine a noi assegnati e abbiamo redatto testi da usare per la registrazione delle puntate di un podcast. Infine, abbiamo allestito una mostra sulla ricerca svolta. Tutti i materiali sono visibili in questo sito.



Luoghi

Ad occuparsi dei luoghi della memoria sono stati i ragazzi dell' IIS Luigi Dell'Erba di Castellana Grotte, in provincia di Bari

IIS Luigi Dell'Erba foto di gruppo

Parole

Gli studenti dell' IIS Albert Einstein di Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, hanno scoperto le parole della memoria attraverso i diari di perseguitati razziali e politici.

IIS Einstein foto di gruppo

Voci

Il lavoro degli studenti del Liceo statale M.G. Agnesi di Merate, in provincia di Lecco, ha dato voce alle storie di vita di perseguitati e antifascisti locali.

Liceo Agnesi foto di gruppo

Personaggi e luoghi

I personaggi e i luoghi trattati nel nostro lavoro, simboli di resistenza e ribellione alle oppressioni nazifasciste.




Le parole

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Emanuele Arthom

Un partigiano e storico italiano. Dopo essere stato scoperto dalle SS italiane in qualità di partigiano, venne torturato ferocemente non solo perchè antifascista, ma anche per le sue origini ebraiche. Fu trasferito nel carcere di Torino, dove morì a causa delle violenze subite.

Silvia Grunfeld

Nata a Zagabria, nell’allora Jugoslavia, nel 1921 ha vissuto l'orrore e la deportazione durante la seconda guerra mondiale. In quanto ebrea nel dicembre 1943, con la famiglia, lascia Trieste, dove viveva, per rifugiarsi a Bellano e attraversare la frontiera Svizzera. Qui completa gli studi di interprete e nel gennaio del ‘46, finalmente rientra a casa, in una Trieste liberata.

Olga Lengyel

Olga Lengyel è nata nel 1908 a Cluj, la capitale della Transilvania (oggi in Romania) da una famiglia ebrea. Ha studiato medicina a Cluj, dove ha incontrato suo marito, il dottor Miklós Lengyel, con cui ebbe due figli. Insieme aprirono un sanatorio medico. Nel maggio del 1944, lei e i suoi genitori, il marito e i due figli furono costretti a salire su un vagone bestiame e deportati ad Auschwitz-Birkenau. Olga fu l'unico membro della sua famiglia a sopravvivere.

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Le voci

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Paolo Carpi

Paolo Carpi venne arrestato a 17 anni in quanto militante di un gruppo antifascista. Deportato nel campo di concentramento di Kamenz, venne ucciso con un’iniezione di fenolo il 25 febbraio 1945.

Antonio Bonfanti

Antonio Bonfanti, 42 anni, venne arrestato dai militi della RSI il 4 novembre 1944 con l’accusa di aiutare i partigiani. Deportato, morì il 25 gennaio 1945 nel campo di concentramento di Mauthausen.

Eccidio di Valaperta

il 3 gennaio 1945, incolpati della morte di un milite della RSI, vengono torturati e fucilati senza processo dalle Brigate Nere locali: Nazzaro Vitali (24 anni, di Bellano), Natale Beretta (25 anni, di Arcore), Gabriele Colombo (22 anni, di Arcore) e Mario Villa (23 anni, di Biassono).

I tre ragazzi della corte grande

Lino Brivio, Guido Panzeri e Giuseppe Villa, tutti e tre nati nel 1922 , furono arrestati come disertori il 9 maggio del 1944 e successivamente deportati in quanto si rifiutarono di arruolarsi nell’esercito della RSI. Guido e Giuseppe morirono per sfinimento nel campo di lavoro di Zöschen all’inizio di aprile del 1945. Non si hanno documenti della morte di Lino, deportato a Buchenwald nel febbraio del '45.

Sacerdoti ribelli per amore

Don Natale Basilico e don Riccardo Corti furono due sacerdoti “ribelli per amore”, che protessero la popolazione locale dalle violenze dei nazifascisti. Arrestato l’11 ottobre 1943, don Riccardo Corti fu deportato nel campo di Kaisbeim, da cui venne rilasciato nel febbraio 1945.

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I luoghi

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Radio Bari

Nel 1943 Radio Bari è la prima radio liberata d’Italia, ma era stata l’EIAR (l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche figlio dal regime, la Rai prima della Rai) a crearla sedici anni prima, nel 1927, a potenziarla e a servirsene come canale privilegiato di comunicazione e propaganda verso il Medioriente. Con l’arrivo degli Alleati, diventa invece uno dei principali strumenti della Resistenza italiana.

La casa rossa di Alberobello

Situata a 5km da Alberobello, in una aperta campagna collinare, la casa rossa, era una masseria a 2 piani, oggi abbandonata, e usata fino allo scoppio della II Guerra mondiale come scuola agraria. In seguito divenne un campo di internamento per i sudditi dei paesi ostili, ebrei compresi. Essa è chiamata così per una sua peculiare caratteristica, ossia la verniciaura rossa del suo rivestimento. Essa fu verniciata per mimetizzarla dai possibili bombardamenti della II Guerra mondiale.

Teatro Piccinni

Il teatro Piccinni fu inaugurato nel 1854. Esso ha una marcata identità di luogo della memoria, poichè fu luogo di riunione per i partiti antifascisti che gettarono le fondamenta per il futuro di una nuova Italia democratica e costituzionale. In esso si tenne anche il congresso di Bari, tenutosi per la celebrazione della fine del fascismo e delle oppressioni dittatoriali.

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