UNA VITA A 2X. La Socialità di Moto Uniformemente Accelerato
Un mondo troppo veloce
Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti. Non solo economici, tecnologici, energetici e geopolitici, come stiamo tristemente assistendo negli ultimi mesi. Viviamo, soprattutto, in un’era di importantissimi cambiamenti sociali. Sono lenti, graduali, silenziosi e dagli scopi sinistri. Non ce ne rendiamo conto, poiché radicati nel nostro quotidiano al punto da passare inosservati.
Tra queste mutazioni ce n’è una su cui vorrei far vertere questa breve riflessione, messa in risalto anche da un video di Geopop, che suggerisco caldamente di visualizzare per intero:
Si tratta di un sottile, ma simbolico, aggiornamento che è giunto ormai tempo fa sui cellulari di ciascuno di noi: la riproduzione dei messaggi vocali, e dei video, a velocità doppia. Può sembrare ridicolo, superficiale ma si tratta della manifestazione di come la nostra società stia vivendo una costante accelerazione dei ritmi di vita. Di quanto il tempo sia diventato la risorsa più preziosa, e più scarsa, e di come ciascuno di noi sia vittima di un flusso di informazioni talmente denso e veloce da necessitare della “salvifica” riproduzione a 2x.
Come si è giunti a tanto?
Il primo segnale di questo inserimento di una marcia in più nella vita umana è osservabile nel modo in cui si stanno evolvendo la gran parte delle lingue del mondo, a partire dalla seconda rivoluzione industriale ad oggi. A noi tutti sarà capitato, magari a casa delle nostre nonne, di ascoltare quelle telenovele dove si usano termini e strutture linguistiche che mai al giorno d’oggi sarebbe concepibile impiegare nella nostra vita sociale. Insomma: “tutto fumo e niente arrosto”; così verrebbero definiti. Ebbene la lingua, un tempo alta manifestazione intellettuale dalla straordinaria bellezza, si è ridotta a uno sterile strumento necessario a far circolare l’informazione il più veloce possibile. Una frase ricca di vocaboli e numerosi sinonimi si è ridotta a soli tecnicismi dal denso significato intrinseco, preceduti e succeduti da qualche connettivo logico per regalare al cervello quel poco di tempo che gli basta per distinguerli l’uno dall’altro. Ciò che un tempo si sarebbe detto essere “un rigoglioso fiore traboccante di numerosi e brillanti petali rosso sangue” oggi è detto “rossissima rosa petalosa”. Tale impoverimento è osservabile anche, e soprattutto, nella vita politica di tutti i giorni, dove non si espongono più concetti con gloriosi discorsi per smuovere le masse ma con monologhi saturi di numeri, articoli legislativi e nomi che riassumono tematiche vastissime, spesso anche complesse e sfumate.
Qual è l’hobby di una società accelerata?
Sebbene viviamo in un mondo variegato, ricco di culture e tradizioni e che ha subito immensi cambiamenti nel corso del tempo, vi è un desiderio che accomuna, e che ha sempre accomunato, tutti noi uomini. Un vuoto interiore che, sin dall’età della pietra, non è mai stato colmato. Esso è il principe degli hobby, l’incarnazione di tutto ciò che veramente stuzzica il nostro interesse e la nostra curiosità come specie: l’amore per le storie. Dai più minuscoli e insignificanti pettegolezzi ai colossali scandali del gossip. Dai conflitti tra conoscenti, agli animati dibattiti politici; dai racconti di vita dei grandi uomini della storia, agli incredibili viaggi di personaggi fantastici.
Come insegna il celebre autore J.R.R. Tolkien, che con i propri romanzi ha segnato la letteratura del ventesimo secolo: “A parlare delle cose belle e dei giorni lieti si fa in fretta, e non è che interessi molto ascoltare; invece da cose gravose, emozionanti o addirittura spaventose si può trarre una buona storia, o comunque un lungo racconto”. La scrittura quindi è stata per molto tempo il mezzo che concedeva di portare i racconti nelle case delle famiglie di tutto il mondo, senza che queste dovessero muoversi verso colossei, teatri e, grazie all’invenzione dei fratelli Lumière, nelle grandi sale dei cinema. I libri erano il mezzo ideale per colmare il bisogno di storie.
In una società dai ritmi accelerati come la nostra, tuttavia, l’avvento della televisione ha stroncato la passione verso questo strumento: è meglio vedersi un film di Harry Potter in due ore e mezza, magari anche a 1,25x, comodi, seduti su un divano, pranzando o cenando, piuttosto che leggersi un romanzo in quasi il doppio del tempo. Leggere, oltretutto, è un’attività che ha sempre messo sotto stress il nostro cervello. Prevede numerosi passaggi di raccolta, estrapolazione ed elaborazione dati per cui la mente non è progettata, ma solo abituata dalla più tenera età. La televisione, invece, copre ben due sensi su cinque, rendendone l’interpretazione assai più facile e veloce.
Quale maggiore cambiamento stiamo vivendo oggi?
Oggi i più giovani si sentono più grandi. Hanno tutto ciò che c’è da sapere nel palmo di una mano sin da pochi anni di età. Vedono, sia in queste scatole magiche che tutto intorno a loro, un mondo che viaggia tanto velocemente da far desiderare in tempi immediati ciò che li circonda. Tale desiderio, e suo successivo appagamento, si vede nelle discoteche, o in giro per le città: ragazze giovanissime che si aggirano con trucchi ed indumenti non adeguati alla loro età. Ragazzi con atteggiamenti e strumenti, come ad esempio le sigarette, appartenenti e giustificabili in fasi della crescita ben più avanzate. Bambini nascosti dietro agli schermi di cellulari e tablet per farli stare in silenzio mentre l’essere genitore è eclissato dall’essere tra amici, in pace, a godersi una serata.
L’incarnazione del cambiamento
Ebbene, quando scrivere messaggi su whatsapp è diventato troppo lungo, troppo complicato, e si è passati alla possibilità di registrare tracce audio, oggi, quello stesso strumento che assecondava la pigrizia delle nostre menti, si è fatto più lesto, capace di offrire un pacchetto supercondensato che spetta solo alla nostra mente, al nostro bisogno, filtrare e ottimizzare.
E’ innegabile che questi gadget multimediali siano utili per rendere più dinamica, essenziale ed efficace la circolazione di dati e informazioni ma, se introdotti così subdolamente nella nostra quotidianità, non rischiano di farci perdere un po’ della nostra umanità? Non corriamo il rischio di perdere quei silenzi, quei momenti di pausa di cui la nostra mente ha bisogno? Di quell’istante in cui il pistone ha bisogno di rilassarsi prima di esser nuovamente sbalzato via dallo scoppio? Il rischio di diventare ancora meno produttivi ed efficaci è reale. Sul lungo periodo, su un’aspettativa di vita di ottant’anni, non può essere lenitiva una così eccessiva velocità? Forse è opportuno riflettere su questi temi, piuttosto che seguire il corso di questa piena che ci ha travolti e fare finta che non esistano. Forse è meglio cominciare a rallentare, a smettere di vivere in un mondo che offre contenuti sempre più scarsi e superficiali, venendo continuamente travolti da notizie che non incarnano affatto i problemi del mondo o talmente condensate, storpiate, e manipolate da non offrire né gli spunti né il tempo per farne un nostro pensiero.
“Tra l’altro faremo anche l’Amore a 2x”
Andrea Moccia
Alessio Sala