UN DIVERSO STRIKE FOR FUTURE. Con Lorenzo Mattia davanti all’Einstein per il nostro futuro
Venerdì 15 marzo, mentre molti suoi compagni scendevano in piazza a Monza e a Milano per il #GLOBALSTRIKEFORFUTURE, Lorenzo Mattia, diciottenne della 4^I Biotecnologie Ambientali, si sedeva su un tappeto accanto all’ingresso della sua scuola, l’IIS EINSTEIN, e lì, esponendo alcuni cartelli sul clima, passava la mattina dialogando con chiunque lo avvicinasse, svolgendo opera di sensibilizzazione e di informazione ambientale. Colpiti dalla sua scelta coraggiosa, gli abbiamo chiesto di parlarcene. Ecco cosa ci ha raccontato…
Eccoci qua, giunti alla fine di questa giornata scolastica, e di conseguenza alla fine dello sciopero.
Come hanno avuto modo di vedere studenti, insegnanti e personale della mia scuola, oggi ho optato per un ritorno alle origini. Infatti, non ero presente ai cortei di Monza e Milano, ma ho deciso di sostenere la causa ambientalista in un altro modo. Dal momento che, oltre a far sentire ai governi che noi giovani vogliamo dare centralità al grave problema dei cambiamenti climatici, lo scopo della manifestazione è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, oggi ho fatto ciò che fece per la prima volta il 20 agosto 2018 l’attivista svedese Greta Thunberg: armato di un cartello realizzato sul fondo di una scatola riutilizzata, di due fogli e di un vecchio tappeto, non ho frequentato le lezioni ma mi sono seduto davanti alla mia scuola, e lì sono stato nell’orario di frequenza, ovvero dalle 8 alle 16. Diciamo che non ho fatto esattamente la stessa cosa di Greta, lei si era messa davanti al parlamento per farsi sentire direttamente dal Governo del suo Paese. Io invece ho pensato: dato che i giovani sono il futuro, coloro che devono acquisire consapevolezza della situazione, quale posto migliore dell’ingresso scuola, luogo in cui passiamo quasi un terzo delle nostre giornate?
Nonostante lo sperassi, non mi aspettavo che questo mio gesto avesse tanto seguito. Invece in queste 8 ore ho ricevuto la vicinanza di molte persone della mia scuola: ragazzi, collaboratori scolastici e anche insegnanti. Alcuni alunni e alunne di prima hanno contribuito esponendo all’ingresso della scuola, dove ero posizionato, cartelloni disegnati da loro. In particolare, Cristian Chirinciuc e Marco De Martino della 1^R sono rimasti con me nei tempi consentiti dalle lezioni in corso nella loro classe. Oltre a loro, molti alunni si sono fermati a farmi domande e a parlare. Questo significa aver colto l’obiettivo: dare, a chi non ha scioperato nelle piazze di Milano e Monza, l’idea e la consapevolezza dei motivi di questo sciopero. Portare nella scuola il messaggio di allarme. Ed è dai giovani che questo messaggio d’allarme deve partire. Dobbiamo farci sentire dai governi perché il tempo per rimediare ai danni fatti è ancora poco, prima che la situazione non sia più sotto controllo. E spero che tutti i ragazzi che si sono fermati questo l’abbiano capito, ne sono fiducioso.
Ci vogliono soprattutto finanziamenti e investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili, perché la nostra energia proviene ancora in maggior parte dal petrolio, e le emissioni di gas serra (oltre alle emissioni di gas inquinanti, come il PM10) sono provocate soprattutto dalla produzione di elettricità. Viviamo in un paese geograficamente in una posizione fortunata, e abbiamo un potenziale enorme per quanto riguarda l’energia che possiamo ricavare dal sole (solare, fotovoltaico) e dai nostri corsi d’acqua (idroelettrico). Eppure si continua a bruciare petrolio e carbone, perché il problema non è abbastanza sentito e si pensa che abbia conseguenze a lungo termine, quando invece i prossimi 50 anni, forse meno, saranno quelli decisivi. Oltre 200 specie ogni giorno si estinguono, stiamo vivendo la sesta estinzione di massa. E la prossima specie a estinguersi potrebbe essere la nostra. Ogni 5 secondi muore una persona per l’inquinamento (fonte ONU). Tutto questo per colpa principalmente dell’attività antropica.
Greta Thunberg lo scorso novembre nel suo discorso al TEDx di Stoccolma disse: “Non dovreste leggere o sentire altro, quasi fosse in corso una guerra mondiale. Ma nessuno ne parlava, mai”. Questa frase l’ho scritta in uno dei fogli che ho esposto durante lo sciopero, perché riassume il motivo per cui ci dobbiamo mobilitare: è necessario un cambiamento radicale delle priorità.
E questo cambiamento di priorità deve coinvolgere anche noi nella vita di tutti i giorni. Dobbiamo renderci conto che ognuno di noi ha un’impronta inquinante sul sistema, e che dobbiamo cercare di ridurla al massimo, agendo in prima persona sulle nostre abitudini quotidiane. Cambiare la nostra alimentazione, gestire responsabilmente i rifiuti, ottimizzare gli spostamenti utilizzando di più trasporti pubblici e bici, migliorare l’efficienza delle nostre auto, il cui utilizzo va ponderato in base a una reale necessità. Il successo di questa giornata porta molto ottimismo: significa che ai giovani interessa la salute del nostro pianeta, perché le conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici saremo noi giovani a pagarle. L’augurio è che l’interesse dimostrato oggi venga mantenuto sia dai cittadini che dai politici e che non si riduca a un’ondata di entusiasmo, ma diventi un impegno quotidiano per salvare la nostra Grande Casa.
Grazie ancora a nome mio e a nome del Pianeta Terra. Lorenzo Mattia
Grazie a Lorenzo e a tutti coloro che si sono impegnati per il Pianeta Terra anche a nome di Click!