THE LOVE WITCH. La moderna caccia alle streghe
The Love Witch è un film horror/commedia del 2016, scritto e diretto dalla regista Anna Biller e ispirato allo stile technicolor degli anni 60.
La protagonista, Elaine, è una giovane strega che si è appena trasferita in una piccola cittadina della California nella speranza di trovare l’amore. Per sedurre e ammaliare gli uomini utilizza filtri magici e incantesimi, rendendoli completamente dipendenti da lei. Quando però Elaine si rende conto che questi uomini non sono quelli che credeva, se ne libera uccidendoli. La ricerca dell’amore è per lei un’ossessione talmente radicata da trasformarla, dunque, in un’inconsapevole serial killer.
Se durante una prima visione il film può sembrare confusionario, con svolte assurde e incomprensibili, con uno sguardo più attento si riescono a comprendere le metafore che si celano dietro ogni scena.
Infatti, Elaine altro non è che l’impersonificazione del prodotto di una società misogina.
La strega è convinta che per ottenere quello che desidera debba essere devota al genere maschile, cercandone continuamente l’approvazione. La sua sottomissione è dovuta al fatto che nella vita non è mai stata una persona autonoma, ma è passata dall’essere succube del padre a esserlo del primo marito. L’amore, infatti, viene da lei confuso con il desiderio di sentirsi finalmente rispettata come donna da un uomo.
Il mondo della stregoneria, al contrario, è un’allusione alla consapevolezza della sessualità femminile che spesso spaventa e mette in soggezione. Questa caratteristica della protagonista viene vista estremamente male dai suoi concittadini, tanto che, al grido di “Burn the witch!”, tentano uno stupro di gruppo per riappropriarsi del controllo patriarcale che la ragazza, uccidendo gli uomini con suoi poteri, ha eliminato.
La simbologia occulta, i colori, i dipinti e gli abiti sono elementi fondamentali che creano un ambiente pieno di significati nascosti.
Il film in generale è molto spinto, esplicito e crudo, ma senza risultare mai volgare. Questa critica moderna alla società patriarcale riesce a costruire un ponte tra lo spettatore e la protagonista, formando un legame tra la follia del mondo di Elaine e la realtà della nostra vita quotidiana.
Irene Soglio