THE BOYS: i super(anti)eroi dei nostri giorni
L’immagine del supereroe che ci viene mostrata in quasi tutti i film e le serie tv supereroistiche, che da ormai alcuni anni hanno acquisito sempre più importanza nel mondo dell’intrattenimento, è quella dell’eroe puro e senza macchia, ovviamente in grado di sbagliare, ma che sa sempre come rialzarsi per riuscire a far trionfare il bene sul male.
Per comprendere a pieno la serie tv “The Boys”, distribuita da Amazon, che traspone l’omonima serie supereroistica a fumetti di Garth Ennis e Darick Robertson, bisogna prendere questo stereotipo a cui siamo stati abituati ed eliminarlo completamente, per lasciare spazio a un mondo molto più realistico di supereroi che di eroico hanno ben poco.
L’idea alla base della serie, oltre a quella di parodiare i più famosi supereroi come Superman, Flash o Aquaman, è quella di mostrare alcune dinamiche sbagliate molto presenti nella nostra società e radicate nell’animo umano, soprattutto utilizzando “I Sette”, il gruppo di super più famoso e importante, sotto contratto con l’azienda “Vought” che si occupa di assegnare loro i compiti, di preparare i loro discorsi, di produrre i film promozionali e del marketing in generale. Non importa degli abusi di potere, della corruzione, dei vizi o di qualsiasi azione compiano i super, l’unica cosa che conta è che il pubblico li consideri degli eroi, facendo emergere così quanto la reputazione sia più importante di quello che si è realmente.
La ricerca di vendetta da parte di una delle numerose vittime, offesa per la morte della sua ragazza, causata da un super, è l’elemento scatenante che convince Hugie, dopo l’incontro con l’ex-agente Billy Butcher, a rifondare il gruppo dei “The Boys”, con l’obiettivo di mostrare ai cittadini il lato più immorale degli eroi che tanto acclamano.
Nonostante le intenzioni dei “The Boys” siano buone, i loro metodi non lo sono affatto: anzi, fin da subito si ritrovano a compiere le stesse azioni che tanto odiano vedere nei super, dai ricatti agli omicidi, considerando i loro comportamenti giusti in quanto rivolti solo nei confronti dei super, che per il solo fatto di avere dei superpoteri vengono discriminati.
La serie trova la sua forza principale nei personaggi, sviluppati al meglio e con una caratteristica che li differenzia da quelli a cui siamo abituati e che li rende molto più realistici: non esistono personaggi completamente buoni né completamente cattivi. Questa caratteristica vale tanto per i super quanto per i Boys e viene accentuata dalle ottime interpretazioni, tra cui spicca la performance di Antony Starr nei panni di Patriota, la rivisitazione di Superman e leader dei Sette.
Altro punto a favore è la facilità con cui riesce a trattare di temi molto attuali in ambito sociale e politico, come quello delle molestie sessuali, utilizzando ad esempio una supereroina appena entrata a far parte dei Sette che fin dalla prima puntata deve abituarsi a questo nuovo mondo in cui gli abusi di potere sono all’ordine del giorno. Non mancano inoltre le denunce alla sfera religiosa, affrontata sempre con una comicità politicamente scorretta e che sfocia anche in scene splatter nel corso delle 8 puntate per ora disponibili e che compongono la prima stagione.
Samuel Venturini