TACHYCHRONIA. Il ritmo della vita oggi
Lo stile di vita rappresenta un certo modo di affrontare la realtà e la quotidianità di una persona, i suoi atteggiamenti e le sue regole, interessi e opinioni. Questo tipo di atteggiamento è indissolubilmente legato al tempo in cui si vive.
L’uomo della modernità differisce dall’uomo di diversi secoli fa per molti aspetti, ma ce n’è uno che troppo spesso sottovalutiamo e che invece è fondamentale: la velocità del ritmo della sua vita, che supera molte volte la velocità di quella del suo predecessore. L’accelerazione in qualsiasi area della vita appare come lo slogan dell’ultima generazione.
Le persone del nostro tempo possono fare più cose in meno tempo. Non è perfetto? Molte persone hanno questa opinione, ma per me, personalmente, un eccessivo aumento del ritmo della vita non va sempre a beneficio dell’umanità. Certo, non posso negare gli aspetti positivi di questo fenomeno. Ad esempio, gli aerei e le comunicazioni cellulari hanno contribuito in larga misura a semplificare i nostri contatti e continuano ad aiutare l’umanità. Supponiamo che io fossi nata qualche secolo fa: per comunicare con i miei amici avrei dovuto aspettare mesi per avere tra le mani una lettera da loro, ora in un attimo posso ricevere una risposta da persone da me lontane.
Insieme alla crescente velocità dei nostri ritmi, è arrivato un aumento delle informazioni consumate da una persona al giorno, la cui quantità è diventata essenzialmente l’unità di misura del ritmo della vita umana. Supponiamo che in precedenza nel campo percettivo di una persona apparissero quotidianamente da 2 a 5 notizie. Ora, soprattutto in conseguenza dell’esacerbazione della situazione legata alla pandemia da coronavirus, il numero di notizie è aumentato più volte. Ogni evento che accade nel mondo crea per un breve periodo di tempo una sorta di squilibrio nella vita. La società moderna è instabile per quanto riguarda il sovraccarico della quantità di informazioni prodotte, costringendo un individuo a dover affrontare ogni giorno un numero crescente di decisioni. E questo costante limbo della personalità porta, a mio parere, a una violazione dell’equilibrio interiore e alla perdita del rapporto reale tra il ritmo della vita e il senso interiore del tempo.
Ciò che accade nell’equilibrio della rappresentazione temporale può essere verificato con l’aiuto di un piccolo esperimento, per svolgere il quale è necessario solo far partire un cronometro, voltarsi, contare fino a un minuto e, dopo un minuto stimato, girarsi nella direzione del cronometro e confrontare i risultati ottenuti. Lo scopo di tale studio è determinare in una persona la percezione ritardata del tempo, detta bradychronia, o la sensazione opposta, la tachychronia, che è l’esperienza di un flusso più rapido del tempo.
Dopo aver provato questo esperimento su me stessa, ho scoperto che il mio orologio interno è un po’ ritardato rispetto al tempo nello spazio. Ma non tutte le persone sulla terra sono come me, esistono anche i miei opposti, persone con un senso accelerato del tempo. Tali personalità si incontrano costantemente: autisti nel traffico che suonano nervosamente alle macchine di fronte a loro; persone che aspettano con insofferenza il loro turno alla cassa del negozio; passanti in metropolitana che ti investono su una scala mobile. Tali situazioni causano tensioni che in alcuni casi persino possono trasformarsi in rabbia. Il lento funzionamento degli algoritmi o le persone inibite ci fanno letteralmente impazzire, perdiamo la pazienza e iniziamo a reagire troppo bruscamente. E poi tutto si ripete ancora, e ancora, e ancora. Siamo come gli eroi del popolare “Ricomincio da capo”, bloccati in una serie di eventi fastidiosi, diventando giorno dopo giorno sempre più impulsivi.
Come dovremmo reagire a tali incidenti? Non possiedo una chiara risposta a questa domanda, ma posso suggerire l’introduzione e la promozione di uno stile di vita più misurato con una certa riduzione dell’uso dei social network. Secondo me, le persone dovrebbero trascorrere più tempo nella realtà, interagendo con persone reali, vedendole dal vivo. L’umanità non deve diventare schiava del progresso. Tutti i nuovi meccanismi, i cosiddetti facilitatori della vita, non dovrebbero condurre a un’esistenza più ricca di eventi memorabili. Mi sembra che una persona dovrebbe, in una certa misura, tornare indietro nella storia e trarre dai suoi antenati la verità del presente della vita, della vita nel momento, della vita nel qui e ora. E in questo caso, non saranno poi così terribili i download lenti di pagine su Internet o i passanti che camminano lentamente lungo il marciapiede; la vita avrà un significato splendido.
Burilicheva Stefaniia