STAND BY ME, di Stephen King – LETTERA A CHRIS
Caro Chris,
una lettera come questa dovrebbe cominciare con un “Come stai?”, anche se in realtà lo so come stai: ci siamo visti settimana scorsa e in questi anni ci siamo detti tutto sulla nostra vita, sui nostri problemi, sui nostri traguardi.
Ma forse sento di non averti sempre detto tutto come avrei voluto, ad esempio non ti ho mai detto a parole cosa tu significhi per me, anche se spero di averlo dimostrato con i fatti. Ed è proprio quello che voglio fare in questa lettera, perché, come già sai, le cose più importanti sono quelle più difficili da dire. Allora forse è meglio scriverla che mi viene più facile… Ah, e non parliamo dal vivo di questa cosa: mi basta che tu la legga, che tu sappia quello che vale la nostra amicizia per me!
Sai, qualche tempo fa ripensavo a quando ci siamo avvicinati di più, insomma, in quale momento ho realizzato che la nostra amicizia era la cosa più importante che avevo. La mia mente mi ha subito rimandato a quella avventura di due giorni con Teddy e Vern, quando eravamo su per giù dodicenni o tredicenni. Sono sicuro che te la ricordi. Ancora mi chiedo cosa ci fosse saltato in mente. Chi diavolo si mette ad inseguire un morto?
Beh, forse accettai di farlo perché avevo bisogno di evadere dai miei problemi, che per un dodicenne erano già troppo grandi, e quindi il mio unico modo per staccare era quello. Quindi non me ne pento, anzi, è stata una delle poche cose che non rimpiango di aver fatto in vita mia.
Ricordi quando decidemmo di camminare sul ponte ferroviario? Quel ponte non ci avrebbe dato possibilità di scostarci nel caso fosse arrivato un treno, poi alla fine il treno è arrivato! Ho ancora impressa nella mente la faccia di Vern, chissà se è riuscito a trovare la felicità…
E quella volta che venni rincorso da quel cane? Il padrone era su tutte le furie e ce ne disse di ogni, specialmente a Teddy, era riuscito a toccare delle ferite che per lui erano ancora aperte: chissà se ora riesce a convivere con i suoi mostri.
Io per stemperare la paura non facevo altro che raccontare i miei soliti aneddoti, come quello della gara di torte. Vabbè, proprio ora sto mangiando dei mirtilli, evito di scendere nei dettagli.
Nonostante tutto, è stata l’esperienza più bella della mia vita, con gli amici più importanti della mia vita. Ricordo che quando tornammo indietro mi sembrava di lasciare casa mia, avrei voluto cercare cadaveri ancora per un po’, non per tanto, solo per avere il tempo di evadere dai pensieri che mi opprimevano. E’ stato lì che ho capito che il nostro legame era più forte di quanto pensavo: vali davvero tanto per me, Chris, non dimenticartelo, per favore. Ti voglio bene.
Il tuo amico Gordon.
Monica Lombardi