SIDDAHARTA e la ricerca della pace
Un altro consiglio di lettura per questi tempi difficili. Un racconto che si rivolge direttamente al nostro spirito. Un concentrato di esperienze e dottrine verso cui porsi, soprattutto oggi, in ascolto.
“Siddharta è colui che cerca. Colui che non si ferma alla superficialità delle cose, ma che le vive e le capisce fino in fondo”.
Scritto da Hermann Hesse nei primi del novecento, “Siddharta” è un testo che percorre in pochissime pagine la vita di un Esploratore. Un uomo di fede che, sin dalla più tenera età, è sempre stato alla ricerca della Pace Interiore e della comprensione del proprio Io. Ha viaggiato e imparato ogni volta che è andato alla ricerca di una nuova filosofia di vita. Si è imbattuto in innumerevoli dottrine e tecniche per trovare la pace, perfino in quella di Gotama Buddha, Il Sublime.
Con grande attenzione e meticolosità ha ascoltato le parole del supremo, senza però comprenderne appieno il loro significato. “A lungo e con molta attenzione vi ho ascoltato o Sommo Buddha, ma ancora adesso non mi è chiaro come voi siate riuscito tramite la vostra dottrina a trovare la Pace Interiore. A silenziare ogni altra voce della vostra anima e di ascoltare il vostro Io interiore”, chiede Siddharta una notte al più grande dei maestri. “Sono felice che tu mi ponga questa domanda, ragazzo. Tuttavia non posso darti una risposta. Io posso soltanto dirti come sono giunto a questo punto. Quale via ho dovuto percorrere e quali selve oscure ho dovuto attraversare, ma l’unico modo che tu hai per raggiungere la mia medesima Illuminazione è ripercorrere tu stesso i miei passi. Per capire devi vivere e affrontare gli stessi demoni in cui mi sono imbattuto”, risponde Il Sublime al ragazzo.
Ha così inizio il cammino di Siddharta. Non un cammino nella spiritualità e nell’astrattezza delle cose, ma nella loro concretezza e materialità.
Dopo un lungo viaggio raggiunge il mondo civilizzato abitato da uomini-bambino (così li definisce lui). “Costoro sono attratti dalle cose materiali come le mosche dal miele e trovano in esse piaceri effimeri e volatili”, spiega il protagonista, provando una certa riluttanza nei loro confronti. Qui conosce tuttavia Kamala, una giovane donna di cui si affeziona profondamente. Per lei passa dalla povertà assoluta alla ricchezza, divenendo compagno di un ricco mercante indiano di nome Kamaswami. Nel regno degli uomini conosce ricchezza e passione. Le sperimenta anche ma, grazie alla sua istruzione metafisica ed elevatezza spirituale, è in grado di non farsi sopraffare.
Trascorre gran parte della sua vita in quel luogo, quasi vent’anni. Con il tempo però, nonostante la grandezza di spirito di Siddharta, il male supremo penetra nel suo Io, corrompendo la sua anima e conducendolo alla pazzia. Il peccato e il demone dell’Avidità s’impossessano del suo essere, conducendolo a una folle ricerca della ricchezza. A differenza di molti, non cade in disgrazia economica, bensì in una peggiore: quella psicologica. Nonostante non perda molti beni al gioco, ne vuole sempre di più e ogni volta brama possedimenti sempre più grandi: uno, due, tre… quattro giardini privati, di cui tuttavia non se ne fa nulla.
Una notte, sdraiato a guardare il cielo in uno di questi giardini affianco a Kamala, si rende conto che nella vita ha provato ogni strada, ogni via, ogni sentiero per il raggiungimento della Pace, ma nessuno lo ha mai condotto alla Salvezza. Con quell’ultima avventura ha consumato sé stesso, la sua vita.
Così, preso da un impulso, abbandona tutto, perfino la sua dolce Kamala. Torna a un fiume che in giovane età aveva attraversato per raggiungere la città, paragonando la vita che ha trascorso alla sua acqua, ormai al termine del suo percorso. Tenta il suicidio come ultima esperienza, pensando di poter così raggiungere la pace e silenziare il suo Io.
Ѐ in quell’istante tra la vita e la morte che ha l’Illuminazione. Ѐ allora che le parole che gli aveva rivolto il Sommo Buddha tempo prima gli diventano chiare. Comprende quanto la vita e la portata dei suoi sensi siano elementi effimeri e volatili. Un’invenzione della mente umana. Essi conducono solo in disgrazia e nel caos, proprio come era successo sia a lui che a Gotama. Diventa così il piccolo Buddha.
Siddharta è molto più di un libro. Si tratta di un’autentica lezione di vita; un concentrato di esperienze e dottrine da cui noi tutti dovremmo imparare. Non mi addentro in ulteriori dettagli: come Gotama Buddha, lascio che siate voi stessi a scoprire la grandiosità di questo libro…
Alessio Sala