Ritratto di PIERINO BERTOIA, bisnonno partigiano. Viaggio nella memoria con l’ANPI e il prof Castoldi, nipote di Salvatore Principato
Venerdì 8 aprile presso l’auditorium della biblioteca di Vimercate è avvenuto un incontro importante, di quelli rari e preziosi. Già l’occasione in sé era da non perdere: grazie all’invito dell’ANPI di Vimercate, il prof. Massimo Castoldi dell’Università di Pavia ci ha descritto la vita scolastica e l’insegnamento ai tempi del fascismo, ha poi parlato di censura e di episodi legati alla vita di suo nonno, il maestro Salvatore Principato, antifascista fucilato a Milano in piazzale Loreto il 10 agosto 1944.
In aggiunta a ciò, alcuni studenti dell’Einstein hanno avuto modo di presentare all’ANPI e al prof Castoldi una serie di attività legate all’antifascismo. I ragazzi della 4Q, accompagnati dai proff. Tresoldi e Franco, hanno moderato l’incontro e mostrato dei video realizzati su Salvatore Principato e i partigiani vimercatesi, quelli della 2R e due ragazzi della 2Q, Lorenzo Roncaglia e Gaia Mauri, accompagnati dai proff. Meroni, Carnì, Saini e Imperatore, hanno parlato di un progetto artistico e di una performance legati alla resistenza.
Infine, alcuni studenti della 5N, accompagnati dalla prof.ssa Favuzza, hanno realizzato un’intervista al prof Castoldi e un video dell’evento per la radio dell’Istituto.
Dicevamo che già questo sarebbe bastato a rendere la giornata significativa. Ma poi è avvenuto qualcosa di speciale, un momento che, siamo sicuri, resterà sempre nella memoria dei suoi protagonisti. Stiamo parlando del momento in cui Daniele Donadoni della 2R ha raccontato la storia di suo bisnonno, Pierino Bertoia, antifascista e partigiano milanese, un uomo dalla vita straordinaria.
Arrestato per antifascismo nel 1927 e mandato in confino a Ustica, Bertoia verrà arrestato ancora nel 1943 e nel 1945, ricevendo pure una condanna a morte che per fortuna la Liberazione impedì venisse eseguita… Nel frattempo, era stato capitano della Terza Brigata Garibaldi e, tra le altre cose, aveva protetto molti antifascisti e aveva stampato un foglio clandestino Comunista a Mantova.
E lì, mentre Daniele parlava, è avvenuta la magia. Due nipoti di due eroi dell’antifascismo e della lotta partigiana si sono incontrati e hanno parlato dei propri nonni davanti ai nostri occhi. Da una parte il prof. Massimo Castoldi, nipote di Salvatore Principato, dall’altra Daniele Donadoni, pronipote di Pierino Bertoia.
Poi, mentre teneva tra le mani un ritratto di Pierino Bertoia disegnato nel 1943 nel carcere di San Vittore da un suo misterioso compagno di cella, il prof Castoldi ha lanciato la proposta di approfondire la ricerca storica su Pierino Bertoia…
Non neghiamo la nostra commozione davanti a ciò a cui abbiamo assistito.
Chiudiamo questo resoconto riportando il discorso di Daniele Donadoni, per permettere a tutti di conoscere meglio la storia di suo bisnonno partigiano. Buona lettura e buon 25 aprile!
Discorso di DANIELE
Buon pomeriggio a tutti, siamo qui riuniti oggi per parlare di umili persone che, nel loro piccolo, hanno fatto la storia per creare il mondo che conosciamo oggi.
Come il professore Massimo Castoldi, anch’io parlerò di partigiani e, in particolare, partigiani legati ai nostri passati. Come abbiamo visto, il nonno di Massimo Castoldi era un partigiano, Salvatore Principato. Oltre a lui, oggi scopriremo anche chi era il mio bisnonno, Pierino Bertoia, nato a Milano il 23 marzo 1906.
Per cominciare, vorrei mostrare a tutti quanti diverse foto di Bertoia. In primis, quella che lo ritrae nella pagina di giornale che annuncia il suo funerale.
Questo articolo, pubblicato dall’Avanti nel 1975, parla in maniera molto sintetica di cosa egli ha fatto. Si parla di come lui sia stato incarcerato diverse volte, almeno nel 1927 per antifascismo, nel 1943 per aver partecipato agli scioperi di marzo e nel 1945 per attività partigiana, ma non ci fa ancora capire bene chi era e che cosa ha fatto di preciso.
Per questo è necessario che vi mostri qualcosa di più importante: l’attestato della Croce al merito di guerra ricevuta dopo la Guerra. In questo documento troviamo un rapporto generale delle sue imprese che sono quasi le stesse riportate sul giornale. Nonostante questi documenti possano dire molto apparentemente dicendo poco, non è ancora abbastanza…
Dopo diverse ricerche, compiute da me, il professore Giuseppe Imperatore, il professore Alessandro Saini e la dottoressa Eleonora Michelon, abbiamo trovato traccia di alcune delle imprese militari che ha svolto insieme al suo gruppo di partigiani dopo l’armistizio: la 3° Brigata Garibaldi. La 3° Brigata Garibaldi è stato un gruppo di partigiani antifascisti che, uniti dalle ideologie comuniste, scelsero di combattere nell’area di Milano e provincia per la liberazione di un’Italia in catene e schiava… questo gruppo di partigiani, attivo nel 43 fino al 45, ha compiuto circa 400 azioni militari, alcune delle quali vengono guidate proprio da Pierino Bertoia, che ne è stato comandante dal marzo del 44 fino a maggio dello stesso anno. A causa del suo antifascismo venne incarcerato a San Vittore per 2 volte in sorveglianza speciale e poi condannato a morte da un tribunale di Mantova. Nonostante questo, fu liberato durante la Liberazione…
Questo diciamo che mostra il lato più accattivante del partigiano, quello in cui abbiamo una persona che va a caccia di fascisti come in un film di Rambo, ma il mio bisnonno non ha fatto solo questo…
Tramite testimonianze importantissime fornite da Carla Bertoia, mia nonna, si scopre il suo lato “umano”. In queste testimonianza si parla di una persona che portava rifugiati e bisognosi in un luogo sicuro dove poteva garantire beni di 1° necessità a chiunque ne avesse bisogno…
Un bombardamento d’informazioni nevvero? Il problema e che dovrò continuare per un ancora un po’…
Oltre a questo, posso confermare che lui è stato un partigiano a 360 gradi e che oltre a combattere si è impegnato anche per diffondere una “verità” diversa rispetto a quella che imponeva il regime nazifascista. A Mantova stampò illegalmente il giornale “Il Progresso”, foglio di due pagine pubblicato il 25 marzo 1945 contenente un discorso del segretario del partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti, che criticava la situazione di quegli anni e incitava a prendere parte al movimento comunista e alla resistenza.
Vorrei mostrare un documento del tribunale di Milano. È una sentenza emanata nel 1928 dove si parla del suo primo arresto e della sua condanna per aver mandato clandestinamente una lettera a Maria Orsini, sua futura moglie. Entrambi vennero condannati a 5 e 2 anni e mio nonno, per la sua ideologia comunista, venne mandato per un anno al confino a Ustica…
Questo, infine, è un ritratto del mio bisnonno disegnato nel luglio 1943 da un suo compagno di cella nel carcere di San Vittore a Milano. Da qui è nato il pensiero di crearne un fumetto, un progetto in linea con il mio percorso di studi, visto che frequento il liceo artistico. L’obiettivo di questo fumetto è di continuare a ricordare una persona, la cui memoria si sta sempre più affievolendo, e che soprattutto porta un messaggio, quello della speranza e dell’unione che trionfano sempre…
Al momento questa è la storia di Pierino Bertoia, lascio di nuovo la parola al professore Massimo Castoldi e auguro a tutti un buon proseguimento.