Ricordi… di un giorno di scuola
Fa un certo effetto, in tempi di didattica a distanza, ricordare quei gesti, quelle emozioni e quei piccoli riti che, tutte le mattine, ci accompagnavano verso una meta comune, la nostra scuola…
Ciò che ci rimane dei nostri ricordi sono le indimenticabili emozioni che si provano quando meno te lo aspetti; quelle a cui, magari, non si dà molta importanza, ma che, una volta svanite nel passato, ci fanno provare nostalgia.
Per me, le vere emozioni sono quelle sincere, quelle che provengono dall’anima, quelle che ci travolgono sotto forma di fiamme che partono dal capo fino a ricoprire ogni singolo centimetro del corpo. Sono quelle emozioni che, solo a pensarci, generano una marea di onde salate sul nostro viso, che proseguono la loro strada lungo il collo… Poi, prende il sopravvento la sensazione di annegare.
Tutto ha inizio dalla mattina, che porta con sé la novità di un giorno nuovo, in cui potrebbe succedere qualsiasi cosa. A interrompere quest’armonia ci pensa il gelido vento che si sente appena si oltrepassa la soglia della porta di casa. Si aggiungono le luci accecanti e gli assordanti rumori dei motori che non fanno altro che interrompere il silenzio che avvolge sempre il mio paese.
A farmi compagnia durante il tragitto che porta alla fermata dell’autobus, ci sono i brividi che percorrono la schiena. Si aspetta con impazienza l’arrivo del caldo, instabile e maleodorante mezzo che dovrebbe portarci a destinazione.
Per fortuna, ci sono le melodiche e dolci note del mio unico rifugio: la musica…
Una volta arrivati a scuola, non si può non sentire l’odore dello smog e l’insopportabile nube di fumo prodotta dai fumatori.
Nel bel mezzo del brusio delle voci, alcune sono familiari, quelle delle mie amiche, che scaldano l’atmosfera.
L’ambiente circostante mi porta a catturare qualche scorcio del meraviglioso panorama che si crea: alberi particolari, meravigliose nuvole, spiragli di luce emessi dal sole che creano sfumature mozzafiato e la luna che, in tutto il suo splendore, culla il paesaggio rendendolo più mistico. Potrebbe sembrare una sciocchezza, ma immortalare i momenti con delle foto, cogliendo l’attimo, osservando a fondo ciò che mi circonda, per me è una cosa speciale proprio perché mi rappresenta.
In seguito si passa un viale dal quale si scorgono le altre strutture scolastiche.
Il freddo che ci segue per tutto questo tempo è pronto a sparire con l’accogliente calore che sento non appena varcata la porta d’ingresso. La prima cosa che percepisco, a quel punto, è l’aroma emanato dai chicchi di caffè. Oltrepassato l’atrio si sente, invece, il forte odore della candeggina.
Mentre cammino, sento il suono della campanella che annuncia di recarsi in classe. Si nota, immediatamente, l’oscurità della classe che sembra aspettare noi alunni per essere ravvivata, per risvegliarsi. Si accendono le luci e si scambia qualche parola con i compagni, in attesa dell’insegnante che non tarda ad arrivare. Si saluta con rispetto il docente e si inizia la lezione.
Oltre alle spiegazioni dell’insegnante, si odono i monotoni mormorii degli alunni, che spesso e volentieri non si preoccupano di seguire la lezione, interrotti dal suono della campanella che indica la fine della prima ora…
Ed è davvero triste quando tutto questo diventa solo un ricordo.
Jasmine Rogliano