RAP: Rhythm and Poetry
Nel 2017 il rap è il genere più ascoltato in tutto il mondo, basti considerare che le prime posizioni delle classifiche musicali sono spesso occupate da dischi di questo genere. Nonostante ciò, il rap in Italia non ha mai avuto l’appoggio dalle radio e dai media che l’hanno sempre visto come un “fenomeno del momento”. Ma quali sono le origini di questo genere musicale?
Il rap trova le sue origini nell’hip hop, ovvero un movimento culturale nato verso la fine degli anni ‘70 in quartieri disagiati con lo scopo di sfogare la rabbia degli afroamericani in modo creativo. Il nome “hip hop” è stato inventato da DJ Kool Herc durante una sfida contro il Dj Afrika Bambaataa avvenuta durante un “Block party”. Di questa cultura fanno parte 3 discipline oltre al rap: il djing, il writing e la breakdance. Il mondo dell’hip hop all’inizio era caratterizzato dalla presenza di crew in cui erano presenti diversi ragazzi che praticavano queste quattro discipline.
Anche se inizialmente questa cultura era diffusa quasi unicamente fra gli afroamericani, durante gli anni ‘90 si è allargata in tutto il mondo iniziando ad interessare anche i bianchi (Eminem è tutt’ora considerato uno dei migliori rapper dei primi anni 2000).
Dopo la chiusura della faida che si era creata tra il rap della costa ovest e quello della costa est che ha portato alla morte di due tra i più importanti rapper americani di quel periodo (Tupac Shakur e Notorious B.I.G. rispettivamente della west coast e della east coast), verso la fine degli anni ‘90 e l’inizio dei 2000 le crew iniziarono a scomparire e i rapper hanno iniziato a collaborare più volentieri tra di loro.
Le caratteristiche del rap sono le basi in 4/4 e le rime. Nel rap ciò che conta era esprimere la propria opinione o narrare fatti vissuti in prima persona in modo “stiloso”: infatti nei testi vengono trattati temi di tutti i tipi, dalla denuncia sociale ai problemi sentimentali. Prima dell’introduzione di strumenti come gli 808 e gli hi hats, nel rap le linee strumentali erano composte da campionamenti tratte da canzoni appartenenti ad altri generi. Dal 1994, grazie all’album “Illmatic” di Nas, le basi iniziarono ad essere prodotte da diversi beatmaker, in modo che quando un rapper stava lavorando a un disco si trovava a collaborare con numerosi di loro. Nel corso degli anni il rap si è evoluto portando con sé innovazioni dal punto di vista dei contenuti e del suono: il successo di Kanye West e Drake e l’influenza che hanno esercitato nel panorama musicale internazionale ne sono la dimostrazione.
In America, soprattutto negli ultimi anni, il rap è usato da alcuni artisti principalmente come strumento per comunicare messaggi positivi alle persone, primo su tutti Kendrick Lamar, il rapper che in questo momento sta riscuotendo più attenzione da parte del pubblico di tutto il mondo.
In Italia, invece, il rap nasce qualche anno più tardi, all’inizio degli anni ‘90, e grazie ai centri sociali, utilizzati come ritrovo per gli appassionati del genere, inizierà a diffondersi. Inizialmente era una trasposizione del rap americano, infatti si pensava che non sarebbe durato molto per una questione di cadenze e caratteristiche della lingua italiana. L’album manifesto di quel periodo è “SxM” del gruppo Sangue Misto, composto da Neffa, Deda e Dj Gruff. Tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio dei 2000, il rap italiano incontra un periodo di depressione dove alcuni dei maggiori esponenti, come Neffa, perdono interesse e smettono di rappare. Nonostante tutto il rap in Italia continua il suo percorso trovando, nei primi anni 2000, un prima rinascita nei Club Dogo grazie all’album “Mi Fist” e successivamente in Fabri Fibra, il quale prima con “Mr. Simpatia” ebbe un discreto successo, soprattutto per l’ironia con cui parlava della propria vita. Successivamente, nel 2006, con “Tradimento”, con il quale Fibra riesce a far conoscere il rap alla maggior parte dei giovani e riportare le major discografiche a interessarsi a questo genere musicale.
Dopo il lavoro svolto da Fibra, artisti come i sopracitati Club Dogo e Marracash hanno portato il rap nelle piazze e in posti frequentati dai giovani come le discoteche o le giostre. Marracash nel 2008 con l’album omonimo “Marracash” ha rivoluzionato il modo di scrivere testi nel rap italiano, perchè è stato il primo in Italia a rappare con un approccio letterario e profondo.
Nonostante questo tipo di approccio, mentre in America e in alcuni paesi europei il rap abbraccia un vastissimo pubblico, in Italia continua a essere visto dai più come un genere per ragazzini, nonostante artisti come Marracash e Guè Pequeno (ex membro dei Club Dogo) abbiano dichiarato che gradirebbero che il rap fosse un genere per tutti anche nel nostro paese. Negli ultimi 10 anni alcuni artisti italiani avevano provato a fare in modo che il rap fosse un genere per tutti, Fabri Fibra con la canzone “Tranne te” o Marracash con il brano “Rivincita”, realizzato in collaborazione con la vincitrice di X Factor Giusy Ferreri, ma il risultato fu quasi vano, perché i testi non venivano compresi dal pubblico generalista.
In seguito alla diffusione del rap tra i giovani si è verificato un sovraffollamento nel mondo del rap italiano, di cui tutti vogliono far parte perchè nell’immaginario collettivo il rapper viene sempre più visto come una figura che fa la “bella vita”. Infatti, negli ultimi anni in Italia ad avere successo sono artisti che vanno controcorrente, basti pensare a Sfera Ebbasta e Charlie Charles che nel 2015 con la trap hanno avuto successo parlando di argomenti che erano ancora visti come dei tabù e sono stati contattati da Marracash che ha offerto loro un contratto nel suo roster discografico “Roccia Music”. Un altro esempio è Ghali, un rapper di origini tunisine che sta riscuotendo molto successo negli ultimi due anni e che ha fatto parlare di sé, nel bene e nel male, trattando nei suoi testi, che al primo ascolto potrebbero risultare insensati, argomenti riguardanti l’immigrazione e il razzismo che essa suscita tra gli italiani, eseguendo talvolta dei versi o delle strofe in arabo.
Sebbene molti giovani siano riusciti a fare successo nella scena rap, come i già citati Sfera Ebbasta, Ghali o altri come Ernia, Tedua, Rkomi o Izi, e nonostante registrare canzoni o produrre beat sia oggi alla portata di tutti, non tutti i ragazzi che vorrebbero sfondare con il rap ci riescono, ma solo chi ha veramente talento e qualcosa da dire riesce a trasformare questa passione in un lavoro.
Luca Casiraghi, Samuel Venturini