POSSIAMO SALVARE IL MONDO, PRIMA DI CENA?
Negli ultimi anni si discute molto sul riscaldamento globale. È evidente che il clima sulla terra sta cambiando sempre di più, causando un altrettanto evidente aumento della temperatura media del pianeta. Un palese esempio degli effetti di questo processo è lo scioglimento dei ghiacciai nordici che a lungo termine causerà l’innalzamento del livello del mare sommergendo molti paesi e isole. Problematiche simili possono sembrare lontane dal nostro presente, ma se tutto ciò avverrà sarà a causa nostra per tutte le emissioni di anidride carbonica e altri gas con cui diamo origine al cosiddetto “effetto serra”.
Tutti sanno che una delle cause dell’effetto serra è il nostro muoverci con le automobili, anche per brevi tragitti, ma, caro lettore, cosa sai dell’impatto ambientale della bistecca che hai mangiato ieri sera con la tua famiglia per cena?
Le abitudini alimentari delle popolazioni ad alto reddito si sono arricchite: sulle nostre tavole troviamo un maggior consumo di prodotti confezionati, dolci, salati, lievitati e carni, rosse e bianche ma sempre carni, tantissime carni, anche se per molti paesi a basso reddito la carne resta una rarità. Ad oggi la produzione mondiale di carne è cinque volte superiore di quella dei primi anni ‘60. Ciò non è imputabile solo ai nostri gusti, una causa è anche il fatto che in questo lasso di tempo la popolazione è quasi raddoppiata, chiedendo quindi il raddoppio di produzione di praticamente di qualsiasi alimento e di qualsiasi bene di prima necessità.
Non tutti sanno e si rendono conto però che la maggior parte dei gas serra e metano derivi dagli allevamenti di animali: solo in Europa gli allevamenti intensivi producono il 17% dei gas serra d’Europa, l’equivalente di 39 milioni di tonnellate di CO2, equivalente ad aggiungere 8,4 milioni di auto sulle nostre strade. L’allevamento bovino ha un importante impatto sull’ambiente: se l’allevamento è responsabile del 17% delle emissioni di gas serra, quello bovino richiede 28 volte più terra, 11 volte più acqua e 6 volte più fertilizzanti rispetto alla produzione di pollame e maiali e libera 5 volte la quantità di gas serra. Solo leggendo questi dati statistici viene la pelle d’oca e si fatica a credere, ma è così. Un animale prima di diventare “bistecca” necessita di acqua e cibo per crescere e in media si calcola servano circa 2500 litri d’acqua per ogni capo… circa la stessa quantità necessaria per due mesi di doccia, solo per un animale da macello!
In più, un consumo eccessivo di carni rosse e lavorate è legato a maggiori problemi per la salute cardiovascolare e al rischio di diabete e di alcuni tipi di tumore. Nessuno imporrebbe alla popolazione mondiale di rimuovere definitivamente la carne dalla propria alimentazione, ma anche solo riducendo le quantità settimanali si noterebbe un notevole miglioramento nella salute umana e nell’ambiente circostante. Un altro principio su cui riflettere sarebbe poi quello etico: al mondo troviamo ancora persone che muoiono di fame e altre che si permettono la bistecca tutti i giorni, servirebbe quindi un po’ di equilibrata distribuzione, visto che per i paesi a basso reddito la carne resta ancora una rarità.
Ma parlando di etica, non dimentichiamoci che i primi a soffrire per gli allevamenti intensivi sono proprio gli animali allevati e destinati al macello che vengono portati allo stremo: questi animali sono il più delle volte costretti a vivere ammassati uno contro l’altro in gabbie strette e soffocanti, respirando un’aria satura di anidride carbonica, idrogeno solforato, polveri varie e povera di ossigeno; vengono nutriti di alimenti chimici, inadeguati e innaturali, imbottiti di trattamenti ormonali e chimici per velocizzare la crescita e privati spesso della minima possibilità di movimento. Per questo li ritroviamo in condizioni di pessima igiene. I polli ad esempio sono gli animali più maltrattati del pianeta, vengono allevati e uccisi più polli che tutti i maiali, le mucche e gli agnelli.
Gli animali trattati in questo modo, oltre a manifestare gravi patologie fisiche e psicologiche, subiscono manipolazioni genetiche soprattutto a causa degli ormoni di cui vengono imbottiti e della mancata igiene, e a pagarne le conseguenze chi sarà? A pagarne le conseguenze, oltre agli animali stessi, sarà il consumatore di carni di allevamento che a lungo termine si ritroverà con una qualche malattia causata proprio da ciò che inconsapevolmente assume mangiando carne.
Attualmente siamo abituati ad avere tutte le comodità a noi necessarie e spesso anche quelle superflue sotto mano, senza fare il minimo sforzo per raggiungerle: che dire di tutti gli oggetti e vestiti superflui che continuiamo a comprare, per poi ritrovarci la casa piena di inutilità pronte da buttare? Ritornando al tema dell’alimentazione: che necessità c’è di avere sempre il frigorifero pieno rischiando di trascurare e dimenticare i cibi freschi che spesso e volentieri ritroviamo ammuffiti e quindi da buttare? Viviamo in un mondo segnato dal consumismo, nel quale tutto ci sembra indispensabile, tutto necessario e di vitale importanza: cambiare ogni anno il proprio cellulare con il nuovo modello, avere più vestiti possibile, comprare tutti i giochi per i nostri bambini sapendo che dopo un paio di giorni non li vorranno più o accumulare oggetti superflui per la casa.
Basterebbe davvero poco, nel proprio piccolo, poche e semplici abitudini che, se svolte correttamente, ci aiuterebbero a vivere meglio il nostro mondo, che spesso ci chiede di aiutarlo… Basterebbe solo renderci conto di tutto ciò che già possediamo e non volere sempre di più.
Quindi sì, parafrasando un celebre saggio di Jonathan Safran Foer, possiamo salvare il mondo, prima di sederci a tavola.
Aurora Lopa