«PENSO CHE NELLA SCUOLA CI DEBBANO ESSERE REGOLE BEN PRECISE» Intervista ad Andrea Zorat, rappresentante d’Istituto degli studenti dell’Itis Einstein
Intervistiamo Andrea Zorat, rappresentante della lista “Noi per voi”, eletto con 503 voti come primo rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Istituto. Gli chiediamo di parlare delle sue idee e delle sue proposte per la nostra scuola e gli studenti che rappresenta. Con l’impegno di rivederci a fine anno per fare un resoconto del lavoro svolto…
Prima delle elezioni dei Rappresentanti d’Istituto hai svolto una campagna elettorale. Potresti farcene un breve resoconto?
La mia campagna elettorale si è svolta con una propaganda in tutte le classi, dove abbiamo spiegato che intendevamo cercare di creare un rapporto di vicinanza e collaborazione con la Preside. A quanto pare la campagna è piaciuta ed è andata bene.
Quali proposte e promesse hai fatto agli studenti? Ritiene di poterle mantenere, e quando si concretizzeranno?
Le promesse che ho fatto si possono mantenere e verranno concretizzate più o meno entro la primavera: la cosa più difficile sarà il progetto dei giardinetti, ma verrà realizzato subito in primavera perché d’inverno non ha senso. Anche la promessa di mettere i calcetti nelle zone ricreative verrà approvata tra qualche giorno.
Cosa ne pensi del rapporto politica-scuola? Quali sono i tuoi ideali e modelli a tal proposito?
Penso che nella scuola ci debbano essere delle regole ben precise. Devono essere regole intelligenti, non stupide, fattibili e non infattibili, ed è uno dei motivi per cui a febbraio rifaremo il Regolamento d’Istituto.
Ci sono molteplici problematiche all’interno della scuola, come pensi di risolverle? Come ti porrai nei confronti degli studenti che te le segnaleranno?
Chiunque voglia segnalare qualcosa, venga pure, che le cose si fanno, non c’è nessun problema. Al momento grandi problemi non ce ne sono, a parte il fatto che non possiamo ancora uscire. Speriamo prima o poi di riuscirci.
Sei in grado, a parere tuo, di esprimere al meglio il volere degli studenti che ti hanno scelto come loro rappresentante?
Sì, perché non mi faccio problemi a parlare con tutti. Parlo con chiunque e le cose si fanno.
Come descriveresti il rapporto fra gli studenti e le altre componenti della scuola, come corpo docenti, personale ATA, presidenza e genitori?
È una cosa alquanto difficile, perché tra gli studenti e i professori non c’è un grandissimo rapporto. Però è un rapporto che si può creare anche con la proposta che avevamo fatto del modello di scuola svedese.
Vorresti fare della scuola la tua scuola ideale, secondo i tuoi principi, idee, progetti? Se sì, in che modo?
Sì, sicuramente uno degli obiettivi è quello che la scuola diventi un posto piacevole in cui stare.
Dovendo mediare all’interno del Consiglio di Istituto, quanto sei disposto a scendere a compromessi pur di raggiungere obiettivi che ritieni importanti per l’Einstein?
Compromessi no. Si fa quello che serve.
Durante la cogestione vengono proposte diverse tipologie di didattica innovativa. Qual è il tuo pensiero su tali esperienze?
Che va benissimo, tanto che la cogestione quest’anno sarà di due giorni e non più di uno soltanto, proprio perché la cogestione va a favore della scuola.
Molti professori stanno usufruendo delle nuove tecnologie per apportare modifiche alle proprie lezioni e renderle di maggiore interesse per i propri studenti. Cosa pensi di questo modo di lavorare? Come si potrebbero estendere queste metodologie di didattica?
È bello come modo, funziona. Il problema è che la gente non sa usare gli strumenti multimediali e dovrebbe imparare a usarli: servirebbero dei corsi per i professori.
Con didattica alternativa cosa intendi?
L’uomo si evolve e la scuola finora non si è mai evoluta: sta iniziando a evolversi finalmente, si adegua all’andare avanti del tempo. E con la didattica innovativa si risparmia un sacco di tempo.
Intervista a cura di Davide Faini e Tegitu Casiraghi, con la collaborazione redazionale di Andrea Cerati.