PEER TO PEER: un nuovo modo di affrontare le difficoltà scolastiche. Intervista ai proff. Avanzolini e Iannì
“Gli studenti non studiano, non si impegnano, lavorano poco”: sarà vero? Gli studenti dell’Einstein impegnati nel Peer to Peer hanno smentito questi luoghi comuni. Come? Ne parliamo con la prof.ssa Silvia Avanzolini e il prof. Salvatore Iannì, responsabili del progetto.
Professoressa Avanzolini, ci può spiegare come si svolge, in cosa consiste e a cosa è servito il progetto peer to peer?
Il “Peer to peer” è un’attività di volontariato che vede protagonisti gli studenti delle classi terminali, iniziata già nel primo quadrimestre e che ha visto più del 70% dei ragazzi tutorati passare dal 4 al 6 senza dover affrontare la delusione di una pessima pagella. In questo progetto gli studenti di quarta e quinta hanno dedicato parte del proprio tempo libero a supportare ragazzi di prima e seconda alle prese con matematica e inglese in orario pomeridiano e durante la settimana di Pausa Didattica della scuola. L’obiettivo finale è quello di aiutare i ragazzi più giovani a completare l’anno di studio con risultati positivi e dedicare così l’estate ad attività molto più gradevoli e nel contempo valorizzare le eccellenze presenti all’interno della scuola.
Qual è la chiave del successo di questo progetto secondo lei?
La chiave del successo secondo me sta nei nostri neo insegnanti di quarta e di quinta invitati a collaborare al progetto “Peer to peer”, a fronte di un credito formativo. Questi hanno trovato le giuste parole e i giusti mezzi per trasmettere ai più giovani l’arte di saper affrontare prove scritte e interrogazioni nel migliore dei modi. Un approccio semplice, alla pari, che ha permesso ai ragazzi di recuperare non solo le carenze ma anche l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità.
Possedere un efficace metodo di studio è la chiave del successo di ogni studente e individuare il metodo più efficace per ciascun allievo è davvero il massimo obiettivo di ogni insegnante. Poter contare su dei collaboratori seri ed efficaci è quindi motivo di orgoglio per tutta la nostra scuola.
Il progetto per quest’anno è finito qui?
Assolutamente no, anzi. L’attività proseguirà nel secondo quadrimestre intensificandosi durante la prima settimana di maggio, in modo da scongiurare il più possibile il rischio del debito formativo.
Professor Iannì, ci può raccontare com’è nato il progetto?
Il progetto Peer to Peer si inserisce nell’ambito del piano di miglioramento della scuola e si pone come obiettivo quello del recupero delle carenze nelle discipline dove si registrano il maggior numero di insufficienze. I soggetti protagonisti del progetto sono gli studenti delle classi terminali, quarte e quinte, e quelli del biennio. Gli studenti del biennio coinvolti sono quelli che hanno presentato nel corso dell’anno delle carenze in matematica e inglese o comunque che si sentono deboli o poco sicuri nella materia. Quest’anno la settimana di Pausa Didattica ha visto i tutor impegnarsi nel supporto ai ragazzi nel recupero delle carenze in Matematica e/o in Inglese. In particolare, gli alunni risultati insufficienti al primo quadrimestre hanno, durante questa settimana, svolto 12 ore di Matematica e/o di Inglese ulteriori rispetto alle quelle svolte dal docente della classe, in attività di supporto nello svolgimento di esercizi, spiegazioni e altro.
Come vengono scelti i tutor? In che modo traggono vantaggio a livello scolastico dalla partecipazione al progetto?
I tutor sono stati scelti tra gli studenti che nell’anno precedente, in Matematica e Inglese, hanno ottenuto una votazione maggiore di sette.
L’attività del tutor non può essere retribuita, ma senz’altro potrà essere valorizzata all’interno del consiglio di classe in fase di scrutinio, attraverso il credito scolastico; dei piccoli riconoscimenti sono stati offerti da alcuni esercizi commerciali come la Mondadori e la palestra di Vimercate, con la donazione di qualche libro e un ingresso omaggio alla struttura del centro fitness; per il resto è stata un’attività di volontariato che ha permesso loro di sviluppare ulteriori competenze, in particolare il lavorare con ragazzi più piccoli e stabilire con loro una relazione positiva, non sempre facile da instaurare
Secondo lei com’è andato il progetto durante la settimana di Pausa Didattica?
È stata una settimana molto impegnativa, ma che ha dato molte soddisfazioni a noi coordinatori e referenti del progetto, nonché ai nostri tutor che sono stati proprio bravi, dimostrando maturità e professionalità. Abbiamo osservato il positivo intreccio e confronto studenti di età diverse e questo credo sia molto importante in una comunità fatta da ragazzi.
Intervista a cura di Mattia Falzarano