PARADISO E INFERNO di Aldous Huxley: viaggio agli antipodi della mente
Nel 1953 Aldous Huxley sperimentò gli effetti della mescalina. Dalla sua esperienza ricavò il libro denominato “Le porte della percezione”, da cui derivò a sua volta, negli anni successivi, un altro saggio: “Paradiso e Inferno”. Libri di questo genere sono solitamente definiti “di nicchia”, non rientrando né nella categoria del romanzo, né in quella del racconto. La gente solitamente non acquista questi libri per rilassarsi o per godersi una bella trama, eppure fin dalla sua pubblicazione il libro di cui trattiamo ha avuto e gode tuttora di un discreto successo per chi è appassionato o anche solo interessato a tutto ciò che riguarda visioni fantastiche, viaggi nell’io e tutta una serie di aspetti che derivano dalle esperienze mistiche e oniriche.
A oggi Huxley viene considerato uno dei più grandi intellettuali dell’epoca. Infatti non scriveva solo testi riguardanti astrazioni mentali, ma condusse anche molte ricerche riguardo la pedagogia e la psicopedagogia. Scrisse molte altre opere importanti, come “Il mondo nuovo” e “L’isola” (quest’ultimo presenta una impronta più filosofica). Visse a lungo in giro per il mondo, e tra le sue tappe ci fu anche l’Italia, dove lui trascorse un periodo tra il 1923 e il 1930.
Il saggio “Paradiso e Inferno” tratta la natura delle esperienze visionarie agli “antipodi della mente” descrivendo quello che è il loro “significato preternaturale”. Huxley riflette infatti sulla sua esperienza precedente con la mescalina, di cui egli si era servito al fine di raggiungere e tastare quella che era ai suoi occhi una nuova comprensione e concezione dell’universo circostante, dunque oltre tutto ciò che poteva essere frutto della sua esperienza di vita fino ad allora. Durante la lettura è frequente imbattersi in molte digressioni alquanto interessanti, incentrate ad esempio sulla pittura paesaggistica, sulle gemme preziose o che fanno riferimento a testi e testimonianze storiche.
Il libro è scritto con cura maniacale e presenta il costante alternarsi di lunghi e brevi periodi pieni di significato. I messaggi che quest’opera si porta appresso sono finalizzati a far riflettere il lettore. L’intero volume è intriso di frasi dal grande significato: basterebbe infatti aprire il libro in una qualsiasi pagina e leggere quest’ultima un poco per accorgersene all’istante. Qualsiasi passaggio risulterebbe ai vostri occhi illuminante, tuttavia vi invito a prestare attenzione, dato che quello di cui stiamo parlando non è assolutamente un libro che può essere preso alla leggera, tutt’altro: è necessario leggere con accuratezza ciò che vi è scritto al fine di comprenderlo al meglio, e la maggior parte delle occasioni risulterà indispensabile a tale scopo rileggere il passaggio più e più volte. In particolare, la conclusione del testo espone una profonda e ben ragionata ipotesi dello stesso Huxley, il quale afferma che le esperienze visionarie, in qualunque modo sono indotte, possono trascinare la mente sia in un ipotetico Paradiso, che in un altrettanto ipotetico Inferno.
In conclusione possiamo affermare che questo libro è senza ombra di dubbio un capolavoro monumentale per quanto concerne il suo genere, in grado di sradicare la mente del lettore dall’immaginario quotidiano per poi travolgerla con nuove correnti, simulate anche grazie a dei ritmi alternati del tutto particolari. Una cosa è certa: come già ho specificato, questo non è sicuramente uno di quei libri la cui comprensione può convivere con uno stato di“vacanza mentale”. Ciò nonostante, Huxley è brillantemente riuscito ad alleggerire un poco anche temi di una complessità piuttosto elevata, facilitandone la comprensione, per la quale a questo punto occorrerà solamente uno sforzo minimo di ragionamento. Per cui, non sarà sicuramente un libro per tutti, ma per chi sa vedere ciò che si cela dietro ogni parola e sa persino assaporarne il gusto, questo libro potrebbe arrivare a significare il Tutto.
Mattia Bighi