!OSɹƎʌUỊ¡ Ribaltare il punto di vista. Racconti dalla 1R
L’immaginazione è una funzione dell’esperienza
Gianni Rodari
Osservare l’altro, l’alieno, il nemico. Il mostro. E scoprire che l’altro altri non è che Io. “Je est un autre”, “Io è un altro” scriveva Arthur Rimbaud. Chi è davvero, allora, il mostro?
La Sentinella (The Sentry, 1954) è un racconto dello statunitense Fredric Brown assurto a classico della fantascienza e della novellistica breve in genere, presente oggi nella maggior parte delle antologie scolastiche di ogni ordine e grado. A cosa è dovuta tanta fortuna?
Il racconto di Brown induce il lettore a identificarsi inconsapevolmente con un punto di vista inatteso, estraneo, alieno. Quello di The Sentry è un esercizio di straniamento che ci costringe a mettere in crisi i nostri pregiudizi, un ribaltamento prospettico che ci porta a scrostare i nostri sedimenti percettivi. The Sentry genera uno shock che, se inizialmente può instupidire, poi, dopo che l’intuizione ha rimestato nella nostra mente con il suo rapido lavorio, genera stupore, quello stesso stupore da cui nasce ogni sguardo autentico e rinnovato sul mondo, quello stupore da cui sgorga ogni forma di immaginazione in grado di agire sulla realtà…
INVERSO, racconti dalla 1R è una raccolta di racconti scritti dagli alunni della classe IR del Liceo Artistico Albert Einstein di Vimercate all’interno di un percorso didattico e formativo di avvicinamento al testo narrativo svoltosi nell’accidentato anno scolastico 2019-20. Un’antologia nata dall’incontro (ma verrebbe da dire dallo scontro) con il testo di Fredric Brown e con lo studio delle tecniche narrative a esso sottese. Inoltre, alcuni studenti hanno generosamente messo a disposizione il loro talento artistico per illustrare la raccolta e le proprie novelle.
Le tecniche della narrazione, della letteratura e dell’arte sanno essere utili, necessarie e belle solo se funzionali a esprimere e arricchire contenuti vivi, intensi e veri, solo se sanno metterci a contatto con l’unica “materia” che la scuola, la vita e l’arte, in fondo, insegnano: la realtà. Realtà di cui è parte integrante, ci piaccia o no, il nostro punto di vista sul reale e la nostra coscienza.
Scrivere (e leggere, e fare arte, e discutere il proprio punto di vista sul mondo…) è allora un modo privilegiato per amplificare la nostra coscienza della realtà, nel suo senso più ampio e pieno. Se poi quest’atto avviene dopo aver patito un ribaltamento di prospettiva, dopo aver messo in crisi le basi solo apparentemente solide su cui affondano le nostre certezze sull’io, allora abbiamo fatto un piccolo passo verso la libertà.
Dopo avervi augurato buona lettura, chiudo come Gianni Rodari chiudeva l’Antefatto della sua Grammatica della Fantasia: «“Tutti gli usi della parola a tutti” mi sembra un bel motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».
Prof. Giuseppe Imperatore