NARCISO e BOCCADORO: l’armonia degli opposti
Trovare la propria strada implica un percorso diverso per ognuno di noi. Anche se si è due amici e anche se ci si trova nello stesso posto, in un monastero.
Questo è il tema principale dell’opera di Hermann Hesse “Narciso e Boccadoro”. Un romanzo di carattere psico-filosofico in cui l’autore analizza molti aspetti della vita umana attraverso le figure dei due protagonisti che si mettono in viaggio alla ricerca della felicità.
Narciso e Boccadoro sono come yin e yang, due parti opposte della stessa sfera. Entrambi sono mandati al monastero a studiare; ma siccome Boccadoro non è abituato ad avere tanti amici e non è un ragazzo studioso e maturo, Narciso decide di aiutarlo diventando suo amico.
Lo scrittore rappresenta i personaggi dalla giovinezza fino a vecchiaia, racconta come si sviluppa il loro destino e come un modo diverso di sentire e pensare possa portare a prendere strade diverse nella vita, ma anche a volte a farle rincrociare.
L’influenza delle opere di Friedrich Nietzsche si riflette nella descrizione dei personaggi principali: Narciso ha all’inizio un atteggiamento apollineo, mentre Boccadoro ne ha uno di tipo dionisiaco. L’episodio in cui Boccadoro e i suoi compagni vanno a trovare una ragazza nel villaggio vicino al monastero è un chiaro esempio di questa teoria filosofica. Celebrano l’incontro con del vino di mele che ricorda un banchetto modesto in onore di Dioniso: questa scena segna il punto di partenza, il momento in cui Boccadoro incontra per la prima volta i suoi desideri e sogni segreti, quello in cui entra in contatto con una sorta di iniziazione dionisiaca. Hermann Hesse include nell’episodio un piccolo dettaglio come un fiore blu sulla brocca di vino: lo fa per sottolineare l’inutile opposizione di Boccadoro verso il suo essere interiore, dato che il giovane non è in grado di resistere all’attrazione della ragazza del villaggio. Di conseguenza, lui si connette a lei con un bacio, che sovverte il suo mondo interiore. Un’altra figura femminile importante per Boccadoro è la madre. Per tutto il romanzo il protagonista cerca l’immagine della madre in ogni donna, ma non la trova mai, finché non capisce che il mondo della madre è la vita stessa in seno alla natura: la natura è la madre dell’uomo. Dato che la natura è creativa, Boccadoro cerca di salvare almeno qualcosa dalla danza macabra e attraverso l’arte cerca di preservare nella memoria l’immagine di sua madre. Lui sviluppa questi pensieri esistenziali grazie anche al suo maestro nell’arte della scultura, Nicola, che allunga intenzionalmente alcune fasi dell’apprendistato di Boccadoro per permettergli di esplorare più in profondità se stesso.
Se Boccadoro è un artista, un creatore e sognatore, allora Narciso è l’esatto opposto. Il mondo dello spirito e dei pensieri è quello adatto a lui. Narciso è un pensatore e un monaco asceta, che rappresenta la mente e la capacità analitiche dell’uomo.
Allo stesso tempo, si possono trovare anche dei punti di incontro tra Narciso e Boccadoro. Ad esempio, entrambi possono influenzare le persone. Se il primo risolve molti problemi all’interno del monastero e nella società, Boccadoro invece influenza il mondo interiore delle persone creando statue e facendo così provare emozioni e sentimenti a chi le incontra.
Questo libro è adatto soprattutto alle persone che hanno già iniziato a intraprendere un percorso di conoscenza di sé, perché il romanzo di Hermann Hesse è ricco di riflessioni e spunti su come funzionano il pensiero, l’anima e la percezione delle persone. Lo scrittore dice che il senso della vita è tutto racchiuso nella possibilità di portare gli opposti tra loro in un stato di massima armonia, ma fare questo non è semplice, anche se è forse l’unica strada verso la felicità.
Stefaniia Burilicheva