MATTATOIO N.5 di Kurt Vonnegut. La guerra e le sue vittime dimenticate
È il febbraio del 1945 e i prigionieri americani rinchiusi nei sotterranei di un mattatoio a Dresda sono alcuni dei pochi sopravvissuti all’improvviso bombardamento avvenuto sulla città tedesca. Una volta usciti, quella che prima era una fiorente cittadina, è ormai diventata un enorme cumulo di macerie.
Fra i pochissimi prigionieri superstiti, è presente un giovane americano di nome Kurt Vonnegut, che 24 anni dopo pubblicherà uno dei più importanti romanzi anti-militaristi mai scritti, “Mattatoio n. 5”, raccontando la sua esperienza.
La particolarità di questo romanzo, e di molte opere dello stesso autore, è la capacità di mischiare il racconto della sua reale esperienza con elementi fantascientifici e umoristici, che molte volte spiazzano il lettore, ma che riescono così a trasmettere con più forza al lettore il messaggio anti-militarista di cui Vonnegut vuole farsi portavoce, rivolto in gran parte alle atrocità della seconda guerra mondiale su cui è basato il romanzo, ma anche con alcuni riferimenti alla guerra in Vietnam o, più in generale, alla guerra. In particolare in questo romanzo utilizza l’espediente dei Tralfamadoriani, una specie aliena con una visione del tempo completamente opposta a quella umana, in grado di fargli percepire la vita in una maniera del tutto diversa da quella a cui siamo abituati e che Vonnegut utilizzerà per fornire una chiave di lettura sia per il romanzo che per la vita in generale.
Il romanzo, infatti, ci racconta di Dresda usando Billy Pilgrim, un sopravvissuto alla seconda guerra mondiale e “spastico nel tempo”, costretto a rivivere i momenti della sua vita in maniera casuale, ma mantenendo comunque una memoria del futuro. Un secondo prima si trova a Dresda, prima del bombardamento, consapevole di ciò che sta per succedere, ma senza poter far nulla per fermarlo; il secondo successivo si trova sul pianeta Tralfamadore, dove è rinchiuso in uno zoo come esponente della razza umana.
Il racconto delle avventure di Billy, distanti fra loro sia temporalmente che geograficamente, condizionano quindi lo stile di scrittura di Vonnegut, lasciando così in sospeso le varie situazioni in cui si trova Billy, per poi tornarci pagine o addirittura capitoli dopo, ma riuscendo comunque a trovare una conclusione ad ognuna di esse nel finale del romanzo.
In questo romanzo, Vonnegut riesce non solo, utilizzando la sua esperienza personale, a creare quello che da molti è ritenuto il più grande romanzo anti-militarista mai scritto, ma attraverso gli elementi e i personaggi fantascientifici, che gli permettono di sviluppare una narrazione più interessante per molti lettori, riesce inoltre a fornire la sua interpretazione personale della vita stessa, sviluppando così un tema filosofico da aggiungere ai numerosi altri presenti nel libro.
Samuel Venturini