MARCO ERBA, l’uomo che sussurra ai giovani
Sabato 6 maggio, gli studenti dell’Einstein hanno incontrato lo scrittore e insegnante Marco Erba, autore di Fra me e te, il quale ci ha confidato: «Il regalo più bello che un libro ti fa sono le persone che incontri».
Marco Erba è uno scrittore che si rivolge principalmente a un pubblico di adolescenti e, incontrando gli studenti dell’Einstein, ha avuto un atteggiamento disponibile e un approccio coinvolgente, dimostrando di saper ascoltare e comprendere i giovani.
Spesso noi ragazzi veniamo giudicati male dagli adulti. A tal proposito, Erba stesso afferma che la sua decisione di parlare “del nostro mondo” è dovuta principalmente all’irritazione che prova sentendo i media parlare dei giovani: etichette negative, generalizzazioni, banalizzazioni; giovani che uccidono per un voto negativo, compiono atti di bullismo, vandalizzano, ecc.
Lavorando a contatto con ragazzi tutti i giorni, Erba può infatti affermare di sapere di cosa sta parlando. Nonostante ciò, ha ricevuto molte critiche da parte di adulti che insinuavano stesse mentendo: i giovani, secondo loro, non sono come lui li descrive. Marco Erba, però, non si abbatte per le critiche, anzi, afferma di essere cresciuto grazie ad esse. Nella vita c’è chi ti ama e chi ti critica: le cose vanno prima conosciute e solo in seguito, con senso critico, possono essere giudicate.
Fra me e te è un romanzo che parla della vita di due ragazzi che, casualmente, si troveranno a scorrere in parallelo per poi riunirsi. Questo libro si è costruito pian piano, con l’aiuto di colleghi insegnanti e con l’aiuto degli stessi alunni che, aprendosi con lui, gli hanno permesso i conoscere i giovani per come sono in realtà, apparentemente forti ma intimamente fragili. La storia, infatti, è ispirata a racconti che Marco ha veramente ascoltato.
Edo ad esempio, uno dei protagonisti, rappresenta tutti coloro che ancora inneggiano Hitler: purtroppo, in una realtà come la nostra, c’è ancora chi idolatra le persone sbagliate, e spesso noi giovani dobbiamo essere segnati da un’esperienza per scoprire la realtà dei fatti. Durante la sua carriera di insegnante, Marco Erba ha realmente incontrato un Edo, il classico cattivo ragazzo, finché in terza superiore viene a conoscenza della sua storia, della sua ferita. Quindi scopre che Edo non era cattivo, ma se la vita ti fa male tendi a sfogarti sulle persone che ti circondano. Ma non solo… ti rende anche più sensibile ai problemi e alle sofferenze degli altri ed ecco che la tua ferita diventa bellezza per gli altri: «Le tue ferite non sono l’ultima parola, la scintilla è dentro di voi!»
Erba, con questo libro, ha voluto rappresentare le problematiche che maggiormente affliggono i giovani, mostrando sì che la bellezza interiore vince sempre, ma che purtroppo «le minchiate che fai le paghi». Nel romanzo infatti viene anche trattato un altro importantissimo argomento, la libertà. La libertà è importante: si può decidere di sprecarla facendoci del male oppure giocarcela al meglio, perché «il mondo è più grande del nostro ombelico».
L’argomento della libertà viene tirato in causa parlando di due ragazzi che nel libro vivono una storia d’amore, Eric e Chiara. Eric è colui che priva gli altri della loro libertà, poiché ha tanto da dare ma non sa come fare e quindi si chiude in se stesso diventando violento e oppressivo; Chiara, invece, rappresenta tutte le ragazze che si privano da sole della libertà di essere se stesse perché, pur di essere accettate dal gruppo, si mettono una maschera e si nascondo dietro ad essa. L’amore non è cambiare una persona per farla diventare come vuoi tu, bensì volerla per come è veramente: «Scelgo te perché sei te».
Qui di seguito riportiamo due domande poste all’autore durante l’incontro:
Da cosa è nata la sua passione per la scrittura?
Innanzitutto bisogna partire dal presupposto che non si scrive per denaro e fama, bensì perché si ama farlo. Per questo motivo scrivo ciò che più mi colpisce ed emoziona, racconto ciò che più mi rimane impresso nel cuore. Inoltre la scrittura è un’arte che permette di ricreare con carta e inchiostro persone vere, permette di trasmettere emozioni. La mia ispirazione è dovuta a mio padre che, pur lavorando molto, trovava il tempo ogni sera di leggermi una fiaba prima che mi addormentassi, e a mio nonno, che ne inventava tante per me.
Dopo aver scritto questo libro è cambiato qualcosa nella sua vita?
Per quanto riguarda l’ambito economico no, in Italia è molto difficile vivere di scrittura. Il vero rischio che si corre scrivendo un libro però è che dopo ci si dimentichi chi si è veramente, diventando solo l’autore del romanzo di successo. Stare con i miei allievi invece mi aiuta a riportarmi alla realtà.
Presto Marco Erba pubblicherà il suo secondo libro, sempre rivolto a un pubblico di adolescenti, che tratterà di alcune lettere scritte in tempo di guerra dal fratello di suo nonno che, partito a 19 anni per il fronte, non è mai tornato.
Marta Margutti