L’OSTACOLO
Un racconto per chi, in questi giorni, vorrebbe correre e volare, con un balzo, oltre ogni ostacolo. Un racconto per chiunque sa che, presto, potrà tornare a respirare a pieni polmoni immerso nella luce…
Finalmente… luce!
Era da una settimana che la aspettavo.
Vengo preso insieme agli altri. Non c’è nessuno che mi schiaccia, sono davanti, quindi sarò l’ultimo ostacolo prima della linea d’arrivo.
Giulia è già sudata, ha fatto un riscaldamento lungo, come ogni venerdì, prima di provare gli ostacoli. Si prepara con tutta la sua determinazione insieme alla sua amica e compagna di allenamenti Angelica per i prossimi campionati italiani in pista.
Ne mette uno, un altro, altri ancora e infine mette me.
Giulia beve dell’acqua dalla sua borraccia, tira fuori le scarpe chiodate dalla sua sacca e inizia ad allacciarsele.
Il venerdì viene molta gente ad allenarsi qui in pista, oggi le mezzofondiste stanno facendo il fartlek, è faticoso ma dà i suoi frutti.
Prima di partire, Giulia controlla che i chiodi siano sistemati bene, fa due saltelli sul posto e aspetta il “Via” dell’allenatore. Poi si accorge di non aver fatto gli allunghi dopo lo stretching, cavolo, quanto è sbadata! Ma lei è fatta così, è sempre molto stressata per l’università, e l’atletica è l’unica cosa che le permette di scaricare tutta la tensione e di migliorarle le giornate.
Finito per bene lo stretching, con l’aggiunta di qualche allungo, ora Giulia è finalmente pronta a iniziare.
I 200 metri a ostacoli sono la sua specialità, è incantevole vederla correre: la sua falcata, la sua leggerezza e tutta l’energia che ti trasmette…
“Via!”
Giulia parte, nella corsia di fianco alla sua c’è Angelica, che però va più piano di lei dato il suo recente infortunio. Hanno fatto 200 metri, questo è il primo di una lunga serie. Loro continuano, correre e correre, sempre con la stessa determinazione e la voglia di tagliare la linea d’arrivo, stanche ma soddisfatte.
Rimane l’ultima prova, è concentratissima. Dall’altra parte della pista l’allenatore urla: “A cannone!”
Giulia, anche se stanca, ci proverà.
Parte, salta, arriva. Dura sempre così poco un 200.
L’allenatore le dice: “Brava”, e lei è soddisfatta.
Dopo aver recuperato un po’ di energie, finisce l’allenamento con un bel defaticamento, poi mi prende, mi porta dello sgabuzzino degli attrezzi, mi lascia lì, mi fissa per qualche istante, chiude la porta e se ne va.
Ciao Giulia, ci vediamo settimana prossima.
Rebecca Brambilla