L’APPARIZIONE. Teddy Bear
Un incontro notturno. Una strana insegna sperduta. Una bambina che nella notte trascina un orso di pezza e scompare in un campo di grano… Gli ingredienti per una lettura inquietante ci sono tutti, ora sta a voi avere il coraggio di affrontarla!
Era una notte piena di stelle, alla radio c’era una di quelle vecchie canzoni che trovi nei bar un po’ trasandati nella zona di Horrow est. Finalmente era venerdì e potevo tornare a casa dopo una settimana lontano per lavoro.
Come ogni venerdì arrivai alla strada che divide North Button da Merlows-Eve. Non mi è mai piaciuta tanto la strada di Merlows, al buio, sterrata e in mezzo agli alti campi di mais, ma in fondo era l’unica che potevo fare per tornare a casa.
Girai a destra e oltrepassai quell’orrenda insegna di legno: “BENVENUTI A MERLOWS-EVE, la città di mais”. Da 50 anni è sempre rimasta la stessa e si vede! Solo uno poco sano di mente direbbe che quell’insegna è bella. La strada era buia, silenziosa. L’unica cosa che risuonava erano le gomme della macchina, un po’ vecchia, devo dirlo.
Non feci neanche due chilometri quando vidi una cosa abbastanza insolita: una bambina. Avrà avuto cinque anni, i capelli biondi, la pelle chiara e gli occhi neri, un nero spaventoso quasi da vederci dentro l’inferno… Era da sola, sul ciglio della strada, e trascinava un orsetto di peluche, non molto bello e con molte cuciture.
Mi avvicinai alla bambina, abbassai il finestrino e le chiesi cosa ci facesse lì. La pallida e strana bambina si girò e mi guardò negli occhi. Per un attimo un brivido di freddo attraversò tutto il mio corpo. La piccola mi sorrise, sussurrò qualcosa ma non capii bene e, cantando una canzoncina, entrò nel campo di grano. Di scatto aprii la portiera e la chiamai, ma niente, la sua scia in mezzo agli arbusti scompariva, era come se non fosse mai passata da lì. Dopo un’ora di ricerca tornai alla macchina e proseguii verso casa mia, pensando all’indomani di andare dalla polizia.
Finalmente intravedevo il tetto di casa mia e un odore di tacchino cominciò ad apparirmi quasi in sogno. Parcheggiai e tirai fuori i bagagli. Per un attimo mi si gelò il sangue: dietro al grosso borsone da viaggio nero e alle numerose cianfrusaglie apparve lui, l’orsacchiotto di pezza rattoppato. Mi spaventai abbastanza ma non mi feci tante domande, magari era solo uno scherzo del caso, o almeno speravo…
Proprio quella sera mi attendeva una notizia straordinaria, la notizia più bella della mia vita: mia moglie e io aspettavamo un figlio. Dopo mesi di attesa nacque Elin, una bellissima bambina con i capelli biondi, la pelle chiara e gli occhi neri.
Era fin da piccola una fantastica bambina, gioiosa e felice ma a volte un po’ strana. Se lo avessi capito prima, ora non sarei qui magari…
Un giorno andammo a giocare al parco, era così spensierata e felice. Poi si avvicinò e pronunciò quella frase: “ Papà, ti sei preso cura del mio orsacchiotto?”
Adele Colombo