LA MATEMATICA PER DANIELE: una passione, più che una semplice materia
Un precoce interesse coltivato con curiosità l’ha portato alle finali delle Olimpiadi di matematica: questa è la storia di Daniele.
Si può insegnare a uno studente una lezione al giorno, ma se gli si insegna la curiosità, egli continuerà il processo di apprendimento finché vive. – Argilla P. Bedford.
Daniele Santospirito è un ragazzo di 17 anni che frequenta il quarto anno di Scienze applicate presso l’Einstein di Vimercate. Coltiva una grande passione per le discipline scientifiche, in particolar modo per la matematica e la fisica. Dopo aver vinto le Olimpiadi di matematica a livello scolastico, si è posizionato primo sui 350 partecipanti della provincia di Milano e Monza Brianza. Tra il 3 e il 5 maggio sosterrà le fasi nazionali della competizione a Cesenatico accompagnato dal suo docente di matematica, prof Danilo Casati. Andiamo a conoscerlo meglio, approfittando anche dell’aiuto del suo docente.
Quando è nata la tua passione per queste discipline, Daniele?
È una domanda che mi pongo anche io. Già alle elementari, per un qualche strano motivo, mi piaceva la matematica, ma solo ultimamente, dalla prima superiore circa, ho iniziato a studiarla, approfondirla e appassionarmi tanto da eseguire ricerche autonomamente. È un interesse che coltivo per conto mio e mantengo separato dall’ambiente scolastico, anzi, per la maggior parte del tempo non ha avuto quasi niente a che fare con la scuola. Ho imparato e affinato le mie abilità e competenze su internet, in particolar modo guardando su YouTube video in inglese. In prima liceo ero solito guardare video su analisi e derivate, argomenti che si affrontano in quinta. Nel corso del tempo ho iniziato a comprare libri universitari per approfondire ulteriormente le nozioni. Non saprei dire con precisione a che livello scolastico sono, mi diletto e comprendo in maniera parziale gli argomenti di una triennale universitaria, ne ho una vaga idea.
Come ti stai preparando a questa nuova fase della competizione?
Inizialmente ho seguito un corso rivolto agli studenti delle scuole superiori al fine di prepararli a sostenere le olimpiadi di matematica nel miglior modo possibile. Il corso è stato proposto dal docente Samuele Mongodi dell’Università Bicocca di Milano. Ho iniziato a guardare le edizioni passate della competizione e studiare i problemi che uscivano con le annesse soluzioni. Mi sto allenando per avere un’idea di come si risolvano, dato che cambiano ogni volta, ma anche per gestire il tempo nel miglior modo possibile. Per esempio nella gara provinciale ho capito che avere tre ore non troppo poco, potevo prendermela con calma. Infatti sono riuscito a stare abbastanza tranquillo, anche se l’ultimo esercizio non sono riuscito a svolgerlo del tutto. Dei diciassette esercizi, ne ho svolti sedici e mezzo, dodici di questi erano a crocette con quattro opzioni ingannevoli. Avevo partecipato alla competizione già in prima superiore, raggiungendo un buon risultato nella gara provinciale, nonostante fossi al primo anno. Confrontando come ero andato tre anni fa e ora, sono migliorato grazie all’allenamento. Siccome la matematica mi interessa, ho passato del tempo a studiare nuovi concetti ed esercitarmi, così ho capito come approcciare i problemi. Quindi l’allenamento è una parte cruciale della mia preparazione.
Una domanda per il prof Casati: lei segue Daniele dalla prima superiore, ha notato fin da subito le sue abilità?
Sì, ci siamo incontrati in prima superiore e ho notato fin da subito la sua dote particolare. Daniele è sempre stato fortemente orientato alla matematica, ricordo che già inizialmente, in prima se non erro, mi aveva proposto il problema della spirale di Archimede. L’anno scorso ho sfruttato la sua competenza con dei ragazzi di quinta superiore, mentre lui faceva la terza. Dovevo motivarli a studiare gli integrali, Daniele passava di lì per sbaglio, così l’ho fermato e gli ho chiesto di venire a dimostrare un calcolo. È stato un momento di stimolo e motivazione nei confronti degli studenti, che hanno osservato come lui, tre anni più piccolo di loro, sia riuscito a risolvere certi argomenti. Inoltre ritengo che il voto abbia sempre un valore relativo, ciò che conta è la passione e la genialità con cui una persona affronta il problema e trova la soluzione. L’errore marginale può capitare e sarebbe demotivante per lo studente basarsi solo su quello. Un insegnamento che vincola la matematica come qualcosa di dogmatico mortifica l’alunno; la matematica è linguaggio con cui comunichiamo quantità e peso delle singole realtà che leggiamo. Attraverso essa modellizziamo la realtà prendendo delle decisioni.
Daniele, hai qualche consiglio su come approcciarsi alle discipline scientifiche, tanto odiate dagli studenti? Come li avvicineresti alla materia?
Mi piacerebbe riuscire ad avvicinare gli altri studenti alla matematica, anche se è difficile. Ciò che vedo è che i libri scolastici espongono molti argomenti in maniera nozionistica, si basano su molte formule che uno studente solitamente memorizza senza capire davvero. È importante insistere sulla logica dietro alle cose: non basta la memoria, fare tanti esercizi ed entrare nella materia. Infatti, se si hanno acquisito i concetti è più facile svolgere bene una verifica.
Oltre che per la gara di Cesenatico, quali sono i tuoi obiettivi e ambizioni per il futuro?
Preferisco non sbilanciarmi, il tutto dipende da come mi trovo al momento e dai problemi che mi capitano. Un obiettivo futuro potrebbe essere in due anni arrivare a un buon livello nella gara nazionale. Insomma, svolgere quest’anno in preparazione a quello successivo. La prossima potrebbe essere l’occasione buona, conoscendo le dinamiche della gara e preparandomi nel corso dell’anno, per tentare di entrare in quei sei che faranno poi le gare internazionali. Queste si svolgeranno in una tra 100 nazioni europee ed extraeuropee. Inoltre questa è un’occasione per incontrare altre persone con la mia passione, fatto per niente scontato, dato che a nessuno piace la matematica. Invece, guardando più in là, sarei interessato a frequentare la facoltà di matematica all’università di Pisa, che è molto selettiva e non ammette errori. Per questo motivo è necessario avere un piano B, ma sarebbe un ottimo posto a cui puntare.
Hai trovato degli stimoli nei professori o nella scuola? Ti hanno aiutato a raggiungere i tuoi traguardi?
Io mi sono trovato bene all’Einstein, essendo una scuola meno tosta di altre mi ha dato più tempo libero per affrontare argomenti in autonomia. Non so se, in altri contesti più stressanti, sarei riuscito a trovare tempo e voglia per fare matematica al di fuori della scuola. Guardando la classifica del distretto di Milano e Monza Brianza, tra i primi cinque, quattro sono del liceo Volta di Milano, molto rigido e prestigioso, in cui infatti c’è un test d’ingresso. Esistono poi scuole più selettive, che spingono i propri studenti a svolgere le olimpiadi di altre discipline, come informatica o fisica. Molti di loro non hanno un vero e proprio interesse per la matematica, è possibile che siano stati semplicemente spinti o obbligati dal professori.
Prof Casati, qual è il suo parere a riguardo?
Nonostante l’utenza che si iscrive all’Einstein non sia tendenzialmente rigorosa nell’affrontare lo studio scientifico, dopo il covid c’è stato un calo di livello. Avere in classe alunni come Daniele aiuta a costruire un contesto in cui l’apprendimento è più dinamico, motivando i compagni. Spesso io entro in classe e spiego il programma mentre lui studia autonomamente. Lui così ha la libertà di sviluppare al meglio le sue passioni senza perdere nulla dei contenuti della disciplina.
Dato che alla fine di quest’anno scolastico andrà in pensione, professore, vorremmo farle una domanda riguardante la sua carriera: nel corso della sua lunga esperienza ha trovato altri studenti con le capacità di Daniele?
Ero stato a Cesenatico 25 anni fa con un ragazzo di terza superiore, ma non era al suo livello. In tutti gli anni di insegnamento Daniele è stato il punto massimo di eccellenza e di gratificazione personale, finisco in gloria un percorso per cui mi sono speso molto. L’evento di Cesenatico è poi molto interessante a prescindere, in quanto per l’occasione organizzano corsi di formazione anche per docenti universitari e non.
Ci troviamo davanti ad un caso eccezionale, insomma, uno studente decisamente fuori dal comune, che abbiamo la fortuna di avere proprio qui all’Einstein! Non ci resta che augurarti in bocca al lupo, Daniele!
Intervista a cura di Chiara Giani, foto di Natalie Moncada