LA GUERRA DEI VACCINI
È da diverso tempo che nel mondo si è sollevata una questione: i vaccini sono sicuri come la comunità scientifica afferma? Sono stati veramente studiati fino in fondo i loro effetti collaterali?
Ebbene, a partire da queste domande nel corso dei decenni scorsi sono cresciuti in tutto il mondo movimenti, detti “novax”, che protestano contro l’obbligo di vaccinazione. Questo dato è confermato, oltre che dall’OMS, dal sistema di controllo sanitario europeo che riporta un’inquietante discesa della copertura vaccinale negli stati del vecchio continente, ma, soprattutto, nella penisola italiana, dove si è osservata una riduzione che si aggira intorno al 2% della popolazione.
Come si spiega un comportamento simile da parte dei cittadini italiani? I novax che risiedono in Italia sostengono che i vaccini sono pericolosi, indeboliscono il sistema immunitario dei bambini e inducono nel loro organismo gravi malattie. Alcuni medici pediatrici sostengono che alcuni loro pazienti infanti (senza fornire ulteriori numeri) hanno sviluppato i sintomi dell’influenza in seguito al vaccino volto a prevenirne la manifestazione o che hanno sviluppato la sindrome di Kawasaki, un’infezione che colpisce le arterie coronariche da questi attribuita, senza studi scientifici ufficiali, ai vaccini. Asseriscono, oltretutto, che sono capitati loro più bambini vaccinati contagiati da gravi malattie che bambini non coperti da vaccino, confermando quindi la teoria “bambino vaccinato, bambino ammalato”. Un’osservazione professionale smentita dall’Istituto Superiore di Sanità che, dati alla mano, dimostra che la copertura vaccinale nei bambini sulla poliomelite, per citarne una, è superiore al 90% della popolazione italiana. Il dato dell’ISS evidenzia quindi che i bambini non vaccinati sono statisticamente difficili da trovare e, per questo motivo, è altrettanto difficile mettere a confronto la resistenza alle malattie delle due categorie.
Gli scienziati spiegano invece e apertamente il motivo per cui si possono manifestare i sintomi della malattia contro cui si viene vaccinati: un vaccino, solitamente, non è nientemeno che l’iniezione della forma depotenziata del virus da combattere, volta a indurre il sistema immunitario a produrre gli anticorpi necessari a sconfiggerlo (solo negli ultimi tempi vengono iniettate le proteine che permettono al corpo di riconoscere il virus). I casi in cui si sviluppano i sintomi della malattia sono quelli dove il paziente, se infettato dal virus originale ben più aggressivo del mutato, andrebbe incontro a condizioni cliniche ben peggiori se non addirittura al decesso. Motivo per cui stare più tranquilli, afferma la comunità scientifica, è che i nuovi vaccini (compresi la gran parte di quelli prodotti per combattere il Covid-19) introducono nel nostro corpo solamente una parte del virus stesso, scongiurando quindi la possibilità di incorrere nel rischio di manifestare i sintomi della malattia.
Malgrado questi dati rassicuranti e dimostrati, i novax mantengono la loro linea e quando nel 1998 Andrew Jeremy Wakefield, medico britannico, pubblica uno studio da lui compiuto dove correla i vaccini all’autismo, questi lanciano la notizia nel mondo, diffondendo il panico. Ancora oggi, malgrado Wakefield sia stato espulso dall’albo medico britannico e accusato di pubblicazione scientifica fraudolenta, molte persone nel mondo credono e fanno valere le sue teorie, avanzando anche accuse verso le case farmaceutiche che producono vaccini e che, in accordo con gli stati, li inietterebbero nella popolazione per far manifestare loro i sintomi e farli poi pagare per essere curati, alimentando il business corrotto del mercato sanitario mondiale.
I novax italiani, una comunità fatta di dottori, avvocati, Onlus (Comilva) e genitori caduti vittima di questo circolo di informazioni e tesi complottiste, affermano inoltre che molte delle malattie contro cui ci si vaccina non esistono nemmeno più, come il tetano (una malattia infettiva acuta non contagiosa causata da un batterio che produce la tetanospasmina, un veleno che attacca il sistema nervoso e induce spasmi muscolari, disfunzioni cerebrali e la morte), o il morbillo (causato dal morbillivirus che induce eruzioni cutanee e i sintomi di una grave influenza). Affermazioni infondate e smentite non solo dall’OMS, ma anche da coloro che emigrano in Italia e che vaccinano i loro bambini contro quelle infezioni prima di tutte le altre, poiché vedono nei propri paesi come la gente muoia anche solo per quella che noi chiamiamo “comune influenza”. Anche il caso di difterite (malattia provocata da un batterio che si stanzia nella laringe e conduce alla morte per asfissia) verificatosi in Spagna di alcuni anni fa e che ha portato alla morte di un bambino di sei anni, evidenzia che vaccinare è l’unico modo per impedire la diffusione di queste malattie. “Quello è stato un caso di malasanità”, ribattono i novax.
È chiaro che, nonostante le evidenze scientifiche indurrebbero alla fiducia, risulta ancora oggi difficile curare l’umanità dalla paura che la disinformazione e le fake news hanno instillato nella mente di innumerevoli persone, spaventate e dubbiose sul proprio destino e su quello dei propri figli. L’unica via di uscita da questa crisi di scala mondiale è sensibilizzare le nuove generazioni, ma non solo: tutti hanno il diritto di essere protetti da terribili malattie che in passato e ancora oggi hanno messo in ginocchio l’intera umanità. Ci auguriamo che la lotta al coronavirus, ora rafforzata dalla scoperta di vaccini efficaci, possa convincere i più scettici di quanto siano importanti, e sicure, le vaccinazioni.
Alessio Sala
(Dati vaccinazioni poliomelite in Italia: https://www.epicentro.iss.it/vaccini/dati_Ita)