LA FATTORIA DEGLI ANIMALI: intervista a Palladineve
Vi presentiamo l’intervista al maiale Palladineve, uno dei promotori della ribellione nell’ex fattoria padronale di Jones, poi diventata “Fattoria degli animali”. Questa fattoria è ora guidata da uno dei maiali, Napoleone, che però nel frattempo ha accusato Palladineve, il nostro intervistato, di alto tradimento e l’ha costretto a fuggire. L’intervista è a cura di alcuni studenti della classe 2^B dell’Itis Einstein che sono riusciti a incontrare l’intervistato nonostante viva in località segreta braccato dai sicari di Napoleone.
Buongiorno signor. Palladineve, innanzitutto complimenti per il suo coraggio durante la prima battaglia con il signor. Jones e gli altri contadini. Se lo permette, avrei il piacere di farle qualche domanda sulla vostra storia dal suo punto di vista.
Prego, faccia pure.
Quali erano le sue intenzioni all’inizio della rivolta?
All’inizio della mia condanna a morte intende? Beh, sinceramente le mie idee erano molte, ma conquistare l’autonomia dagli sfruttatori umani era certamente il nostro traguardo. L’idea di questa rivolta era partita dal Vecchio Maggiore, ma una volta venuto a mancare lui, io e Napoleone ci siamo permessi di portare avanti il suo grande sogno: anzi, la libertà e l’autonomia erano il sogno di tutti gli animali della fattoria. Inoltre era anche un modo per dimostrare agli umani che non ci serve un padrone per sopravvivere. Avendo comunque bisogno di qualcuno che semplifichi la vita degli animali nella fattoria, ci siamo offerti noi maiali.
Se non ricordo male aveva in mente la costruzione di un mulino in grado di produrre energia utilizzabile per fornire elettricità e acqua calda a vantaggio degli animali della fattoria. Come aveva intenzione di costruirlo?
L’intento era di costruire il mulino grazie all’aiuto di tutti gli animali; infatti alcuni, come ad esempio il cavallo Boxer, trasportavano le pietre più grosse e pesanti per poi distruggerle e farle trasportare anche dagli animali meno forti, in modo da velocizzare l’opera. L’obiettivo era produrre energia per poter usare acqua calda ed elettricità. Sarebbe stato un altro modo per dimostrare agli uomini che possiamo gestirci da soli.
Cosa mi sa dire dell’instancabile e compianto cavallo Boxer, il più forte di tutta la fattoria?
Boxer è sempre stato l’animale più laborioso di tutti: non solo adempiva al suo dovere, ma faceva molto lavoro extra. È uno dei pochi animali che ho sempre ammirato. Purtroppo sono venuto a sapere della brutta notizia e della colpa di “quell’uomo” di Napoleone.
Mi dispiace per la sua perdita. Se la sente di rivelarci il vero motivo per cui lei è stato scacciato così brutalmente da Napoleone?
Semplice, ero un personaggio scomodo ai piani di chi ha in sé il germe del male. Io pensavo in grande, al bene comune, alla crescita collettiva, al contrario di chi lo faceva soltanto credere. Dopo la rivolta, nella fattoria stava cambiando molto e qualcuno voleva approfittarne! Io a quel punto sono diventato il capro espiatorio per qualsiasi problema nella fattoria, ma ormai non potevo più tornare per provare a cambiare nuovamente le cose.
E appunto parlando di questo “chi”, ci può descrivere il suo pensiero nei suoi confronti?
Ahahahah, il grande Napoleone! Onestamente non mi ero mai fidato completamente di lui, considerando che pensava solo a se stesso e allevava quei cani senza nessun motivo apparente. Sotto il suo controllo la fattoria è diventata quello che voi chiamate dittatura: ogni animale, tranne i maiali, lavora e viene malnutrito; mi verrebbe quasi da dire che saremmo dovuti restare con il signor. Jones.
Cosa pensa dell’unico Comandamento rimasto, “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”?
L’ultimo comandamento restaura il volere degli oppressori nel creare disuguaglianze tra i comandanti e i comandati, va contro i principi e i comandamenti creati in precedenza e in cui crediamo! La fattoria degli animali ormai non esiste più: da quando quel gruppo di maiali guidati da Napoleone ha instaurato una dittatura, siamo tornati ai problemi precedenti alla rivolta. La rivoluzione è stata snaturata e fatalmente ha fallito.
Alessio Battaini, Andrea Cerati, Nicolò Scalesi, Alessandro Pecis, Mattia Manganini, Gianluca Cosentino; cura redazionale di Samuel Venturini