LA FAMA. Storia di un mito popolare nell’era dei social network
“Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti”
Andy Warhol
Ricchezza e fama. Due concetti altissimi nell’immaginario comune, tanto affascinanti quanto irraggiungibili, eppure così presenti nei desideri dell’uomo moderno. Acquisiscono il loro fascino perché rappresentano l’essenza stessa del potere: ricchezza come potere sulla propria vita e fama come potere di influenzare la vita degli altri. Entrambe vanno quindi a braccetto, talvolta si mescolano. Eppure, il loro conseguimento è radicalmente diverso: mentre la ricchezza come si conseguiva cinquanta anni fa può essere conseguita ancora oggi (successo nella vita professionale, fortuna, eredità patrimoniale…), il conseguimento della fama è completamente cambiato.
Complice di questa variazione, sicuramente, è l’avanzamento tecnologico. In passato abbiamo visto l’ascesa di grandi figure la cui notorietà è durata anni e ha mutato per sempre la storia e la cultura occidentale. Parliamo di figure leggendarie: i Beatles, Marilyn Monroe, Elvis Presley e molti altri. Figure nate e cresciute nell’era della televisione in bianco e nero, delle radio e della musica in vinile. I mezzi di comunicazione per le masse avevano delle limitazioni, di conseguenza pochi fortunati avevano la possibilità di acquisire una certa notorietà. Questi pochi fortunati tendevano a costruire interno a sé un seguito numeroso e solido che, col tempo, ha contribuito a innalzare il loro status, tanto che ancora oggi ne sentiamo l’eco.
Oggi invece vediamo l’esatto contrario: i mezzi di comunicazione sono incredibilmente più veloci rispetto al passato. Di conseguenza, la notorietà è qualcosa di radicalmente cambiato. Si potrebbe dire che siamo sprofondati in una sorta di anarchia in cui la fama potrebbe esploderci in faccia come potrebbe scivolarci dalle mani prima che ci si accorga di averla davvero raggiunta. Chiunque può proporsi al mondo tramite un social network e chiunque può essere eletto come il nuovo fenomeno del momento, anche senza che lo voglia.
La vera difficoltà è mantenere questa fama, in quanto il mondo si muove molto più velocemente rispetto al passato e restare sull’onda è molto più difficile. “Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti”, dichiarò Andy Warhol. Egli probabilmente vedeva un futuro in cui la fama sarebbe stata istantanea, alla portata di tutti ma volatile. Ebbene, quel futuro si sta sempre di più materializzando davanti ai nostri occhi. I mezzi digitali alla portata di tutti, i social istantanei e veloci, internet che viaggia nell’aria: tanti piccoli passi che hanno permesso l’accesso a tutti noi ai 15 minuti di notorietà.
Cosa possiamo farcene? È difficile rispondere a questa domanda: siamo abituati a pensare a qualunque personaggio noto come a una persona diversa da noi, magari più in alto, più potente. Eppure, se ci pensiamo bene, la fama è ed è sempre stata un bene immateriale, a differenza della ricchezza. Consiste tutto nell’essere ricordati da più persone possibili. Se questo ricordo svanisce dalla mente delle persone, con esso svanisce la fama. E in quest’era, quella dei 15 minuti di notorietà, è incredibilmente facile essere dimenticati.
Mattia Falzarano