KENDRICK LAMAR. Un rapper da Pulitzer
Chi è Kendrick Lamar? Sicuramente uno degli artisti più influenti degli ultimi anni nel panorama musicale internazionale: non a caso ha appena ricevuto il premio Pulitzer per la musica, il premio statunitense più prestigioso in questo campo.
Kendrick Lamar Duckworth nasce nel 1987 a Compton (città già resa nota dal gruppo N.W.A.) ed è forse il miglior rapper di tutti i tempi.
Il suo genio, le sue mosse di marketing e l’aver cominciato a rappare nel momento storico giusto gli hanno permesso di vincere numerosi premi come VMAs, grammy e numerosi dischi d’oro e platino in tutto il mondo.
Nel 2011 pubblica il suo album “Section.80” che suscita grande interesse da parte del pubblico del rap. Nello stesso anno, durante un suo concerto, vari esponenti della West Coast del calibro di Snoop Dogg e The Game salgono sul palco e “proclamano” Kendrick king della West Coast.
Successivamente escono “good kid m.A.A.d. city” e “To pimp a butterfly”, secondo e terzo album di Kendrick Lamar.
“‘DAMN.’, e tutti gli altri album di Lamar, sono ciò a cui il giornalismo dovrebbe aspirare” (da Huffington Post)
Il suo ultimo lavoro, “DAMN.”, è un concept album caratterizzato da testi crudi e violenti che analizzano la situazione della comunità afroamericana, senza esaltare o giustificare azioni negative, ma approfondendo le cause di queste azioni facendo comprendere all’ascoltatore lo stato mentale di Lamar, le sue preoccupazioni, le sue paranoie e quelle delle persone che lo circondano.
All’inizio del disco si sente uno sparo e nelle tracce successive ci vengono raccontate le motivazioni di quell’azione. Per questo motivo il disco è stato pubblicato in due edizioni. Quella “normale” e quella con la tracklist al contrario, dove lo sparo non è all’inizio bensì alla fine del viaggio.
In ogni traccia Kendrick Lamar cambia; cambia la sua voce, il suo stato d’animo, il suo carattere, perché desidera mostrarsi a 360 gradi.
La società viene analizzata sotto ogni aspetto: dalla religione alla politica.
Non c’è da stupirsi se a più di un anno dalla sua pubblicazione, “DAMN.” sia ancora in cima alle classifiche.
Dopo la pubblicazione di “DAMN.” Kendrick ha curato la colonna sonora del film della Marvel “Black Panther”, nella quale sono presenti dei suoi brani.
Qui di seguito allego le citazioni chiave di “DAMN.”, quelle che hanno maggiormente attirato la mia attenzione.
“Fillin’ the void of bein’ employed with ballin’
Streets is talkin’, fill in the blanks with coffins
Fill up the banks with dollars
Fill up the graves with fathers”
“Riempiamo il vuoto della disoccupazione facendo i criminali,
Le strade parlano, riempiamo gli spazi con le nostre bare
Riempiamo le banche di dollari
Riempiamo le tombe di padri” (da Feel)
“I’m not a politician, I’m not ’bout a religion
I’m a Israelite, don’t call me Black no mo’
That word is only a color, it ain’t facts no mo’”
“Non sono un politico, non puoi identificarmi in una religione:
Sono un israelita, non chiamarmi più “nero”,
Quella parola è solo un colore, non è più un fatto.” (da Yah)
“Hail Mary, Jesus and Joseph
The great American flag is wrapped in drag with explosives
Compulsive disorder, sons and daughters
Barricaded blocks and borders
Look what you taught us!
It’s murder on my street, your street, back streets
Wall Street, corporate offices
Banks, employees, and bosses with
Homicidal thoughts; Donald Trump’s in office
We lost Barack and promised to never doubt him again
But is America honest, or do we bask in sin?”
“Ave Maria, Gesù e Giuseppe,
La grande bandiera americana
È piegata e avvolta di esplosivi.
Disordine compulsivo, figli e figlie,
Quartieri barricati e confini.
Guardate quello che ci avete insegnato!
Ci sono morti sulla mia strada, sulla vostra strada, nei vicoli,
Negli uffici di Wall Street.
Banche, impiegati e boss con
Pensieri omicidi; Donald Trump è il presidente,
Abbiamo perso Barack e ci siamo promessi di non dubitare mai più di lui.
Ma l’America è onesta? O ci stiamo crogiolando nel peccato?” (da XXX., in collaborazione con il gruppo U2)
“I’ll prolly die from one of these bats and blue badges
Body-slammed on black and white paint, my bones snappin’
Or maybe die from panic or die from bein’ too lax
Or die from waitin’ on it, die ’cause I’m movin’ too fast
I’ll prolly die tryna buy weed at the apartments
I’ll prolly die tryna defuse two homies arguin’
I’ll prolly die ’cause that’s what you do when you’re 17
All worries in a hurry, I wish I controlled things”
“Probabilmente morirò per una di ‘ste manganellate, per uno di ‘sti distintivi,
Col mio corpo buttato sul nero dell’asfalto, circondato da vernice bianca e le ossa spezzate.
O forse morirò di paura, o morirò per essere stato troppo indulgente,
O morirò aspettando la morte, morirò perché non mi sto fermando mai.
Probabilmente morirò provando a comprare erba alle popolari,
Probabilmente morirò provando a separare due amici mentre litigano,
Probabilmente morirò perché è questo che si fa a 17 anni.
Tutti i problemi possibili e alla svelta, avrei voluto poter controllare le cose.” (da Fear)
Luca Casiraghi