IL GIOCO DELLE RIGHE, scrittura creativa dalla I^F
Quest’anno si vogliono proporre ai lettori di Click! i testi prodotti nel laboratorio di scrittura creativa realizzato in 1F.
La prima attività è stata “Il gioco delle righe” che consiste nel tracciare liberamente 5 righe sul foglio, guardarle attentamente e cercare ciò che emerge. Se si guarda bene oltre le righe, si possono vedere esperienze di vita, ricordi o anche delle immagini che parlano sicuramente di noi. Insomma, nelle righe ci siamo noi con il nostro vissuto e il nostro essere.
Basta guardare con attenzione e intenzione e ci sarà abbastanza per scrivere un testo, come quelli dei ragazzi della I^ F di quest’anno.
Buona lettura e appuntamento al “Bestiario”!
Professoressa Anna Di Colandrea
TUTTO IN CINQUE RIGHE
Io in queste cinque righe vedo un pentagramma, i piani di un videogioco di Super Mario e Donkey Kong e le corsie di una pista d’atletica.
La prima cosa che mi è venuta in mente guardando queste righe è un pentagramma, perché sono abituato a vederle molto spesso, dal momento che suono uno strumento che io reputo bellissimo, cioè le percussioni. Lo vedo molto spesso perché, oltre alle lezioni singole insieme al mio insegnante, suono anche nella banda giovanile del C.C.M.V. (Civico Corpo Musicale di Vimercate ).
Non so bene perché io ci abbia visto questo videogioco, forse perché Super Mario deve salire questi piani senza farsi prendere dai barili lanciati da Donkey Kong. Questo videogioco mi riporta alla mente molti ricordi legati alla mia infanzia; infatti da piccolo guardavo sempre mio fratello giocare a questo videogioco e lo ammiravo molto, come tuttora, perché riusciva ad arrivare a punti a cui io non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi.
L’ultima cosa che queste righe riescono a ricordarmi è una pista d’atletica, perché nonostante non faccia atletica mi è sempre piaciuta sia praticarla a scuola sia guardarla in televisione quando capita. Dell’atletica mi piacciono tutte le discipline anche se dai miei record personali delle scuole medie ho capito di essere molto bravo nel Vortex e nel salto in alto, pur non essendo una cima.
Pietro Oberdan Bellini
UNA GIORNATA ALL’ACQUAPARK
Vedo 5 righe, un po’ storte, non troppo precise. Queste righe mi ricordano degli scivoli. Il tutto mi fa venire in mente una giornata d’estate: 10 Luglio 2018. Ero in vacanza a Peschiera sul lago di Garda con mio fratello, mio padre e mia nonna. Avevamo deciso nei giorni precedenti di andare in questo parco acquatico, il Caneva. Qui ci siamo divertiti un sacco. Abbiamo lasciato le nostre cose sulla sdraio e subito siamo andati a fare degli scivoli. Ne abbiamo fatti tanti sia con i gommoni sia senza. Uno degli scivoli senza gommoni che abbiamo fatto è uno tra quelli molto ripidi dove scendi molto velocemente, che però dura poco,3-4 secondi. Un esempio di scivolo con il gommone è il BLACK HOLE che consiste in uno scivolo abbastanza lungo e tutto scuro, dove non si riesce a vedere niente. Verso le 12:30 ci siamo fermati a mangiare e mi sono accorto che c’erano molti più stranieri che italiani, specialmente tedeschi. Nel pomeriggio siamo entrati nella piscina con le onde; c’era talmente tanta gente che quando arrivava un’onda andavo sempre più indietro e per poco non sono finito addosso alla persona che stava dietro di me. In seguito abbiamo provato anche degli altri tipi di scivoli, ovvero quelli con un tappetino su cui devi stare sdraiato. Non andavano troppo veloci, però quando c’erano delle curve quasi mi ribaltavo e infatti ho sbattuto il gomito più di una volta. Verso le 17:30 abbiamo deciso di andarcene, quindi abbiamo recuperato le nostre cose e ce ne siamo andati. Dopo cena, verso le 22 sono andato a letto, perché ero molto stanco. È stata una bella giornata!
Emanuele Blini
LA MIA PROSPETTIVA
Vedo delle righe storte e ricalcate, alternate una sopra e una sotto.
Sono calcate perché la prima volta che le ho disegnate erano storte e purtroppo sono ancora più brutte.
Non mi piacciono queste righe perché sono storte e non sono lineari; infatti il mio carattere è abbastanza preciso e voglio che tutto ciò che mi circonda segua una logica e un rigore.
Non ci devono essere cose non in linea con la mia prospettiva. Deve essere tutto in ordine e se non ho spazio per appoggiare le mie cose prendo tutto e metto in ordine.
William Bortoletto
LE RIGHE E L’ORDINE
Queste righe sono storte, ondulate e dritte. Vedo inchiostro sbiadito e molto scuro. Sono tutte orizzontali. C’è una riga a forma di onda. Queste righe sembrano gli spazi tra le piastrelle. Vedo le linee del soffitto della classe. Queste righe sono ordinate come il mio modo di fare; infatti, la mia mania è quella dell’ordine, tanto è vero che, se una cosa non è in ordine, quasi mi arrabbio e la rimetto al suo posto,nell’ ordine, secondo me, corretto. Vedo le linee tratteggiate della strada. Sembrano i paralleli delle cartine. C’è una linea che assomiglia ad un serpente che striscia tranquillamente.
Riccardo Corallo
LA MIA ESTATE DA SOLO
Queste 5 righe mi ricordano molto le prime 2 settimane della mia estate.
Questo è stato il mio terzo viaggio da solo senza i miei genitori. Sono andato a San Valentino di Brentonico al tennis vacanze dove ci svegliavamo alle 7:00 di mattina con la sveglia del sig. Marcello, che è bellissima ed indimenticabile, facevamo colazione, ci lavavamo i denti ed eravamo pronti per fare sport fino alle 12:30. Poi balli, gioco, cedrata e pranzo a base di pasta, carne e patate e frutta. Pausa relax fino alle 14;45; facevamo sport fino alle 18:00/18:30. Poi andavamo in camera, ci “docciavamo” e ci vestivamo per cena con pantaloni lunghi e felpa e rigorosamente capelli asciutti altrimenti non potevamo scendere a cena. Come al solito per cena c’era pasta, carne, patate ma al posto della frutta c’era il dolce (l’unica cosa che cambiava ogni giorno). Dopo cena ci ritrovavamo in una sala dell’ hotel dove alloggiavamo e i responsabili ci raccontavano come avevano organizzato la serata. Per esempio c’era chi andava in discoteca chi in campeggio chi faceva i giochi e chi il pool party, dove ognuno aveva diritto a 2 “drink”. Alle 23:00 noi più grandi facevamo il bagno in piscina e poi a letto dopo una giornata intensissima; in verità eravamo talmente euforici che non riuscivamo a dormire e iniziavamo a chattare fino alle 2/3 di notte o fino a quando non avevamo sonno.
Luca Cortimiglia
L’ESTATE PERFETTA
Io in queste cinque righe vedo l’autostrada e dei binari di un treno. Perché? Perché mi ricordano la mia estate 2018 e, dato che ho un bel ricordo di questo momento, guardando queste poche righe penso alla mia vacanza. Con l’autostrada penso al viaggio di andata. Il 7 Luglio, per la prima volta, sono partito senza i miei genitori, ma con i miei zii, destinazione San Mauro Cilento, un piccolo paese di montagna in provincia di Salerno, dove vivono i miei nonni paterni. In macchina abbiamo percorso tutta l’autostrada per arrivare poi a San Mauro. Invece, penso ai binari del treno per il ritorno. Mio zio mi ha accompagnato alla stazione di Napoli Centrale, dove ho preso il treno per tornare a Milano. Ero abbastanza triste perché non volevo tornare.
Michele Di Gregorio
IL TRENO
L’estate scorsa sono stata in Romania per due settimane insieme a mia madre. La prima settimana siamo rimaste a Bucarest ma successivamente siamo andate in una contea della regione storica di Transilvania e per arrivarci abbiamo perso il treno. Ho scelto di raccontare questa storia in quanto le righe che ho disegnato mi hanno ricordato i binari. Il viaggio è durato sei ore, tuttavia non è stato noioso. Per tre ore ho ascoltato la musica sul mio cellulare, dopo ho iniziato a prestare attenzione alle conversazioni degli altri passeggeri vicino a me per passare il tempo. All’arrivo era mezzogiorno. Ad aspettarci alla stazione c’era mio zio. Ero contenta di rivederlo perché non ci vedevamo da un paio di anni. Arrivati a casa abbiamo posato i bagagli e per pranzo ho chiesto a mio zio di cucinare i mici, un piatto tipico della cucina romena (sono dei salsicciotti di carne). Così è uscito in giardino, ha acceso la griglia e ha cucinato per noi. Dopo aver mangiato, ho passeggiato per il resto del pomeriggio per il giardino ed infine, verso sera, ho guardato la televisione per potermi allenare col romeno.
Edith Dobrovschi
IO E LA MIA IMMAGINAZIONE
Vedo 5 righe tutte storte come la corsa di un compagno delle medie che non nominerò in questo testo. Correva come un russo che ha bevuto 2 bottiglie di vodka… Oppure come i miei disegni, che per fare una singola riga devo cancellarla e ricancellarla minimo 20 volte. Controllo il vicino di banco che sta facendo una copia quasi perfetta di un personaggio di un Anime veramente dettagliata senza nemmeno una cancellatura e in quel momento mi verrebbe voglia di strappare il mio foglio…
Marco Flumian
LA PISTA DI ATLETICA
In queste righe io vedo le corsie di una pista di atletica.
Uno spazio di pochi centimetri dove si corre. È come tutte le passioni, ma incompresa! Purtroppo non tutti capiscono perché si gira attorno ad una pista. Non capiranno mai cosa vuol dire arrivare dopo una gara e sentire la soddisfazione di esserti sudato quel risultato! È incredibile come così poco possa farti provare tutto questo, anche se si ha a che fare con un nemico molto “fastidioso”:la fatica! È una sensazione straziante, fastidiosa, odiosa, brutta… Ma è proprio quella sensazione a rendere speciale la corsa! È molto strano capirla e, di fatto, la maggior parte delle persone non la capisce e mai la capirà! È una cosa che mette tutte le persone sullo stesso piano, perché richiede pochissimi soldi. L’unica cosa che costa sono le scarpe, ma pantaloncini e maglietta costano pochissimo. In passato si diceva che, per esempio, il tennis era lo sport dei nobili…ecco, la corsa è lo sport dei “poveri”, perché serve poco o niente per praticarla. Di fatto nella corsa molti campioni sono africani! Spero che un giorno tutti possano capire questo sport!
Giuseppe Grassano
LA CITTÀ
Queste righe mi fanno pensare alle strade delle città dove passano le macchine e le persone negli spazi vuoti tra una linea e l’altra.
Sulle strade ci sono macchine che corrono, quelli che aspettano davanti al semaforo, bambini che piangono, persone che chiacchierano e ridono e autisti che gridano e si arrabbiano per il traffico.
Attraverso queste righe sento anche il chiasso della città e vedo la vita di ogni persona.
Tra le persone sento anche l’amore che provano l’ uno per l’altro : ci sono amici, o amiche, che escono insieme , coppie che si vogliono bene e famiglie che cenano insieme scherzando e ridendo tra loro.
Tramite queste righe, quindi, vedo la vita nelle città piene di macchine e persone che lavorano duramente per avere una vita migliore e ragazzi che ridono e piangono nei diversi momenti della vita.
La vita è piena di cose da scoprire e persone da conoscere , ma ci sono anche diversi momenti felici e tristi.
Natalina Hong Man Yin
UN CARO AMICO
Righe rette e con nessun movimento, sono grigie come un inizio e una fine…
Ricordo una lontana giornata di sole, una normalissima giornata tranquilla. Ero a casa mia, insieme al mio papà. Nel tardo pomeriggio squillò il telefono di casa; era mia zia che informava mio padre di una cosa successa poco tempo prima. Appena mise giù il telefono mi chiamò in sala con una voce molto seria e bassa… mi fece sedere sul divano, mi prese le mani e disse lentamente il mio nome.
Capii che si trattava di una importante dalla sua espressione: aveva gli occhi lucidi, sembrava che stesse per piangere… a voce bassa mi disse che mia zia lo aveva chiamato per dirgli che un nostro carissimo amico (che non stava bene) era morto, ci aveva lasciato, era andato in un posto migliore.
Io non commentai, rimasi zitta…
Il mio papà prese la giacca e con le lacrime che gli scorrevano sul viso andò all’ospedale.
Ero sola, in casa da sola… iniziai a piangere, cercavo di calmarmi ma non ci riuscivo. Ad un certo punto chiamai mia nonna e le spiegai cos’era successo! Venne subito a prendermi e mi portò a casa sua… la sera i miei genitori ci raggiunsero e parlammo di altro. Ancora adesso, solo a scrivere mi viene da piangere! Mi manca…
Chiara Luppi
LA MIA VITA
Queste cinque righe mi ricordano l’autostrada che percorrevo per andare in vacanza d’estate in Albania con mia mamma, i miei zii e cugini tutti insieme. Mi piaceva molto e ancora adesso adoro viaggiare. Ogni volta che viaggiavo per ben 15 ore mi rilassavo leggendo un bel libro e poi mentre lo leggevo dormivo. I paesaggi mi incuriosivano molto e chiedevo ogni volta:”In quale Stato siamo?”. Poi, morivo dal ridere perché alle dogane straniere non capivamo niente e per ogni indicazione dovevi dare soldi . Se davi 500 euro ti fornivano una indicazione precisa, invece se davi al di sotto di quella cifra loro facevano anche apposta a fornirti una indicazione errata. Infatti alla fine abbiamo percorso il viaggio senza chiedere informazioni, però poi abbiamo sbagliato strada per andare in Montenegro e siamo andati quasi in Serbia. Abbiamo visto il cartello gigante con scritto “Serbija” e abbiamo chiesto informazioni. Fortunatamente c’era un signore che sapeva parlare albanese e ci ha fornito le informazioni esatte per arrivare a destinazione, e non ha chiesto soldi. Comunque, gli abbiamo dato 50 euro. Io ero molto contento che ci fossimo persi così almeno mi sono goduto quattro ore di viaggio. Dopo siamo arrivati perfetti senza perderci un’altra volta.
Emiliano Mani
I DUE AMICI
Dieci anni fa in una città c‘era un carcere dove erano rinchiusi 2 dei criminali più pericolosi di tutto il mondo. Avevano entrambi un hobby ovvero suonare con il pianoforte delle melodie che incantavano tutte le persone che le ascoltavano.
I due si chiamavano Josè di Flauto mentre l’altro Roberto d’Atena.
I due si erano conosciuti un anno prima durante la festa in cui si potevano incontrare i propri familiari. Quando si conobbero, subito fecero amicizia e si chiesero dove vivevano, se avevano figli e per quale motivo erano finiti in prigione. Andarono avanti a parlare per ore e ore finché non dovettero andare in cella. Il giorno seguente i due si misero a parlare di quando sarebbero usciti dal carcere. Poi uno uscì, mentre l’altro sarebbe uscito due mesi dopo.
Tre mesi dopo i due cercarono di incontrarsi ma non ci riuscirono. Nel mentre uno dei due riuscì a trovare lavoro in una pizzeria che era molto frequentata dal suo amico di prigione, così dopo 4 anni si incontrarono. Furono molto felici di rivedersi cosi, dopo essersi abbracciati, ordinarono una pizza si misero a parlare.
20 anni dopo i due avevano 72 e 74 anni però uno dei due il giorno in cui compiva 75 anni venne investito da un camion che stava andando ad alta velocità. L’altro dopo aver saputo la brutta notizia decise che ogni giorno sarebbe andato a trovarlo.
L’anno successivo morì anche l’altro che venne sepolto affianco al suo migliore amico.
Kevin Olza
IL VILLAGGIO DELLA COMETA
Due tende di un villaggio indiano vengono attraversate dalla scia di una cometa nella notte.
Tutto il villaggio, vedendola, rimane sorpresa; alcuni invocano le divinità e gli spiriti, lodandoli; altri preparano ed accendono il falò, per prepararsi alla festa che si terrà, per lodare e festeggiare il dono della cometa.
Inizia la festa, tutti ballano attorno al fuoco, mentre si consuma il cibo e si lodano gli spiriti.
Dopo il grande pasto e l’ultima preghiera, il villaggio si rintana nelle tende e la scia, quasi in contemporanea, sfuma fino a sparire e lascia il cielo nero e spoglio.
Il villaggio si addormenta.
La notte è ormai accompagnata solo dal lento respiro dei bufali addormentati… domani sarà un altro giorno e si presenteranno altri panorami ed avventure.
Manuel Ricciardi
UN TRAGICO EVENTO
In queste 5 righe io vedo dei mobili, che si trovano nel salotto di casa mia. Sopra ci sono delle decorazioni come fiori, statuine… Il salotto si trova a fianco alla cucina e alla camera dei miei genitori.
Poi, all’improvviso questo salotto non si trova in una vera e propria casa ma in un castello.
Il castello attualmente appartiene alla mia famiglia, ma circa 100 anni fa apparteneva ad una famiglia reale.
Un giorno questa famiglia visse un evento tragico: andò in guerra con il suo esercito.Sembrava andare tutto bene quando un attacco nemico distrusse tutta la famiglia, tranne il padre. Stando in quel castello gli veniva sempre più nostalgia giorno dopo giorno, perché gli faceva ricordare quel brutto momento trascorso in guerra, perciò decise di cedere il posto al mio bisnonno.
Andrea Sassano
LA NOSTRA SOCIETÀ
Io vedo cinque righe e, in mezzo a questi segni ricalcati con la penna , vedo degli spazi bianchi. Vedendole cosi non mi viene in mente niente, ma osservandole più attentamente, più a fondo, mi viene in mente la nostra società, dove ognuno è più piccolo o più grande dell’altro, a parte l’ultima riga , l’ultimo livello della nostra società.
Mi viene in mente anche un’immagine di un social network più precisamente “Instagram”, oppure mi sembra di vedere un piede più grande che schiaccia un piede più piccolo e così torno al pensiero della società. Penso che la nostra società sia uno scarabocchio , che andrebbe cancellato, cioè andrebbe riscritta dall’inizio. Oramai tutto ha un costo, persino l’acqua , ma ora noi viviamo in un mondo superficiale. La cosa che mi dà più fastidio è che non ci rendiamo neanche conto che siamo schiavi del “Dio denaro”. Mi spiace ma non dev’essere così.
Nicolò Senes
I PALI GRIGI
Io vedo dei pali grigi che mi ricordano il posto in cui nella mia vecchia scuola facevamo la giornata sportiva. Mi ricordo che in seconda media nella giornata sportiva dovevo fare il vortex, lancio del peso e salto in lungo. I primi 3 sarebbero passati alle Provinciali, ma io sfortunatamente in tutti e 3 sono arrivato quarto.
Gabriel Stetco
IL LIBRO
Mi ricordo di un libro che ho letto, che parlava di una storia strana, che mi ha molto emozionato.
Un bambino mentre correva, in un pomeriggio di estate, vide un animale un po’ strano. Si fermò per guardarlo meglio: “Sembra un cane”, si disse.
Quell’animale era rosso come il fuoco e sembrava che lo fissasse anche lui. Appena abbaiò, il bambino fuggì.
Il cane rimase fermo lì! Il bambino appena tornato a casa,lo disse ai suoi genitori che non gli credettero.
Il giorno seguente tornò nel punto in cui aveva visto il cane ma era scomparso.
Si avvicinò al punto dove era il cane il giorno prima,trovò dell’erba bruciacchiata ed un medaglione, che prese.
La sera, arrivato a casa, iniziò a ispezionarlo. Non c’era nessun dettaglio all’esterno ma dentro c’era una foto di quel cane insieme ad un uomo, ”probabilmente il padrone”.
Lo mostrò ai suoi genitori e il padre esclamò: “Quello è il medaglione del tuo bisnonno con la sua cagnetta!”.
Il bambino chiese dove fosse il bisnonno e il padre gli rispose: ”Purtroppo è morto,però se vuoi lo portiamo dalla bisnonna”.
Il bambino insieme alla famiglia andò dalla bisnonna per darle il medaglione e la stessa notte sognò la cagnetta e il suo bisnonno che gli disse: ”Grazie per il medaglione. Allora, noi fantasmi riusciamo a farci vedere!”.
A quel punto il bambino si svegliò spaventato e confuso.
Riccardo Stucchi
IL PROFESSORE DI MUSICA
Queste cinque righe mi ricordano le corde di una chitarra. Mi ricordo l’anno scorso, in terza media, le lezioni di musica. C’era questo mio amico che aveva la passione per la chitarra ed ogni giorno in cui c’era musica la portava. Allora al nostro professore venne l’idea di insegnare a tutti a suonare uno strumento. I primi giorni eravamo tutti tranquilli e provavamo ad imparare ma poi nei giorni successivi le cose cambiarono, perché iniziammo a non ascoltare più i suoi insegnamenti perché tanto lui non ci riprendeva. Così la maggior parte della classe era in giro e pochi come me, che avevano chiesto se si poteva mettere della musica e cantare, cosa che a me piace molto, stavano in classe. Grazie a questa idea il professore iniziò a valutarci in canto, teoria e strumento. Alla fine dell’anno in pagella presero tutti dei voti alti, dall’otto al dieci, visto che dava solo quei voti.
Leonardo Varisco
LA FORMULA 1
Vedo un rettilineo di una pista di Formula 1. Di recente si è disputato il Gran Premio di Monza e la gara è stata vinta da Hamilton. Io sono stato lì a vederla e dalla mia posizione sono riuscito a vedere 3 o 4 sorpassi… La gara è stata bellissima.Peccato che le due Ferrari non abbiano fatto una gara perfetta. È stato un pomeriggio fantastico e la sera, come ciliegina sulla torta, siamo andati in un ristorante a Lesmo chiamato “ Mordi & fuggi”, dove veniamo una volta a settimana. Dopo aver cenato, verso le 22 siamo tornati a casa e dopo un po’ di televisione siamo andati a letto. È stata proprio una bella giornata passata in famiglia.
Marco Viganò