IL CAMPO DI FOSSOLI, una storia tutta italiana
In occasione del 22 febbraio, giorno in cui nel 1944 partì da Fossoli il primo convoglio verso Auschwitz (tra i 650 prigionieri trasferiti c’era anche Primo Levi), raccontiamo la storia di un campo di prigionia attivo durante il secondo conflitto mondiale in territorio italiano.
Il campo di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena, venne istituito nel luglio del 1942 dal regime fascista come campo di prigionia per i militari nemici catturati in nord Africa. L’istituzione di campi d’internamento in Italia era già stata stabilita nel 1940 con l’ingresso dell’Italia in guerra. L’internamento era previsto per oppositori politici, prigionieri di guerra e stranieri.
La mattina del 9 settembre 1943, dopo l’armistizio, i tedeschi occuparono e iniziarono a liquidare il campo dagli oltre 4200 prigionieri di guerra verso i campi di concentramento e lavoro in Germania.
Il 14 novembre del 1943 fu emanata, dalla neonata Repubblica Sociale Italiana, la Carta di Verona, che presentava i punti fondamentali del Partito Fascista Repubblicano. All’articolo sette di questa carta costituzionale si leggeva: “Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica.” Con questo articolo si passava dalle leggi razziali fasciste all’internamento degli ebrei italiani nelle carceri, dalle quali avrebbero poi dovuto essere trasferiti nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, prevalentemente Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossemburg, Buchenwald e il complesso di Auschwitz.
Il 30 novembre dello stesso anno, il ministro degli interni Buffarini Guidi emanò l’ordine di Polizia n. 5 che stabiliva l’istituzione di centri attrezzati per l’internamento degli ebrei presenti sul territorio occupato, in attesa della liquidazione di questi verso nord ed est.
Tra il 3 dicembre 1943 ed il 15 marzo del 1944 il Campo Vecchio funzionò come luogo di internamento prevalentemente per stranieri di nazionalità nemica, tra questi anche ebrei, ma anche per oppositori politici e civili.
A tenere sotto sorveglianza i prigionieri fu il corpo di guardia italiano.
Il 22 febbraio 1944 partì dal campo di Fossoli il primo convoglio verso Auschwitz: tra i 650 prigionieri trasferiti con questo trasporto c’era anche Primo Levi, arrestato dai miliziani fascisti in Valle d’Aosta il 13 dicembre 1943.
Dichiarando la sua condizione di “cittadino italiano di razza ebraica”, Levi era stato infatti internato nel campo di concentramento di Fossoli.
Sopravvissuto alle atrocità dei lager nazisti, Primo Levi raccontò della sua permanenza a Fossoli in “Se questo è un uomo” e nella poesia “Il tramonto di Fossoli”.
Degli otto convogli che partirono da Fossoli, cinque ebbero come destinazione il campo di sterminio di Auschwitz.
Il 15 marzo 1944 a Fossoli entrò in funzione il Campo Nuovo, adibito a campo di smistamento e di transito per soli ebrei.
Questo campo, a differenza del Campo Vecchio, era sotto la stretta sorveglianza delle SS, la maggior parte delle quali era stata trasferita a Fossoli dai campi del nord.
Le condizioni di vita nel campo erano accettabili: le famiglie non venivano separate, la razione di cibo era quasi militare e le condizioni igieniche non erano delle più terribili.
Nel luglio 1944, viste le continue offensive da parte della resistenza locale, nazisti e fascisti procedettero con la totale liquidazione del Campo Vecchio verso il campo di transito di Bolzano Gries, campo di transito in cui, nel settembre del 1944, venne internato anche il noto conduttore televisivo Mike Buongiorno il quale, arruolatosi nella resistenza, era stato catturato dalla Gestapo che lo risparmiò alla fucilazione perché in possesso di documenti americani. Buongiorno rimase in una cella d’isolamento a Gries per essere trasferito nel campo di Reichenau due settimane più tardi.
In seguito all’uccisione di sei soldati della Wehrmacht, avvenuta il 25 giugno 1944 a Genova, il 12 luglio 67 prigionieri furono prelevati dal Campo Nuovo di Fossoli, condotti al poligono di tiro di Cibeno e trucidati dalle SS.
Con gli ultimi trasporti di ebrei nell’agosto del 44′, il Campo Nuovo iniziò a occuparsi della liquidazione di civili e lavoratori coatti verso Gries e i grandi campi del Reich fino a novembre.
Nel dopoguerra, precisamente dal novembre del 1945 al marzo del 1970, il campo divenne un centro sociale con attività produttive e ricreative che ospitò profughi e indesiderabili, la comunità di Nomadelfia e il Villaggio San Marco.
articolo di Lorenzo Roncaglia