Facebook: Il Pascolo Virtuale
La parola chiave dei social network, ora come ora, non è “comunicazione”, ma “semplicità”: praticamente ogni persona è in grado di usarli e, soprattutto, sono gratuiti. Fare nuove amicizie è semplicissimo, eppure… siamo proprio sicuri che queste persone siano davvero “amici”? I profili falsi, ad esempio, infestano i social network dal giorno in cui sono stati inventati. Nonostante ciò, perché la persona comune continua a usare i social network? E tu, “Tu hai Facebook”?
Facebook: più di un settimo della popolazione del pianeta usa questo servizio, ma, con molte probabilità, meno della metà di questi conosce l’origine del suo nome. Un “Face Book” è un annuario scolastico, uno di quei libri con le varie foto degli studenti (funzione che è infatti all’origine del sito: sarebbe dovuto essere un annuario online per l’università di Harvard). Dopo questa piccola lezione di storia, possiamo arrivare al problema principale…
“Tu hai Facebook?”: molte volte mi è stata posta questa domanda e la risposta è sempre stata negativa, perché non ho intenzione di creare un account su un social network solo perché molte persone l’hanno fatto. Dopo la creazione dei social network come Facebook e dei programmi di messaggistica come Whatsapp, la persona comune ha iniziato a smettere di comunicare direttamente con le proprie conoscenze, preferendo farlo tramite questi servizi. È come in un gregge di pecore: una parte, tutte la seguono.
Nei social network si possono trovare persone di ogni tipo, con le quali puoi fare amicizia con un click sull’apposito tasto. Molte persone, però, fanno amicizia con qualsiasi profilo che incontrano e possono poi incappare in vari problemi: non tutti i profili dicono la verità sul proprietario e queste persone spesso lasciano foto false per attirare visualizzazioni e “mi piace”. Ma un profilo, vero o falso, è comunque un profilo: un “amico” in più, no?
I profili falsi infestano i social network dal giorno in cui sono stati inventati. Creare un profilo falso è semplice: basta inserire delle informazioni fasulle e il profilo è pronto per essere usato per ogni scopo. Solitamente i profili falsi più comuni sono profili spam (controllati automaticamente da malintenzionati e che inviano amicizie completamente a caso, riempiendo poi i malcapitati di link pericolosi, malware o adware), profili di cyberbulli oppure di ladri di identità, che si fingono altre persone per ingannare i malcapitati che ricevono o inviano la richiesta di amicizia.
Con i social network è poi possibile offendere una persona senza che essa possa controbattere: questa è la ragione dell’esistenza dei cyber bulli, che sfruttano l’anonimato per attaccare altre persone. Tutto questo va contro i termini di servizio, ma… “Chi se ne frega”? Fare nuove amicizie è semplicissimo, eppure… siamo proprio sicuri che queste persone siano davvero “amici”? “Va beh, sono amici perché sono nella lista”.
Molte persone sono ignare del pericolo che corrono provando a essere “social”, cercando di essere popolari e caricando sul sito le proprie foto. Il problema è che, come viene esplicitamente detto nei termini di servizio, quando una foto viene “postata” diventa di proprietà del social network. Praticamente, pubblicando queste foto, state regalando la vostra autobiografia a Mark Zuckerberg.
Pericoli a parte, però, i social network offrono varie comodità: rendono le comunicazioni con gli amici molto più semplici e supportano la creazione di amicizie; con Whatsapp, ad esempio, basta avere un amico nella rubrica del telefono per inviargli messaggi di testo o vocali. Per comunicare basta avere un abbonamento a internet mobile, semplice da fare ed economico. La parola chiave dei social network, ora come ora, non è “comunicazione”, ma “semplicità”: praticamente ogni persona è in grado di usarli e, soprattutto, sono gratuiti.
Il fatto che i social network siano semplici da creare e gratuiti significa che si possono creare, come dicevamo, infiniti account per scopi negativi, quando non illegali. Recentemente è stato infatti scoperto che più della metà delle foto di bambini messe da madri ignare su Facebook sono state usate per scopi legati alla pedofilia, con gli autori protetti dall’anonimato fornito dai profili falsi.
Le “amicizie” che si fanno sui social network non sono vere: c’è un’enorme differenza tra un amico conosciuto nel mondo reale, di cui conosci la personalità, e l’immagine di un volto anonimo su un sito pubblico. Chissà quante persone usano la stessa immagine del volto di qualcun altro, magari di una celebrità? Difficile dirlo, perché sarebbe un numero troppo alto, che equivale al numero di persone ingenue che riescono a credere alle bufale più ridicole, le cosiddette fake news. Eppure è passato molto tempo dal loro primo, importante utilizzo: gli imperi dell’antichità sono ormai storia!
Nonostante tutti i pericoli menzionati, però, perché la persona comune continua a usare i social network? La risposta è semplice: in molti sono del tutto o parzialmente ignari dei pericoli che corrono, altri addirittura ne sono abbastanza consapevoli ma comunque disponibili a correre il rischio e, soprattutto… quasi nessuno legge i termini di servizio!
Mattia Manganini