DIETRO LE QUINTE, la 3B agli studi RAI di Milano
Una visita agli storici studi RAI di Corso Sempione, alla scoperta di cosa c’è dietro le quinte di ciò che vediamo tutti i giorni in TV: un viaggio attraverso professioni, tecnologie e artigianato, a diretto contatto con un ambiente permeato di passione e impegno. E poi, l’emozione di una diretta nazionale…
La televisione è un oggetto che ha accompagnato la vita di ben più di una generazione. Chi è nato fra gli anni ‘90 e i primi 2000 può rendersi conto che la televisione è nata durante la gioventù dei propri nonni, si è sviluppata ulteriormente durante quella dei propri genitori fino a diventare come la conosciamo oggi. È una storia lunga più di 60 anni, che in Italia ebbe inizio il 3 Gennaio 1954 dagli Studi RAI di Corso Sempione 27 a Milano, con l’inizio delle trasmissioni ufficiali della televisione di stato. Noi alunni della classe 3°B, grazie al progetto RAI Porte Aperte, abbiamo avuto l’occasione di visitare proprio gli studi da dove tutto ebbe inizio e, ancora oggi, tutto sta andando avanti.
Arrivati a Corso Sempione 27 non si possono non notare il grande edificio e l’Antenna che, insieme alle sue parabole, porta il nome “RAI” sui cieli di Milano. Dopo un breve controllo di sicurezza veniamo introdotti nella prima stanza del grande edificio, dove ci si presenta una parete ricoperta di schermi, ognuno che proietta la trasmissione in diretta di un diverso canale RAI. Non si può non restare, almeno per qualche secondo, affascinati da questa visione.
Come prima tappa del tour veniamo introdotti in una sala conferenze, in cui regna un silenzio piuttosto inusuale. Come ci viene spiegato, questo “silenzio” ha a che fare con la struttura dell’edificio in cui ci troviamo: progettato nel 1939 da Gio Ponti e inaugurato nel 1952, il palazzo RAI di Corso Sempione era stato pensato appositamente come studio radiofonico e, successivamente, riadattato per la trasmissione televisiva. Alcune stanze dell’edificio sono state quindi progettate per essere isolate da qualsiasi tipo di rumore esterno.
Ci viene anche spiegato che proprio nell’edificio in cui ci troviamo sono iniziate le prime trasmissioni RAI, nel 1954. Le trasmissioni, ovviamente in bianco e nero, erano esclusivamente in diretta e duravano poche ore al giorno. Nel 1961 si aggiunge un secondo canale al primo e unico già esistente: nasce RAI 2. Nello stesso anno, entrambi i canali cominciano a trasmettere 12 ore al giorno. Nel 1977 comincia a diffondersi la TV a colori e, l’anno successivo, nasce il terzo canale, RAI 3. Questi sono solo alcuni degli eventi principali che hanno portato la RAI ad essere quello che conosciamo oggi: un servizio televisivo che copre interamente il territorio italiano, comprendente di 13 canali televisivi nazionali che mandano in onda 24 ore su 24 qualsiasi tipo di programma, dalle fiction televisive agli eventi più importanti, come le olimpiadi o le prime al Teatro alla Scala.
Finita la breve introduzione riguardante la storia della RAI, può iniziare il tour vero e proprio.
Come prima tappa abbiamo gli studi radiofonici, dove avvengono alcune delle trasmissioni per i 10 canali radio della RAI. Ci si presenta davanti una sala fornita di strumenti di vario tipo, dai grandi microfoni ai monitor audio. Adiacente a questa stanza si trova un’altra molto più ampia, delimitata da porte spesse e doppi vetri per fare in modo che l’isolamento dai rumori esterni sia pressoché totale. Ci viene spiegato che questa stanza è utilizzata per la registrazione di musica o, addirittura, per la trasmissione in diretta radio di concerti. L’unico oggetto che occupa una parte del pavimento è un pianoforte grancoda, lasciando il resto dello spazio libero. Si può quindi immaginare quanti musicisti, nel corso dei decenni, si sono trovati a suonare proprio lì, su quel pavimento di legno leggermente consumato e annerito.
Usciti dalla grande stanza e percorso un breve corridoio, ci ritroviamo negli studi audio e doppiaggio. Qui, in una piccola stanza dotata di un microfono e uno schermo, molti doppiatori italiani hanno prestato la propria voce ai molti personaggi delle altrettante serie tv o film prodotti dalla RAI. Accanto alla stanza, davanti al proprio mixer, un ingegnere si cura di dare indicazioni al doppiatore, di registrare e di mixare il prodotto ottenuto. Avviene così la magia del doppiaggio, grazie al quale personaggi che prima parlavano una lingua straniera o che non parlavano affatto acquisiscono una voce.
Dopo aver lasciato il mixer della sala doppiaggio, come tappa successiva ci aspetta la sala montaggio video. Qui, davanti a una serie di schermi disposti in fila che proiettano la schermata di un programma di montaggio video, apprendiamo che quello che vediamo in tv è frutto di un assemblaggio ben studiato di spezzoni di varie riprese. Quello che vediamo sugli schermi, infatti, è una parte dei servizi che andranno in onda sul telegiornale di lì a poco. Ma come fanno, questi servizi, ad arrivare alle nostre case? Non può quindi mancare una tappa nella centrale operativa di Rai Way, che diffonde il segnale radiotelevisivo in tutta Italia e che proprio a Milano ha il suo centro di controllo nazionale.
Attraversando poi un groviglio di scale e corridoi, veniamo condotti dove avviene la vera magia: gli studi televisivi. Primo è quello che anni fa venne utilizzato per “L’albero azzurro”, al momento allestito per presentare una rubrica sul basket. Successivamente ci inoltriamo nello studio de “Un pugno di libri” e della “Domenica sportiva”. Le dimensioni degli studi variano, alcuni più grandi mentre altri più piccoli, ma tutti hanno una caratteristica in comune: sul soffitto presentano una fitta serie di telecamere e fari che pendono verso il basso. Questi servono per dare diverse angolazioni luminose e diversi effetti al momento delle riprese.
Una delle tappe sicuramente più affascinanti del nostro percorso è la diretta del tg. Poco prima di mezzogiorno veniamo condotti nello studio del telegiornale di RAI 3: un’ampia sala che presenta sui lati opposti due scrivanie, una per il tg regione e una per il tg3, e nel mezzo i cameraman, con i loro accessori, insieme ai responsabili del trucco, del copione e al regista che camminano velocemente, visibilmente di fretta. Tutti si stanno ancora preparando, mentre noi ci dividiamo in due gruppi: il primo rimane dietro alle telecamere, ad assistere alla diretta in silenzio e senza disturbare, mentre il secondo si sposta nella sala regia, ovvero dove la trasmissione viene guidata. Entrando nella sala si presentano più di una cinquantina di piccoli monitor, disposti in 5 file da 11; alcuni sono spenti, altri mostrano diverse trasmissioni o spezzoni di video, fra cui quello della diretta. Sotto gli schermi, un’enorme scrivania piena di pulsanti permette agli addetti di preparare i collegamenti con i vari servizi e di mandarli in onda. Si nota la concentrazione e il duro lavoro che c’è dietro, in ogni istante dall’inizio alla fine. In contemporanea, nello studio, il presentatore parla alle decine di migliaia di spettatori sintonizzati sul canale, dando di tanto in tanto la parola ai giornalisti dislocati nei più svariati luoghi d’Italia e del mondo. A metà della trasmissione usciamo dallo studio, inoltrandoci verso le tappe finali.
Gli ultimi passi del percorso ci portano a visitare i magazzini dell’edificio. Detto così sembrerà nulla di che, ma una volta lì dentro, chiunque si stupirebbe: una infinità di oggetti di scena, utilizzati nel corso degli anni nelle varie serie televisive, show e programmi, si presenta davanti ai nostri occhi. Ci si può trovare di tutto: da frutta finta a statue, dai primi telefoni ai primi televisori, dai dipinti agli elettrodomestici; c’è di tutto e di più, disposto con ordine e secondo uno schema preciso su vari scaffali in molteplici corridoi. Per non parlare poi del guardaroba! Poco più avanti si trova infatti un magazzino contenente scarpe e vestiti. Quest’ultimo conta numerosi armadi che costeggiano il corridoio centrale, ognuno di essi contenente una marea di capi d’abbigliamento, tutti rigorosamente archiviati.
Dietro alle quinte, tutto è diverso, non è semplice come appare in tv; dietro c’è molto lavoro e professionalità, molte persone che, operando come una grande squadra, si organizzano, si muovono, agiscono con evidente e palpabile passione e si impegnano per donarci anche solo un pizzico di quello che vediamo in tv. Nessun dettaglio è tralasciato o affidato al caso, e la magia avviene grazie a un duro lavoro.
Luca Costantino, Mattia Falzarano