Conservazione VS Progresso, ovvero: IL PIÙ GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE
Due modi diversi di guardare alla realtà, ai cambiamenti, alla tecnologia. Due modi di vivere, due spiriti contrapposti che caratterizzano l’essere umano da sempre, sin dal lontano Pleistocene raccontato dal formidabile romanzo di Roy Lewis del 1960. Conservatorismo VS Progressismo, Zio Vania VS Edward. Ovvero: IL PIÙ GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE.
ZIO VANIA: perché cambiare?
Ciao, io sono Vania. Sì, sono lo zio antipatico che secondo la famiglia di Ernest aveva la mentalità antiquata, rimasto sugli alberi come l’uomo primitivo.
Però voglio farti una domanda… perché fare innovazioni tecnologiche?
A cosa ci serve ad esempio il fuoco? È pericoloso, difficile da reperire e, in più, devi tenerlo sotto controllo come i bambini (non ci bastano già quelli!). Oltre a dover cercare i tuoi alimenti, devi trovare anche della legna per tenerlo acceso e, oltre a questo, non ha altre utilità. Per quale ragione dovrei aspettare che la carne, che mi sono guadagnato con tanta fatica, si scaldi sopra la fiamma del fuoco? Non rischio che un predatore mi attacchi alle spalle? O peggio, un altro uomo me la rubi dopo avermi pestato?
Vuoi sapere un’altra assurdità? Perché scendere dagli alberi per stare con i piedi per terra?! Non rischi d’esser sbranato da un leone, che normalmente, non si arrampica sugli alberi?! Non corri il pericolo d’esser calpestato da un mammut? Per non parlare poi della notte! Dovresti restare sveglio a vigilare che nessun predatore ti sbrani mentre riposi. E vuoi mettere una grotta buia, chiusa, e con un pavimento freddo di pietra contro un albero così alto e vicino al sole che ti scalda e t’illumina?
Vuoi un’altra questione interessante? Per quale ragione dovrei scheggiare in maniera tanto raffinata e attenta una pietra se serve solo a rompere gusci?! Andiamo! È una vera e propria perdita di tempo! Prima o dopo si scheggia da sola!
Vorrei sapere, inoltre, perché comunicare le mie scoperte con altri uomini scimmia! Partiamo dal presupposto che sarebbe come lamentarsi della propria moglie con il primo cinghiale che passa… Cosa gliene frega?! Mettiamo poi il caso in cui scoprissi qualcosa di veramente utile, perchè dirlo ad altre orde? Non ho fatto fatica a scoprire quell’invenzione? Sarebbe come perdere le gambe combattendo contro un leone e, una volta ucciso, darlo alla prima orda di ominidi che passa. È da veri idioti!
Ma ora dimmi, tu, homo sapiens sapiens, tu che ti trovi nel 2018, hai mai capito il senso delle Pitture Rupestri?
Tutti mi dicono: “È arte”. E io rispondo: “Ma sono quattro omini stilizzati affiancati da altri scarabocchi!”.
Non prendiamoci per il naso! È risaputo che l’arte è la più grande perdita di tempo in assoluto! Una volta disegnato, per esempio, un mammut che viene ucciso da degli uomini, puoi prenderne la carne e mangiarla? Puoi prenderne la pelle per scaldarti? Puoi congratularti con quei cacciatori?
Non prendiamoci in giro! Sai meglio di me che Edward e tutta quella mandria di pecoroni della sua famiglia sono impazziti, e che un giorno ci rimarranno secchi con tutta questa tecnologia.
EDWARD: cambiare per evolversi e progredire…
Ciao, io sono Edward, un ominide che vive nel Pleistocene, e credo che le mie invenzioni e le mie scoperte cambieranno la storia, il corso dell’umanità e renderanno migliore la vita degli esseri viventi che ne usufruiranno.
La prima delle mie invenzioni, che poi è anche la più grande, è il fuoco. La produzione del fuoco, il suo utilizzo e il saperlo domare. All’inizio il fuoco era una comodità e una scomodità allo stesso tempo. Era utile per il fatto che era ottimo per scaldare e per tenere lontani gli animali dalla nostra grotta. Il fattore negativo era che l’unico modo per ottenerlo era salire fin sopra il vulcano e, con tanti bastoni, riuscire a portarlo alla caverna e non lasciarlo spegnere, sennò si era punto e a capo.
Ovviamente mio fratello Vania non era d’accordo con le scoperte che stavo facendo sul fuoco, diceva che quello non era il suo posto e non era dove la natura voleva che stesse. Ma d’altronde lui non era mai stato d’accordo con i miei pensieri, infatti avevamo già avuto divergenze quando ho insistito per scendere dagli alberi e andare a vivere sul terreno sottostante. All’inizio anche gli altri miei famigliari erano restii, ma alla fine si sono convinti.
I vantaggi erano tanti, come cacciare, spostarsi con più facilità, ma tutto questo era possibile solo se fossimo stati in posizione eretta, liberando l’uso delle mani e alzando lo sguardo. Vania non era d’accordo neanche questa volta: secondo lui era troppo pericoloso scendere dagli alberi e vivere in mezzo ai predatori e niente l’avrebbe mai spostato dalla sicurezza dei suoi alberi, forse solo un incendio che avrebbe bruciato tutto.
Ma a proposito di bruciare… continuavo a non essere soddisfatto del fuoco. Non mi andava bene che fosse così… “semplice”. Ai miei famigliari andava bene così, a loro bastava, era già tanto. Ma non lo era per me. Così con uno dei miei figli scoprii che era possibile “fare” il fuoco. Studiammo molto questa tecnica e nel frattempo, per caso, una mia moglie scoprì che la carne messa sul fuoco a cuocere era molto più buona da mangiare. Alla fine, io e mio figlio raggiungemmo il nostro obiettivo. Eravamo riusciti a creare il fuoco, che era la cosa più comoda al mondo: potevi crearlo dove volevi e poi potevi mangiare tutto il cibo cotto che volevi. Scoprimmo che il fuoco era possibile farlo semplicemente sfregando la selce con delle pietre. Questo provocava delle scintille che, se controllate e fatte ricadere su dell’erba secca, davano vita al fuoco.
Confesso che eravamo stati poco ingegnosi in precedenza, dato che era una vita che scheggiavamo selci, grazie alle quali riuscivamo a costruire armi sempre più innovative e più forti. Per rendere più efficienti le nostre armi, le cominciammo a indurire con il fuoco. Le lavoravamo da così tanto tempo che se penso a come avremmo potuto sfruttarle già da allora, credo che adesso saremmo molto più avanti per quanto riguarda il progresso.
Con l’aiuto del fuoco poi riuscimmo a illuminare le grotte sia all’esterno che all’interno. Di conseguenza, ben presto ci rendemmo conto che erano “spoglie”. Così io e mio figlio Alexander, che aveva lo spirito più creativo e artistico, ci demmo alla pittura. All’inizio l’idea era quella di riuscire a intrappolare le ombre sulle pareti, usando il carboncino. Ci rendemmo poi conto che l’idea delle ombre alla fine era chiaramente una fesseria, e capimmo che quello che facevamo era semplicemente colorare. Un problema rimaneva comunque: il colore. Questo non rimaneva a lungo sulla parete e non capivamo perché. Ma dopo svariato tempo e idee, mio figlio ebbe l’idea di provare a usare colori a base di ocra: questi effettivamente reggevano ed erano anche belli da vedere. Avevamo inventato la pittura.
Ora che la grotta era stata abbellita, si poneva però un altro problema. Non ci stavamo più tutti in una grotta sola, dato che avevo preso la decisione di mettere fine ai matrimoni in famiglia. Infatti, ai miei figli più grandi avevo dato l’obbligo di andare a cercare moglie e di avere figli da ragazze di altre tribù. Secondo me, infatti, il matrimonio esogamico era un modo per evitare problemi a livello di salute, favorire il rimescolamento genetico e allargare sempre di più l’orda. Riuscimmo a risolvere il problema dello spazio trovando una serie di caverne che erano ottime per vivere. Questo si rese necessario anche in seguito a un “incidente” della quale mi prendo la colpa.
Per prendere il possesso di quelle caverne però dovetti patteggiare con il capo orda che ci aveva ospitato mentre cercavamo un posto dove stare. Diedi loro informazioni utili sul fuoco e come usarlo al meglio. Facendo questo, però, andavo contro la mia famiglia, la quale non voleva affatto che divulgassi le nostre idee e scoperte.Io invece penso che sia giusto parlare con gli altri ominidi, scambiarsi le idee così da favorire le scoperte e l’evoluzione della specie e della tecnologia. Per questi motivi ultimamente io e la mia famiglia abbiamo avuto delle divergenze, ma mi sto ingegnando per costruire una nuova arma e credo che questa farà cambiare loro idea, dato che cambierà radicalmente il mondo della caccia e quindi, per l’ennesima volta, migliorerà la nostra vita…
Alessio Sala (Zio Vania), Davide Di Gennaro (Edward)