CODING FOR GAMES: utile e interessante
Chi non vorrebbe dare sfogo alle sue fantasie e trasformarle in un bel videogame? Il corso Coding for games spiega proprio come farlo.
Come si crea un gioco? Da dove si parte? Come si programma? Queste sono le principali domande che si pone una persona amante dei videogiochi e che ne vuole creare uno.
Di solito le persone interessate sono i ragazzi, che hanno mille idee per la testa ma non sanno cosa fare. Per questo, all’omnicomprensivo di Vimercate, si è svolto un corso pomeridiano per gli studenti che vogliono creare il proprio gioco. A dirigerlo i professori Antonino Catalano e Claudia Gallo.
Va subito detto che un gioco non è composto solo da ciò che si vede nel prodotto finale, bensì dalla collaborazione di tante persone: solo con l’impegno e il “duro” lavoro di una squadra si può ottenere un buon risultato. In questo corso sono stati creati due grandi gruppi, quelle delle idee (di cui faccio parte anche io) e quello della programmazione. Questi due gruppi per fare un buon lavoro devono lavorare in perfetta simbiosi.
Alla fine di tutto, i ragazzi possono trovarsi con un gioco fatto e finito, che potrà essere caricato su Google play, o qualsiasi altra piattaforma per scaricare giochi.
Ma come si fa a realizzare un gioco? Innanzi tutto bisogna avere bene chiara l’idea, e sapere per quale piattaforma far uscire il gioco. Infine si programma, e se si vuole si potrà portare il lavoro addirittura come tesina di fine quinta.
In questo corso si è lavorato con Unity, utilizzabile per programmare giochi sia in 3 D che 2 D. Erano iscritti ragazzi che, dalla prima alla quinta, lavoravano insieme per creare il loro gioco in un clima libero: se serviva una mano per qualsiasi cosa arrivava la consulenza dei prof, con cui si potevano tranquillamente fare battute per sminuire la tensione e divertirsi un po’ mentre si lavora.
Alla fine dell’anno scolastico, venerdì 1 giugno in Auditorium, sono stati presentati i giochi prodotti alle classi non partecipanti, accompagnati dal simpatico video che Shkelzen Mustafa e i suoi compagni di gruppo hanno prodotto.
Quest’anno sono uscite dal corso cose davvero assurde, che se anche non sembra hanno un grandissimo impegno alle loro spalle. I professori, infatti, sono soddisfatti di come hanno lavorato gli alunni e di come sono usciti i prodotti finali, anche se il fatto che partecipassero al corso studenti di tutte le età inizialmente li aveva messi un po’ in difficoltà.
Alla domanda “Come avete fatto a gestire tutti i ragazzi e le loro differenze all’interno del corso?”, il Professore Catalano risponde:
“Nel corso dell’anno hanno partecipato studenti dalla prima alla quinta di indirizzi diversi. Per me è stata una bella sfida; pensare infatti di spiegare come realizzare videogiochi effettuando una lezione frontale era davvero impensabile. Con la professoressa Gallo abbiamo quindi puntato alla realizzazione di un ambiente di apprendimento laboratoriale e cooperativo utilizzando anche tutorial ed esempi in rete.
Abbiamo suddiviso gli studenti in gruppi a seconda degli interessi: gli interessati allo story telling inventavano le storie; gli appassionati di grafica si occupavano della definizione dei personaggi e degli ambienti; gli esperti di programmazione realizzavano le interazioni tra giocatori e oggetti; infine i progettisti mettevano insieme il tutto. Insomma, abbiamo dato ad ognuno la possibilità di trovare il proprio spazio e i risultati sono arrivati divertendoci.”
I giochi creati vanno dalle corse d’auto ai labirinti da esplorare. Insegnano a fare davvero di tutto senza bisogno di una conoscenza approfondita del codice di programmazione.
Insomma, se avete un’idea e volete trasformarla in realtà, non siate timidi, iscrivetevi e sono sicuro che non ve ne pentirete!
I membri del nostro gruppo ad esempio, hanno pensato ad un rage game, dove si ha un solo personaggio con una sola vita, e con il quale si dovrà abbattere una sfilza di potenti boss.
Io personalmente ritengo sia stata una bellissima esperienza, e di sicuro l’anno prossimo mi riscriverò a questo utilissimo corso, perché mi ha dato la possibilità di fare una cosa che io ritengo importante, ovvero esprimermi, perché per me che non sono un artista né un musicista.… il poter fare un gioco, che porta il mio marchio e che tutti vedranno, è molto importante, e intendo portare il mio progetto fino alla fine.
Matteo Di Rosolini