BRING ME THE HORIZON: KOOL-AID, un viaggio emozionale nel mondo del metal alternativo
Il 5 gennaio i Bring Me The Horizon hanno voluto iniziare bene l’anno, pubblicando un nuova canzone, “Kool-Aid”, che verrà inserita nel prossimo album “Post Human: NeX GEn” in uscita quest’estate, o almeno così si spera.
Per chi non li conoscesse, I Bring Me the Horizon sono un gruppo musicale britannico formatosi a Sheffield, Yorkshire, nel 2004. Il loro sound è una fusione tra il Rock Elettrico (un genere musicale che unisce il rock alla musica elettronica) e l’Alternative Metal (è un particolare sottogenere dell’heavy metal che comprende in sé più varianti, accomunate dalla fusione di elementi heavy metal e alternative rock), passando anche per il Metalcore (genere musicale consistente nella fusione fra hardcore punk e vari stili di metal estremo).
Ma soffermiamoci ora sulla canzone, partendo prima di tutto dal sound: inutile dire che esso sia coerente con la copertina, violento ma capace anche di intenerirsi e rendersi più dolce nel ritornello, quasi a mantenere una certa coerenza con l’aspetto da bravi ragazzi che i componenti del gruppo hanno.
Difficile descrivere anche l’incredibile capacità che ha questa band di creare nuovi brani completamente diversi l’uno dall’altro ma lasciando comunque un senso di “già sentito”, quasi a rendere ogni brano nostalgico, seppur nuovo: sensazione che può provare sia chi già li conosce sia, come mi è capitato durante il mio primo ascolto, chi li incontra per la prima volta.
Anche la recente fuoriuscita del pianista e corista Jordan Fish, che aveva preoccupato molti fan i quali avevano temuto di perdere parte dello stile techno di diversi brani, in questa canzone non pesa: la techno è ben usata e tutto il pezzo rimane fedele all’idea da cui è partita la band, ovvero quella di non tendere troppo ai generi più pop, pur avvicinandosi a essi.
Passiamo ora alla mia parte preferita: il testo.
Spesso i testi di questo genere musicale sono oscuri avendo comunque un obiettivo terapeutico, ovvero cercano di portarci alla riflessione su qualcosa che ci fa male… questa canzone non è da meno.
Infatti la canzone parla di una generazione, la nostra, confusa e nata sottomessa a una serie di promesse non mantenute. Troviamo infatti nel testo sofferenza, manipolazioni e relazioni tossiche. Tutto ci porta alla critica personale, la cui assenza ci obbliga a rimanere ancorati ai problemi della società di cui vogliamo più liberarci.
I B.M.T.H. parlano quindi di una generazione che accetta un sistema di valori sbagliato: gerarchico, abusante e violento. Nonostante continui a ripudiare questo sistema (o almeno così dice), la canzone e la nostra generazione trova tutto ciò un tema difficile da digerire. Difficile anche scriverne, senza sembrare quello che si mette in cattedra e fa il santo della situazione.
Ma essendo il metal un genere in cui si urla e basta, nessuno riuscirà a capire il testo finché non lo leggerà per intero.
Scherzi a parte, penso che questa canzone possa rendere felici i fan di vecchia data e anche avvicinare a loro nuovi ascoltatori curiosi. Infatti, oltre a essere una canzone con un testo molto profondo che tratta argomenti su cui spero che chiunque legga questo articolo possa fare una piccola riflessione, mostra anche quanto questa band sia capace di fare il suo lavoro in modo eccellente, ovvero fare musica.
Ora si attende solo l’uscita del loro album, sperando che non venga posticipato ancora una volta!
Federico Beretta