BIDIBI BODIBI BU… un racconto di Sara Volpato
Una bambola con i boccoli color grano. Una strana leggenda, raccontata da un misterioso venditore. Una ragazza che non riesce a più dormire. E una filastrocca… Avvolto in un’atmosfera tra fiaba e horror, un racconto che vi terrà attaccati alla sedia.
Sapete che con oggi sono tre giorni che non riesco a dormire? Oppure sono tre giorni che non riesco a svegliarmi?
Forse, ragionandoci su dall’inizio sarà più facile sia per voi che per me.
Ho una cara amica, molto anziana. Si chiama Dory. Ha ben quattrocentodue anni, ma sembra che ne abbia solo cinque. I boccoli color grano contornano il suo viso sempre sorridente, le labbra tinte di magenta e gli occhi blu come il cielo con qualche sfumatura scura sul confine dell’iride.
Il vestito blu come il mare cucito nell’antico stile degli inizi del Seicento le fa una vita magra. Le calze bianche abbinate al fiocco sui fianchi e le scarpe nere da scolaretta sono l’unica cosa che personalmente cambierei, benché nell’insieme non stiano male a vedersi. Venne ideata, realizzata e vestita da un servitore della famiglia reale dell’epoca.
Ivan, il re, padre della piccola Jocelyn, aveva deciso di regalare per compleanno a sua figlia una bambola, ma non una bambola qualsiasi. Voleva una bambola speciale e unica. La moglie, Annalise, era d’accordo, ma non sapeva chi potesse fabbricare una bambola che certamente sarebbe piaciuta alla piccola. Mentre ne parlavano, un servitore portò ai due coniugi il solito vassoio con il tè delle cinque e i pasticcini. Quel servitore era il più fido e colui che lavorava per quella famiglia da più tempo. Nel sentire la conversazione credette di poter essere utile e si propose come artigiano per svolgere l’incarico.
I coniugi ci pensarono poco: era colui che con la bambina aveva più confidenza, poiché sin da quando era piccola le aveva fatto da tutore. Scelsero, dunque, di affidargli il compito: una settimana dopo la bambola era pronta e impacchettata. Stava chiusa in quella scatola ad aspettare il giorno preciso in cui sarebbe stata scoperta dalla bambina, il giorno preciso in cui avrebbe rivisto la luce.
Quel giorno la piccola era euforica all’idea di ricevere il suo regalo di compleanno, salterellava di gioia per tutta la tenuta canticchiando: “Avrò una nuova amica!”. Chiedeva a tutti, servitù inclusa, se lo sapevano. Questi cortesemente rispondevano: “Davvero signorina? Sono felice per lei!”, facendola felice con parole che la incoraggiassero a parlare del suo misterioso regalo, delle sue aspettative e impressioni.
Il venditore che mi ha raccontato la storia, mi disse che la notte stessa in cui Jocelyn scartò il regalo, dopo aver dato a Dory la buonanotte successe qualcosa. Il mattino seguente la servitù trovò le salme esanimi dei reali. La bambola era scomparsa. Mi disse inoltre che la bambola ricomparve misteriosamente e passò per molte mani: pare che per molti di questi non sia finita bene.
Fu tre giorni fa che, uscendo di casa, incontrai il vecchio venditore. Mi pregò di prendere la bambola dai capelli dello stesso colore del grano raccontandomi quest’assurda storia.
Appena tornata da scuola, presi la bambola dallo zaino e la posai sulla scrivania, restando a fissarla per qualche tempo. Mi misi poi a fare alcune ricerche su internet e, be’… pare che la storia della famiglia reale sia vera.
Il vecchio aveva detto: “Sembra che lo spirito della figlia del servitore fosse stato intrappolato in quel gioco, il suo nome era Dory Strausberg”. Mi misi a cercare il suo certificato di morte trovando un documento, risalente al 15 Gennaio del 1615, che attestava la morte di una certa Dory Strausberg causato da un incidente domestico, ma non spiegava né come né perché.
– Che baggianata! – esclamai spegnendo il computer dirigendomi poi in salotto a vedere cosa c’era in tv.
Sapete, sono le tre del mattino, e ormai sono tre notti che sta seduta sulla scrivania con le forbici in mano. Canta una filastrocca:
“Salagadula
Megicabula
Bidibi-bodibi-bu,
Spegni la luce
E non ci sei più
Bidibi-bodibi-bu…”
Sara Volpato