#ANDRÀTUTTOBENE?
Non vi manca la solita vita? La vita di tutti i giorni prima che si manifestasse questa epidemia?
La realtà è che basta veramente poco per fermare il mondo, a volte un semplice virus. Quando ciò accade, ridiamo valore a tutte le abitudini che avevamo prima.
Non vi manca svegliarvi la mattina e sentire le voci dei cittadini che ridono passeggiando? Non avete nostalgia dell’andare a fare la spesa e dover chiedere il permesso di passare perché troppa gente? Non vi manca prendere un caffè con i vostri amici in centro? Certo. È ovvio rimpiangere tutte queste consuetudini che adottavamo quasi ogni giorno e a cui non abbiamo mai dato troppo peso.
Il fatto è che non capiamo il valore di una cosa fin quando non la perdiamo. Non le diamo valore probabilmente perché diamo tutto per scontato. Si dà per scontato il fatto che, indipendentemente da tutto, niente e nessuno potrà mai toglierci ciò che ci sembra più naturale. Ma che tutto questo un giorno o l’altro potesse succedere, nessuno ci aveva mai pensato!
Fino a qualche settimana fa, chi l’avrebbe mai detto che saremmo finiti così? Senza poter uscire di casa, senza poter andare a scuola, al lavoro, a trovare un amico o un parente? Ma oggi nessuno può dire niente, perché è giusto così. Lo facciamo per il nostro bene, e per il bene degli altri.
Quello che penso io è che anche qualcosa di veramente piccolo può diventare grande, più di tutti noi. È incredibile come questo virus si sia espanso così velocemente, e non si parla di qualche paese: è un problema a livello mondiale. La frequenza di vittime e contagiati è stata qualcosa di spaventoso, e non è assolutamente una questione da prendere sottogamba.
Io sinceramente sono veramente impaurita da tutto questo, ma sono più che sicura che se ognuno rispetta le indicazioni e sta a casa come richiesto anche adesso, tutto questo, prima che poi, finirà. Se ognuno ci mette del proprio torneremo alla nostra cara vita, è solo questione di maturità.
Bisogna solo soffermarsi a pensare. Quante volte nella nostra vita ci siamo trovati in una situazione del genere? Quante volte abbiamo percepito questo terrore nell’aria? Quante volte prima di oggi ci è stato chiesto di avere il minor contatto umano possibile? È una cosa mai successa.
E anche se di per sé la malattia può non farci tanta paura, dovrebbe farlo la facilità con la quale essa si trasmette. Bisogna sacrificarsi, anche perché il sacrificio è di tutti.
È anche un’occasione per capire, cambiare e dimostrare appunto di avere la testa, perché è un periodo limitato e se noi ci affidiamo alle precauzioni che ci sono state segnalate questa epidemia avrà una vita molto più breve.
Da questa esperienza si impara tanto. Si ha tutto il tempo per fermarsi e riflettere… Io personalmente ho imparato a dare valore a tutto, ma soprattutto a tutti, ho capito molto sulle persone che mi circondano, ho avuto modo di riflettere su chi conta davvero per me e per chi conto veramente.
Finito questo periodo, spero vivamente che l’essere umano ritorni a essere UMANO. Spero che le persone capiscano cosa può accadere se si tengono comportamenti sbagliati, spero si rendano conto che un atteggiamento scorretto può riportare tutta l’umanità nel baratro. Mi auguro che tutti agiscano di conseguenza…
Vorrei essere positiva, ma onestamente temo che, una volta finita questa emergenza, la gente si riprenderà la propria solita vita, ripetendo gli stessi errori. Guardo fuori dalla finestra e vedo già persone che hanno lasciato questo periodo alle spalle, uscendo senza mascherine, protezioni o altre cose. Le guardo e penso cosa si debba fare per far capire alla gente che non c’è niente da prendere alla leggera, che migliaia di persone sono morte pur rispettando la legge, e veramente non capisco cosa differenzi chi sta a casa da chi fa quello che ritiene giusto. La giustizia è ben altro, la giustizia è rispetto per noi stessi, ma soprattutto per gli altri.
Notando questa situazione ho avuto la conferma, purtroppo, che le persone magari capiscono i propri errori, ci riflettono e si impongono un punto di vista, ma poi difficilmente cambiano.
Giorgia Schiavone