ANCHE I CACTUS FIORISCONO di Stefania Santarelli. Uno sguardo intenso sull’autismo
Cercate un romanzo che vi esprima un’infinità di emozioni? Qualcosa che vi faccia comprendere problemi e momenti di vita, spesso trascurati, come l’autismo e altre difficoltà? Oppure capire le differenze culturali e strutturali tra la Penisola italiana e la Gran Bretagna? Allora significa che il romanzo proposto è quello giusto per voi!
‘Anche I Cactus Fioriscono’ è un romanzo scritto dall’autrice italo-britannica Stefania Santarelli e pubblicato dalla casa editrice Chiado Books nell’agosto del 2019.
Stefania Santarelli è nata in Toscana a Pescia il 27 ottobre del 1962, laureata in Storia presso l’Università di Pisa nel 1990, successivamente ha vissuto per 10 anni in Inghilterra a Portsmouth. Abilitata nell’insegnamento nel 1999 all’Università di Greenwich, tornata in Italia, si è dedicata inizialmente all’insegnamento della lingua inglese in varie scuole di lingue della Brianza e successivamente al sostegno di studenti con bisogni educativi speciali nelle scuole statali superiori. Attualmente è docente di Italiano e Storia. ‘Anche I Cactus Fioriscono’ è il suo primo romanzo.
Questo romanzo tratta un tema particolare, spesso trascurato e ignorato, che però è più che serio e di cui è necessario parlare apertamente: l’autismo. La storia è ambientata in Inghilterra e in Italia, inizia dal 1996 fino ad un tempo recente, con una protagonista di nome Silvia, sposata con Marc, un uomo conosciuto in Inghilterra. La donna desidera da tempo avere una bambina, che vorrebbe chiamare Giulia, ma dovrà cominciare con Leonardo, un bambino vispo, ma distaccato che sembra vivere nel suo piccolo mondo.
La donna si accorge della sua patologia per puro caso, osservando il suo atteggiamento e le sue azioni, che le sembrano sospette. Scopre, cercando informazioni sui sintomi della patologia in internet, che suo figlio soffre della sindrome dello spettro autistico. Per accertarsene, chiede aiuto al medico di base, il quale nega la sua teoria e la invita ad aspettare almeno altri due anni.
Una elemento della storia, che l’autrice mette in evidenza, è il sistema sanitario inglese, che di certo non è dei migliori. La Santarelli, attraverso descrizioni anche dettagliate, mostra al lettore quello che Silvia deve affrontare sia per capire se suo figlio è autistico o meno, sia per poterlo aiutare al meglio. Leonardo ad esempio viene mandato in un play group all’età di due anni, per essere osservato da un esperto psicologo. Le viene inizialmente riportato che il suo bambino non è autistico ed è troppo piccolo per essere valutato, ma la dopo la visita successiva le viene riferito che suo figlio, non solo è autistico, ma è anche grave e avrà bisogno di frequentare una scuola per i bambini “speciali”. A quel punto, Silvia propone a Marc la possibilità di andare in Italia, dove Leonardo avrebbe diritto all’insegnante di sostegno e di frequentare la stessa scuola materna dei bambini “normodotati”. Il marito la prende in parola e la mette di fronte al fatto compiuto: entro un mese e mezzo si trasferiranno in Lombardia. La vita di Silvia prende una svolta improvvisa che la porterà, dapprima in Toscana e poi in Lombardia.
L’autrice riesce a raccontare con chiarezza e semplicità, alcune delle caratteristiche tipiche dell’autismo, attraverso gli atteggiamenti di Leonardo: il fatto di ripetere perfettamente frasi e parole citate da cartoni animati, di soffermarsi esclusivamente su alcuni dettagli, di osservare il mondo con occhi diversi e memorizzarne i particolari che ai più, sembrano insignificanti.
La vicenda viene anche narrata dal punto di vista dei figli di Silvia: Leonardo, che evidenzia la sua sindrome in modo indiretto e implicito e Giulia, la seconda figlia di Silvia, che racconta un piccolo pezzo della sua vita e come vede il fratello essa stessa.
‘Anche I Cactus Fioriscono’ non è un titolo scelto a caso. Quando Leonardo finisce la terapia a Livorno, Silvia regala a ogni terapista del centro, una piantina di cactus dicendo la seguente frase: “Questi sono per voi, per ringraziarvi della vostra dedizione e dell’amore che mettete nel vostro lavoro. Sono piccoli cactus, perché i bambini autistici sono un po’ come queste piante, pieni di spine, ostici, difficili da toccare, ma anche i cactus possono fiorire.”
I personaggi sono descritti più caratterialmente che fisicamente, tramite le azioni che compiono e i sentimenti che provano.
In questo romanzo sembra anche che la vita di Silvia sia suddivisa in varie vite totalmente diverse. Ne emerge il ritratto di una donna che, nonostante i vari traumi che ha dovuto subire e affrontare nelle sue varie vite, è tenace e piena di forza di volontà.
Il libro è scorrevole, sviscera la sofferenza dei genitori che scoprono di avere figli con qualche tipo di problema e nello stesso tempo guarda al futuro con positività. Nel frattempo mostra le differenze culturali e strutturali di due grandi paesi europei, in questo caso l’Italia e l’Inghilterra, il tutto dentro una cornice di descrizioni di ambienti molto fotografiche.
Un romanzo di finzione, assolutamente da leggere e da proporre nelle scuole, utile per far capire cosa sia effettivamente l’autismo, grazie a una storia verosimile, colma di emozioni antitetiche, miste tra felicità, tristezza, paura e amore.
Giorgia Edgecombe