Alla ricerca di nuove forme di equilibrio
Una riflessione sul nostro essere esseri umani, soprattutto in questi tempi difficili. Un viaggio nel presente intorno ai grandi misteri dell’esistenza. Un tuffo verso la meraviglia, una ricerca inesausta che trova alimento e luce nell’amore…
Non posso arrivare a presagire nemmeno un microscopico frammento del grande disegno che il destino ha riservato a me. È dunque meglio rivolgere lo sguardo al presente, riflettendo su un futuro più prossimo, vivendo giorno dopo giorno con serenità e astenersi dall’indagare senza sosta, poiché questa è l’essenza più pura del male, che è figlio della coscienza e risultato di uno scontro tra ciò che siamo e ciò che possiamo vedere.
La vita, in un certo senso, è come un cerchio: essa è un viaggio, un incantevole spostamento tra un principio e un termine, che finiscono però per identificarsi in uno stesso punto. Laddove tutto ha avuto origine, tutto avrà fine. Non si può sfuggire alla naturale perfezione che ci tiene incatenati.
Secondo questo ideale, persino i “dettagli” più rilevanti sono parte dell’orizzonte. Tutto è parte di una sola verità, che sembra sottomettere costantemente la mente di ogni uomo. Non è in questi “dettagli” che si cela la chiave, la soluzione del mistero che corrompe e inquina la coscienza di ognuno. L’enigma potrebbe essere dunque racchiuso nella vastità del “nostro” stesso cerchio, nonché nell’ampiezza della nostra ipotetica “dimensione”. La realtà è che l’ampiezza del “mistero” rappresenta il mistero stesso, che potrebbe rivelarsi via via sempre più vasto quanto più lo si indaga.
L’arcano è una presenza fissa nella vita di ciascuno, che dà però essenza e significato a ogni nostro passo. La verità, la conoscenza, la soluzione rimane a noi molto distante, praticamente irraggiungibile. Essa però è concretamente parte del tutto, e risiede nella figura completa, nonché nel viaggio stesso. Tutto è ora, poiché questa è la vita e non può essere applicata alcuna distinzione.
È quasi impossibile distogliere lo sguardo dalla malvagia e complessa perfezione: essa va sconfitta, e questa è l’unica via di fuga a noi concessa. La sola verità di cui siamo a conoscenza è che si vive di fatto in una sorta di conflitto, nel quale la “luce” e “l’oscurità” hanno modo di alternarsi, secondo uno schema a noi indefinito. Anche in questo caso, tutto sembrerebbe portare a una sorta di divina simmetria, frutto di un progetto che si staglia oltre lo spazio e oltre il tempo. Un progetto invisibile, irraggiungibile e infinitamente caotico nella sua semplicità. Per comprendere bisognerebbe dunque acquisire la consapevolezza dell’esistenza di un “oltre”: una forma di vita che sperpera da sempre il suo tesoro, che si delinea nell’immaginazione, nei sogni, nella meraviglia, nella purezza.
Noi uomini siamo divina meraviglia. Creature che si nutrono di sogni e che sanno amare, pur non comprendendo la reale potenza dell’amore. Quest’ultimo è l’essenza di ciò che siamo, la nostra fonte di purezza, la nostra via per la libertà. Esso è vera luce che rischiara l’oscurità nella quale tutti noi siamo immersi. Esso è calore che riscalda la nostra anima, raggelata dalla nostra mente. Immaginandoci la vita come un cerchio, dovremmo allora porre l’amore come suo punto d’origine, poiché esso è al centro di tutto.
Volendolo o no, nessuno potrà vivere la propria vita astenendosi dalla ricerca di nuove forme di equilibrio, poiché ogni uomo necessita di credere. Per quanto la mente possa indagare però, la risposta resterà sempre una: nulla ha soluzione, non ancora perlomeno.
Michele Santospirito