ALBERO FOTOVOLTAICO. Accendiamo il lume della curiosità!
Ogni cosa nuova nasce dal desiderio di conoscere. La curiosità è sempre stata alla base di ogni scoperta scientifica, ed è grazie alla curiosità umana che oggi viviamo in un mondo ricco di manufatti altamente tecnologici. Con questo articolo vogliamo parlarvi di una piccola ma interessante sfida che la classe 3^H indirizzo Biotecnologie Ambientali ha deciso di affrontare, una sfida capace di farci capire quanto sia potente la voglia di conoscere.
Per prima cosa, potete spiegare in che cosa consiste il progetto realizzato?
Il progetto è stato assemblato in autonomia e quasi interamente dallo studente Alessio Sala, con la collaborazione dei proff. Enrico Torrieri e Antonio Semeraro, mentre la classe 3^H ha fornito idee e ulteriore supporto per la sua realizzazione. Il prototipo ha la finalità di replicare, in scala ridotta e con il minor numero possibile di apparecchi elettronici, il sistema che usano i lampioni crepuscolari per illuminare le strade di notte assorbendo l’energia solare durante il giorno.
Da dove nasce l’idea di realizzare questo apparecchio?
Verso il termine del primo quadrimestre, il professor Torrieri ha incaricato noi studenti di reperire su internet dei pannelli solari di dimensioni ridotte con la finalità di eseguire esperimenti per dimostrare il fenomeno fotoelettrico. Dopo averne condotti alcuni, è stata proposta da Sala e dai docenti Torrieri e Semeraro l’idea di realizzare un vero e proprio lampione crepuscolare. In aggiunta, vista l’estetica poco gradevole delle classiche lampade, la classe ha invece provveduto a conferire all’impianto una forma simile a quella degli alberi e, sempre a partire da questa ideologia “ecologica”, abbiamo attribuito al progetto un nome: “L’albero Fotovoltaico”.
Sareste in grado di elencare da quali materiali è costituito e, molto brevemente, di descriverne il funzionamento?
La struttura, assemblata quasi interamente dallo studente Alessio, è costituita in gran parte di polistirolo (sia la base circolare che il tronco conico). Al di sotto della base è posto un pacco batteria contenente due pile da 1,2V. Queste sono collegate tramite dei fili a una scheda elettronica che, a sua volta, è collegata ai nove pannelli solari e ai nove LED montati sulla struttura. In sintesi, i pannelli alimentano la scheda elettronica che, fino a quando c’è luce, impiega parte della corrente prodotta dalle celle fotovoltaiche per caricare le batterie. Con il sopraggiungere della sera la scheda, non essendo più alimentata dai pannelli, incanala la corrente accumulata nelle pile verso i LED, accendendoli.
Un’ultima curiosità: avete intenzione di proporre a qualche azienda la produzione un sistema simile?
La possibilità di proporre il sistema a qualche azienda ci è stata prospettata da molte persone. Anche il professor Torrieri aveva formulato un’idea simile durante l’elaborazione del progetto. Ora come ora, tuttavia, si parla solamente di un’idea molto vaga e lontana, sulla quale sarà necessario riflettere ancora a lungo.
Intervista a cura di Alessio Sala e Michele Santospirito