Adattarsi per migliorare. La scuola ai tempi del Coronavirus
L’emergenza COVID-19 è una situazione che tutti, nel mondo della scuola ma non solo, dobbiamo saper trasformare in opportunità di miglioramento e crescita. Ma come è possibile che ciò avvenga? La risposta sta forse in un concetto che sottintende una scelta: l’adattamento.
Diritti e doveri
Oggigiorno, nella maggior parte dei paesi del mondo, almeno quelli in cui il processo di industrializzazione e l’evoluzione tecnologica è avanzata, il diritto di un ragazzo o di una ragazza di studiare è ritenuto fondamentale: in certi stati è un diritto che, come in Italia, è scritto nella Costituzione. Quindi ogni ragazzo oggi ha il diritto, e in realtà anche il dovere, di studiare, di apprendere, imparare.
Ho detto anche dovere perché, se è vero che fino a una certa età è obbligatorio andare a scuola, dopo una certa età andare a scuola non è più un obbligo. È forse un obbligo morale andarci lo stesso? Anche. Ovviamente ogni persona è più che libera di fare quello che vuole, ma quello che dico io è che, al giorno d’oggi, un ragazzo che molla presto la scuola ha meno opportunità nella vita, soprattutto in ambito lavorativo. In questo ambito ora più che mai il livello di competizione una volta finita la scuola è altissimo e professori, datori di lavoro e studenti ne sono consapevoli. Per questo, penso che finire gli studi, magari con un buon risultato, sia molto utile in ottica futura per uno studente. Quindi se una persona vuole avere un futuro, un solido percorso di studi è pressoché obbligatorio.
Bisogna cambiare
Di conseguenza la scuola oggi ricopre un ruolo fondamentale nella vita di un ragazzo, è un capitolo importantissimo che non va fatto passare in secondo piano. La scuola infatti, non è semplicemente un luogo in cui si va per ascoltare un professore che parla e per essere valutati. È molto di più. È un luogo dove un ragazzo può crescere, dove può socializzare, dove può imparare a gestirsi, incontrare altre persone e fare amicizie e magari qualcosa di più. Il bello della scuola secondo me è questo: prima di essere un luogo dove si imparano delle materie, è un luogo di dove ci si trova e dove si fanno esperienze che ci permettono di crescere. E sto parlando proprio di tutti, studenti e insegnanti. Detto sinceramente, credo che comunque, saranno sempre gli studenti ad adattarsi meglio ai cambiamenti, ma ci sono dei professori che comunque si impegnano per mettere i loro studenti nelle condizioni migliori per imparare, e questo non è affatto scontato.
Io devo ammettere che non mi era mai capitato di dover fare certe riflessioni sulla scuola, e detto sinceramente non avevo mai visto la scuola come un bel posto dove andare prima di questo periodo difficile in cui la scuola, i professori e gli studenti cercano di fare quello che possono. Ma tutto quello che stiamo facendo, per quanto possa essere più o meno funzionale, non sostituirà mai la vera e propria scuola, e credo che la didattica a distanza non sia neanche un obiettivo futuro, solo immediato…
Mai avrei pensato di dirlo, ma vista la situazione devo ammettere che sinceramente mi manca andare a scuola. Inizialmente stare a casa era bello, la vedevano un po’ tutti come una vacanza, ma ora, passato tanto tempo, la scuola manca. Manca il pullman la mattina, mancano i compagni di classe, i professori, gli intervalli e il suono della campanella. Tutte queste cose mancano e credo che quando la scuola riaprirà la vedremo tutti con occhio diverso. Ma ora è il momento di adattarsi, è il momento che la tecnologia faccia il suo dovere, quello per cui è stata creata, e che ci aiuti. Noi però dobbiamo essere disposti a cambiare.
Problemi e soluzioni
In questo periodo, più che mai, la scuola è dovuta cambiare. Ora che ci penso però trovo che il termine corretto per definire la situazione scolastica in questo momento sia un’altra: adattamento. Esatto, la scuola, noi compresi, si è dovuta adattare per portare avanti, con l’ausilio della tecnologia, le attività didattiche. Infatti quella che stiamo svolgendo in queste settimane è definita didattica a distanza.
C’è però qualche tratto positivo in tutto questo. Ad esempio, a parer mio, quando tutto questo finirà, e si spera nel minor tempo possibile, la scuola sotto alcuni punti di vista ne avrà tratto vantaggio, si troverà modernizzata e se chi di dovere riuscirà a fare un buon lavoro, sfruttando questa esperienza per migliorare l’ambiente scolastico e l’apprendimento, ci guadagneremo tutti, studenti e professori.
Sicuramente ciò è stato favorito da un precedente, seppur cauto, sviluppo tecnologico nelle scuole attuato negli ultimi anni. È vero, la scuola si è trovata in difficoltà con questa situazione e si è vista costretta ad adattarsi in fretta, ma trovo che questo adattamento sia stato reso possibile da un precedente sviluppo. Negli ultimi anni, poco per volta, abbiamo assistito a un progresso nella scuola a livello tecnologico, come possono essere le LIM, il continuo aggiornamento dei registri elettronici e piattaforme di studio, l’introduzione di aule interattive e molte altre cose. Ecco, secondo me, queste piccole innovazioni apportate nel corso degli anni hanno fatto sì che il sistema scolastico reagisse con una discreta velocità a una problematica di questo tipo.
La scelta
C’è però da sottolineare un’ultima cosa. Per quanto ci possa essere stata una reazione più o meno veloce, non è di certo mancato l’insorgere di problematiche di vario tipo. Ad esempio la difficoltà di alcuni docenti o alunni ad adattarsi a questa situazione, o problemi prettamente tecnici. Quello che si può quindi dire è che la situazione attuale è in continuo sviluppo e adattamento, come dovrebbe essere sempre il sistema scolastico, un sistema che deve funzionare bene per rendere più efficace il lavoro di docenti e studenti.
Al di là di come andrà a finire tutto ciò e soprattutto di quando finirà, tutti noi, studenti e non, ne usciremo cambiati, questo è certo. Sta a noi decidere se imparare qualcosa e uscirne migliorati oppure rimanere le stesse persone di sempre. Questa è una nostra scelta.
Davide Di Gennaro