Studiare l’arte del racconto può essere un gioco… di ruolo
Quando entrai alle superiori non avrei mai pensato né di trovarmi alla cattedra né di dire: “Avventurieri, caricate le armi e scaldate i motori, quando avrete completato questa missione sarete sistemati per tutta la vita!!”
Dopo aver finito il programma scolastico di narrativa di 1° superiore, la classe 1H ha svolto un’attività di gioco di ruolo durante le ore del professore di lettere, al fine di mettere in pratica, con un metodo diverso e non convenzionale, alcune delle competenze narrative sviluppate nel corso dell’anno. Giovedì 2 giugno e venerdì 3 giugno, infatti, il prof. ha concesso a me, Flavio Centineo, per l’occasione il master, tre ore complessive per svolgere una breve campagna di Not the End, un gioco di ruolo da tavolo.
Nel caso non sapeste cos’è il gioco di ruolo, ve lo spiegherò brevemente.
Il gioco di ruolo o RPG (Role Play Game) si compone principalmente di due fattori: il gioco, descritto attraverso le regole, spesso scritte in un manuale, e il “ruolaggio”, termine che possiamo anche parafrasare con recitazione. Al di fuori dell’ambiente di gioco ci sono due figure importanti: i giocatori e il master.
I giocatori hanno il ruolo di recitare la propria parte all’interno della campagna come personaggi del racconto, affrontando le difficoltà che incontreranno e aiutandosi (oppure no) a vicenda. Il master invece è un ruolo più complesso, in quanto è il narratore della storia: dovrà descrivere le ambientazioni, far proseguire la storia, gestire qualunque interazione tra i giocatori e il mondo di gioco e inoltre deve conoscere le regole del manuale quasi alla perfezione.
Facendo un esempio pratico: se i personaggi entrano in una nuova stanza, il master deve descriverla, i giocatori compiono qualunque azione, lui deve decidere le conseguenze.
Le regole del manuale sono delle utili guide alla gestione delle azioni che si vogliono compiere e stabiliscono se è possibile realizzarle. Ad esempio, in un turno di combattimento spesso si ha una sola azione disponibile a meno che la classe o le abilità non dicano diversamente.
Tuttavia, ogni manuale fornisce libertà al giocatore di sovrascrivere o ignorare le regole se il master trova che alcune di esse possano rallentare il gioco eccessivamente senza fornire un’utilità pratica.Nel manuale scelto, Not the End, per decidere l’esito di un’azione si mettono in un sacchetto un numero di dame nere pari alla difficoltà dell’azione e un numero di dame bianche pari alle abilità che il personaggio possiede e che il giocatore può vedere su un foglio, la famigerata “Scheda del personaggio”. Poi il giocatore sceglie un numero di dame da pescare che va dichiarato prima di compiere l’azione. Pescando anche una sola dama bianca, l’azione viene portata a termine con successo, ogni dama bianca aggiuntiva può essere conservata oppure può potenziare l’azione attuale. Per ogni dama nera pescata, invece, ci sarà un effetto negativo per il personaggio.
Fondamentale poi è il “ruolaggio”, che consiste nel recitare il proprio personaggio. Per esempio, se un giocatore vuole comunicare a un altro qualcosa all’interno dell’ambiente di gioco, dovrà chiamare l’altro con il nome del suo personaggio e interpretare il proprio.
Come master, ho spiegato brevemente una versione semplificata delle regole del manuale e ho cominciato a narrare la storia agli altri studenti ed al professore, che sono stati divisi in gruppi di tre per avere un personaggio a gruppo, 8 in tutto: dal momento che fare da master per 24 persone e fare agire 24 personaggi differenti è praticamente impossibile, la scelta migliore è stata quella di fornire complessi di personalità multiple agli stessi.
Da master ho dovuto scrivere sia i personaggi che la storia, una storia semplice e utile al fine di introdurre chiunque, permettendo ai giocatori di abituarsi all’idea di dover interpretare dei personaggi che appartengono a un mondo al di fuori dalla nostra, a volte un po’ noiosa e monotona, quotidianità.
In sostanza, i giocatori dovevano entrare in una miniera per trovare ed estrarre un rarissimo materiale che è stato commissionato loro da un cliente in cambio di un’enorme ricompensa in denaro.
Alla fine della campagna da master ho riscontrato una risposta positiva dal professore e dalla classe e ho pianificato di fare un’altra campagna con un gruppo più contenuto ma con un manuale più complicato: D&D (Dungeons & Dragons). Chissà, alla prossima missione!
Flavio Centineo