UN AIUTO PER L’EMILIA-ROMAGNA. Studenti e insegnanti dell’Einstein in soccorso alle popolazioni alluvionate
Mentre un gruppo di docenti e studenti del nostro Istituto si trova nuovamente in Emila-Romagna, condividiamo la testimonianza di Marika Tufano, una nostra studentessa che lo scorso fine settimana si è recata a Faenza con alcuni compagni e insegnanti per portare il proprio sostegno alla popolazione travolta dalla drammatica alluvione.
Sabato 27 e domenica 28 io e altri 20 ragazzi dell’Einstein, accompagnati dai professori Gabriele Corbetta, Arianna Meroni ed Enrico Giantin, siamo andati a fare volontariato in Emilia-Romagna, più precisamente a Faenza (RA), per la recente alluvione che ha causato gravi problemi alla popolazione.
Dopo aver fatto 4 ore di viaggio siamo arrivati alla Caritas ambrosiana di Faenza. I coordinatori dei volontari, Alberto e Gianfranco (di Vimercate!), ci hanno spiegato quello che dovevamo fare e ci hanno diviso in gruppi: un gruppo sarebbe andato ad aiutare nelle abitazioni e un gruppo sarebbe rimasto all’associazione a disporre tutti gli scatoloni di donazioni arrivate. Il mio gruppo si è recato in una casa non molto lontana, dove ho potuto vedere il degrado della situazione: l’acqua era arrivata fino al primo piano e la strada era completamente ricoperta di fango; si riusciva a vedere lo stesso anche in tutte le altre case. Per prima cosa abbiamo dovuto togliere il fango che era ancora sui pavimenti e poi passare l’acqua sui muri e sul soffitto, così da togliere definitivamente lo sporco. I proprietari di casa erano ancora sconvolti e potevamo vedere le loro emozioni contrastanti per l’accaduto, così abbiamo cercato di stargli vicino e lasciarli sfogare.
Al termine della giornata, dopo una tappa al mare, siamo stati ospitati per la notte all’oratorio di Russi dove, davanti a una pizza e quattro chiacchiere con i professori e i nostri compagni di viaggio, abbiamo riposato in vista del giorno seguente.
La mattina ci siamo svegliati alle 7 e, subito dopo aver fatto colazione tutti insieme, siamo ripartiti per raggiungere di nuovo la Caritas e scoprire cosa ci avrebbe atteso. Anche domenica siamo stati divisi in gruppi, ciascuno con un caposquadra, e mandati nei vari indirizzi della città per continuare le operazioni di pulizia di case e cantine.
Il mio gruppo, invece, ha passato la giornata dando una mano all’associazione e riordinando tutte le donazioni che arrivavano di continuo, con prodotti per la casa, per l’igiene personale e cibo. Ogni scatolone deve essere portato nella struttura per smistare e riordinare i prodotti sugli scaffali.
I volontari ci hanno spiegato come preparare i “kit”, ossia delle cassette riempite con guanti, detersivi, stracci e sacchi da mandare alle famiglie in difficoltà colpite dall’alluvione. Anche se è stato molto faticoso ho potuto vedere da vicino la forza di queste persone che nonostante la grave sfortuna che gli è capitata non si sono mai abbattute.
Mi ha impressionato la loro grande generosità, infatti ci hanno offerto da mangiare anche se non avevano più nulla.
Tutti noi eravamo lì per aiutare e ho potuto vedere la vera solidarietà perché ogni giorno arrivavano un sacco di persone nuove che volevano essere utili.
È stata un’esperienza che mi ha fortificata ma anche resa più sensibile e consapevole di ciò che succede al di fuori della mia realtà.
La stessa impressione l’ha avuta anche la Prof.ssa Meroni: “È bastato un rapido scambio di messaggi tra noi professori nel pomeriggio di domenica per decidere di organizzare questo weekend e, nonostante le iniziali difficoltà organizzative e il poco preavviso, la risposta dei ragazzi è stata forte. È stato molto emozionante vedere venti adolescenti che decidono di trascorrere un weekend lontano da casa per mettersi totalmente al servizio di qualcun altro. Hanno tutti dato il meglio di sé senza risparmiarsi, volenterosi di aiutare come potevano.
Come diceva anche Marika, abbiamo potuto vedere un fortissimo senso di solidarietà e di collaborazione sia tra di noi, che da parte delle persone locali e degli altri volontari, insieme al desiderio di ricostruire e tenere duro. La gentilezza di chi ha perso tutto, ma ti ringrazia come può, cucinando od offrendoti un succo di frutta sotto il sole, mi ha molto emozionato.
È stata un’esperienza totalizzante, al termine della quale è stato difficile tornare alla realtà senza sentirsi profondamente cambiati.”
Marika Tufano