IL RACCONTO DEL LATO OSCURO DELL’ESSERE UMANO. La casa delle voci di Donato Carrisi
“Gli estranei sono il pericolo, fidati solo di mamma e papà”, è stato ricordato alla bambina dai tanti nomi prima di farle bere l’acqua della dimenticanza. Tutto ciò che è successo in seguito la sua mente non lo ricorderà, lo farà il suo subconscio.
Hanna Hall è tormentata dall’omicidio del suo fratellino, convinta di eserne la responsabile. Ricordandosi poco e niente dell’accaduto, decide di recarsi allo studio di Pietro Gerber, noto anche come “L’addormentatore di bambini”. Una visita alquanto insolita, dal momento che è adulta ma Gerber, tramite l’ipnosi, dovrà far riemergere la bambina che risiede ancora in lei e farsi strada tra i suoi ricordi per comprendere cos’era accaduto realmente nella casa delle voci. Ma si sa che l’inconscio mescola le memorie con le fantasie dei bambini e probabilmente tutto ciò in cui Hanna ha creduto fino ad ora potrebbe essere solo il frutto di uno scherzo del tempo che si diverte a giocare con i ricordi.
Il romanzo La casa delle voci di Donato Carrisi ruota intorno al tema dell’ipnosi e durante la lettura, soprattutto chi non è esperto di tecniche simili, si pone molteplici domande: cosa si prova a essere immersi nel proprio subconscio? Come fanno i ricordi a riaffiorare? E ancora, quali sensazioni si provano durante la seduta?
Ebbene, l’abile Carrisi riesce ad attanagliare il lettore in una sensazione di angoscia e inquietudine grazie alle descrizioni accurate di ambienti, personaggi e stati d’animo, e riesce a creare suspense rivelando a poco a poco gli indizi per permettere ai lettori di risolvere l’enigma finale.
Lo scrittore spiega in un’intervista che questo è il racconto del lato oscuro dell’essere umano e colui che si accosta a queste pagine sa che potrebbero fargli da specchio ed è proprio questo specchio che genera la paura. E in questo libro sono in particolare gli anfratti e i labirinti della mente umana e la sua imprevedibilità a generare nel lettore del senso di straniamento. Si è costantemente sulla linea di confine che separa il razionale dall’irrazionale, la sanità dalla pazzia e la spiegazione più rassicurante da quella più temibile.
Denise Manna