IL VIAGGIO E L’UOMO
L’importanza storica del viaggio
L’uomo è sempre in movimento. Si sposta costantemente per cercare il Nuovo, ma soprattutto se stesso.
Già gli uomini preistorici si muovevano da una zona a un’altra in cerca di situazioni migliori. Successivamente, nell’epoca classica, ci furono espansioni dovute anche alla curiosità, come quella di Alessandro Magno fino all’India. In questo periodo si sviluppò il tema del viaggio e del moto alla ricerca di sé, anche nella letteratura.
Proseguendo sulla linea del tempo, nel xv secolo, il viaggio nell’ignoto portò all’esplorazione delle coste dell’Africa e alla scoperta delle Americhe. Addirittura, durante il ‘700 il Gran Tour, un viaggio alla scoperta dei luoghi di interesse culturale in Europa, era una tappa importante per l’istruzione dei giovani.
Anche in epoca moderna il tema del viaggio e della scoperta rappresenta una meta importante, soprattutto per quando riguarda l’universo oltre il nostro pianeta. Durante la guerra fredda, le potenze si sono contese l’arrivo nello spazio, definito come ultima frontiera. Ora che è stato raggiunto dai primi uomini, il limite è diventato poter portare l’intera umanità oltre questa frontiera, sia per turismo che per necessità.
Un altro aspetto storico importante sono le migrazioni di massa, come quella degli italiani a inizio novecento o quella degli africani degli ultimi decenni. In questi periodi, intere masse di uomini e donne hanno viaggiato per molti chilometri alla ricerca di una situazione migliore e una buona parte di loro è riuscita a ottenerla grazie a questo mezzo.
Perché è importante
Quello che ci si potrebbe chiedere è da dove arrivi questa voglia di viaggiare.
L’uomo, al contrario degli altri animali che si spostano solo per necessità fisiologiche, viaggia anche per motivi psicologici. È la ricerca di sé a spingerlo a incamminarsi verso l’ignoto. Il viaggio stato un fattore importante anche per lo sviluppo tecnologico, in quanto la volontà di viaggiare è alla base delle innovazioni nei trasporti. Quando i primi marinai si spinsero oltre le colonne di Ercole trovarono un mare notevolmente più agitato e pericoloso rispetto al mar Mediterraneo: per questo svilupparono nuove navi in grado di navigare in queste correnti e raggiungere le coste africane. Successivamente, con lo sviluppo economico e la globalizzazione si resero necessari trasporti più veloci ed efficienti, come quelli prodotti dalla rivoluzione industriale quali treni a vapore, strade più sicure a pagamento e battelli fluviali. Lo stesso ragionamento vale per i razzi sviluppati durante la corsa allo spazio, in particolare alla luna.
Parlando invece a livello psicologico, il viaggiare ha numerosi vantaggi: ad esempio spinge a conoscere nuove parti di sé che emergono grazie a delle situazioni createsi nel viaggio, porta a mettere alla prova le proprie conoscenze e competenze e a scoprire cose nuove e aiutare il prossimo.
Il viaggio è anche una ricerca sotto il punto di vista religioso. Quasi tutte le antiche religioni credevano in un viaggio dopo la morte, alcuni più spirituale come gli egizi e altri più materiali come i greci, che sostenevano di dover attraversare lo Stige. Con l’avvento della Cristianità molti intraprendevano e intraprendono pellegrinaggi per trovarsi o conoscersi meglio, come illustrato nel film “Il cammino per Santiago” dove dei pellegrini, partiti da soli e per motivi diversi, si incontrano e si conoscono, condividendo un’esperienza di grande valore spirituale.
Il viaggio in letteratura e cinematografia
Una traccia di questo sentimento comune la si trova anche nella letteratura. Un esempio è Dante Alighieri con la “Divina Commedia” e il suo viaggio educativo e di ricerca nell’oltretomba cristiano. Anche altri autori hanno messo il viaggio al centro dei propri scritti, come “Il Milione” di Marco Polo, un esempio di narrazione dedicato esclusivamente al viaggio. Questo autore viaggiò molto, soprattutto in oriente, e riportò in Europa ciò che vide.
Anche la narrativa contemporanea ne parla. Un modello è “Olga di carta: il viaggio straordinario”, di Elisabetta Gnone. Il libro parla di una ragazza che racconta storie, e in particolare quella di una bambina fatta di carta che parte per un viaggio alla ricerca di una maga per essere trasformata in una bambina vera. Incontra diverse persone e vive diverse avventure prima di giungere alla meta. In quel momento si renderà conto del suo valore anche e soprattutto perché è fatta di carta.
Molti film di animazione trattano questo tema, come “UP”, “Frozen II” e “Raya e l’ultimo drago”. Questo rafforza l’idea che si tratti di un desiderio innato dell’uomo, tanto che è presente anche nei bambini che spesso sono curiosi e sempre alla ricerca di avventure esplorative. Anche film più importanti trattano l’argomento: “La leggenda del pianista sull’oceano” tratto da “Novecento” di Baricco è solo uno dei titoli nominabili.
Viaggiare oggi
Al giorno d’oggi viaggiare è un’esperienza importante nella vita di ciascuno. Avere l’occasione di confrontarsi con diverse realtà culturali permette di poter capire quale ci rispecchia di più e quindi permette di scegliere chi si vuole essere con una certa cognizione di causa. Inoltre, conoscere il diverso può aiutare a rendere la società più inclusiva e cosmopolita. Per fare questo però bisogna essere dei viaggiatori aperti e non “turisti tipo”, quelli che guardano solo i luoghi famosi, si scattano qualche foto e tornano a casa senza essersi arricchiti culturalmente.
È infatti nata anche una versione usa e getta del viaggiare, quella per la quale una volta visto un posto non vale più la pena tornarci, soprattutto perché il ricordo viene immortalato tramite foto. Trovo che sia un errore perché quando si visita un posto lo si guarda con uno sguardo fortemente legato all’attimo presente, quindi filtrato dall’età e dalle emozioni del momento, di conseguenza è costruttivo anche tornare nei posti già visitati, per goderseli con occhio diverso. Senza contare che con il tempo le città crescono, la natura cambia e tutto può apparire diverso anche da un punto di vista oggettivo.
Non solo viaggi fisici
È però sbagliato presumere che i viaggi che l’uomo fa siano prettamente fisici. Spesso sono anche i viaggi immaginari, attraverso la letteratura e la cinematografia, quelli che ci permettono di crescere e di conoscere. I primi risalgono all’epoca ellenica e romana. Poi Dante Alighieri parlò nella “Divina Commedia” del suo viaggio nell’oltretomba a scopo educativo. Successivamente sono nati molti romanzi simili nell’illuminismo, come “I viaggi di Gulliver” di Smith, e i numerosi libri di Verne come “Viaggio al centro della Terra”.
Inoltre, questo viaggiare permette di staccarsi dalla realtà per conoscere anche ciò che non esiste o non è ancora stato scoperto ed è stato fondamentale per menti come Stephen Hawking, Newton o delle matematiche della NASA, protagoniste del film documentario “Il diritto di contare”, per portare la conoscenza umana dov’è oggi.
Il viaggio è…
In conclusione, il viaggio porta dei vantaggi a livello di conoscenze e modo di pensare. Senza contare il fatto che il desiderio di viaggiare è ciò di cui l’uomo ha bisogno: è una spinta verso i miglioramenti fisici, tecnologici e spirituali che portano la società a crescere. Senza questa spinta l’uomo rischierebbe di restare fermo e privo di ogni scopo.
Gaia Goldonetto