L’ALCOL: prima un fratello, poi un fardello. Progetto di Ed Civica della 4I
In questi ultimi anni tutti abbiamo affrontato vari progetti di Educazione civica, alcuni sono stati noiosi, altri magari più divertenti. Questo gennaio, in 4I, la professoressa Sala ha proposto un progetto creativo sull’alcol che ha portato alla realizzazione di elaborati grafici e letterari. Il progetto è stato ben accolto dagli studenti che hanno sfoderato il loro lato più artistico sorprendendo se stessi e l’insegnate. Quest’ultima è stata davvero soddisfatta del progetto e ha dichiarato:
“L’alcool a differenza della droga è legale e ciò induce le persone e soprattutto i giovani a ritenerlo meno pericoloso per la salute. In realtà l’alcol ha tutti gli effetti negativi di una droga, soprattutto se assunto in dosi elevate e in giovane età, dove non può essere correttamente metabolizzato. È fondamentale sensibilizzare i giovani sull’uso e sull’abuso di questa sostanza mostrandone gli effetti a breve e a lungo termine. Se avessi svolto io il lavoro che ho assegnato avrei scelto questo slogan: c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi mezzo vuoto… chi ama la vita non ha bisogno del bicchiere!!”.
Anche gli studenti hanno apprezzato questo genere di attività, definendola “un progetto utile e molto interessante”. Soprattutto hanno gradito l’approccio innovativo della docente: “L’argomento era già noto, ma il modo in cui lo abbiamo affrontato è stato comunque interessante”, “Penso sia stato un modo per parlare di un argomento importante senza appesantire l’atmosfera”, hanno dichiarato due studenti.
I risultati sono due poster:
uno di Francesca Khalfi, Giulia Riva, Francesca Scocuzza
uno di Gaia Goldonetto, Elisa Pirola, Erika Scocuzza
Un fumetto di Filippo Miotti:
Un sonetto, di Matteo Coniglio, Manuel Brambilla: “Sabato sera”.
Sabato sera
“Sto con i ciò
Inizia la festa
non so dove andrò
ma sarò una tempesta.
Tutte le bottiglie sono già aperte
Ho conosciuto nuova gente
Tutte le carte sono scoperte
Non ho più pensieri nella mia mente.
Anche se volessi non proverei più alcuna paura,
di quello che faccio i miei amici si imbarazzano,
ancora non so che domani sarà una tempesta.
Oramai non parlo più ma urlo al citofono,
non riuscivo a mettere le chiavi nella serratura,
entro in casa e non mi riconoscono.”
Per finire, un testo in prosa di Lorenzo Tardivo, Riccardo Bergamo, Laurentiu Saranu: “Cappuccetto Vino Rosso”. Buona lettura!
Cappuccetto Vino Rosso
C’era una volta una dolce ragazza che solo a vederla le volevano tutti bene. Soprattutto sua nonna, che le regalò un cappuccetto di velluto. Le donava tanto che non volle più indossare altro. Da allora la chiamarono sempre Cappuccetto.
Un giorno sua madre le disse: “Vieni, Cappuccetto, ecco un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino. Portali alla nonna perché è debole e malata e non riesce a far la spesa. Sii gentile e salutala da parte mia. Mi raccomando, cammina senza uscire dal sentiero, se no cadi, rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote.” “Sì, faró come dici”, promise Cappuccetto. La nonna abitava nel bosco, a mezz’ora dal paese. Sulla strada Cappuccetto era molto annoiata e stanca di dover fare tutte le commissioni per sua madre. Si sedette su una panchina e decise di assaggiare un sorso di quella strana bevanda che sua madre era andata a comprare per la nonna. La trovò molto gustosa e, sorso dopo sorso, finì l’intera bottiglia.
Decise di riempire la bottiglia con dell’acqua della fontanella lì vicino per non portare una bottiglia vuota alla nonna. Arrivò e trovò la nonna a letto malata, ma comunque molto felice di vedere la nipote. La nonna trovò la nipote diversa, aveva le guance e il naso colore ciliegia e sembrava un po’ svampita. Le chiese spiegazioni, ma non ottenne risposta. Verso sera la ragazza tornò verso casa.
Il giorno dopo si offrì volontaria per fare di nuovo il tragitto verso casa della nonna e, arrivata a metà sentiero, si sedette su un masso e beve tutta la bottiglia di vino, la riempì con acqua e si diresse dalla nonna, che notò ancora la stranezza della nipote. Questo andò avanti per un’intera settimana fino a quando la nonna, molto saggia, si accorse di quello che la nipote stava facendo. Quindi si ripromise che il giorno stesso le avrebbe parlato.
Proprio in quel momento un ladro incappucciato era arrivato nei paraggi e, vedendo la nonna sola e indifesa, entrò e iniziò a svaligiare la casa, rubando tutti i soldi nascosti sotto il letto della povera anziana. Cappuccetto aveva fatto il solito tragitto ma questa volta aveva due bottiglie di vino. Se le bevve entrambe. Faceva molta fatica a camminare e vedere, ma fortunatamente riuscì a scorgere la casa della nonna. Quando arrivò stava molto male, tanto che entrò in casa ma, non trovando la nonna che era andata a fare denuncia contro il ladro, tornò a casa propria senza lasciare nemmeno alla nonna le bottiglie riempite con acqua.
Da quel giorno la nonna non aveva più soldi per permettersi il vino, quindi la mamma di Cappuccetto le preparava solo un cestello con del pane preparato in casa e che Cappuccetto doveva portarle. Cappuccetto non informata da parte della madre della situazione finanziaria della nonna, pensava solo che non le volessero più far bere il vino rosso. Ormai era troppo tardi, la sua dipendenza per il vino rosso era già troppo forte… Decise allora di organizzare un furto per rubare dei soldi alla ricca vicina di casa della nonna. Così avrebbe potuto comprare tutto il vino rosso che voleva.
Il giorno stesso Cappuccetto dopo la crisi di astinenza decise di forzare la porta della casa e cercare di rubare il più possibile. Ma appena entrò in quella casa, sulla via passò una macchina della polizia, che vide la porta aperta e fece irruzione. Un poliziotto vide la situazione e catturò immediatamente il ladro incappucciato con le stesse caratteristiche del soggetto denunciato il giorno prima dalla nonna. Cappuccetto, una volta realizzato che per lei non c’era scampo, scoppiò a piangere e disse che non era una ladra, ma voleva solo bere ancora un po’ di vino rosso. I poliziotti si fecero una risata e le misero le manette. In questura rimasero allarmati da questo comportamento e dalla giovane età della ragazza ancora minorenne.
Allora i poliziotti la denunciarono e raccontarono tutto alla madre che stava per svenire dalla delusione. Per un furto di questo genere Cappuccetto venne condannata a 2 anni. In carcere la notizia fece subito scalpore e la piccola con ancora il cappuccetto venne chiamata da tutti la ladra Cappuccetto vino rosso. Da quel momento Cappuccetto promise di non toccare più quella bevanda che le aveva rovinato la vita in così poco tempo e si ripromise di impegnarsi affinché nessun ragazzo della sua età toccasse dell’alcol, diventando Cappuccetto vino rosso attivista contro l’abuso di alcol.
Fece un discorso in piazza, davanti sia a sua madre che alla nonna e a tantissimi ragazzi: “Bere non è una pratica consigliata. In adolescenza si dice che “faccia figo” bere e ubriacarsi, ma non è così, ti rende una persona che non sei e ti porta sulla cattiva strada. L’alcol è una droga rispetto alla quale non c’è nessun divieto o limite di vendita. Le cose devono cambiare, l’alcol non è il modo di affrontare nessun problema e il divertimento non è lo sballo dato dall’euforia alcolica. Siate sempre voi stessi e non dipendenti da qualsiasi sostanza, qualunque essa sia, nulla vi potrà abbattere!”
Tutta la gente applaudì. Cappuccetto vino rosso si sentì nuovamente felice senza bere nemmeno un goccio. Finalmente aveva uno scopo. Sua madre e sua nonna la strinsero in un forte abbraccio.
Testi e immagini a cura della 4I