LO SPORT AI TEMPI DEL COVID-19
L’improvvisa pandemia è stata in grado di mandare all’aria la quotidianità di tutti noi, la nostra salute e i nostri rapporti sociali. Ognuno di noi è caduto; ognuno di noi si è rialzato; ognuno di noi si è ingegnato ed è ripartito.
La pandemia si è rivelata una prigione per l’energia straripante dei giovani, energia che in molti casi veniva liberata con lo sport: movimento, azione, amicizia e competizione.
Noi della redazione del Giornalino ci siamo uniti e abbiamo deciso di condividere le nostre esperienze sportive in tempi di Covid, raccogliendole il questo articolo ricolmo di malinconia e di disagio, ma soprattutto di onestà, coraggio e sincerità. Grazie a ciò speriamo di far sentire a tutti voi le nostre emozioni, rendervi partecipi dei cambiamenti avvenuti nelle nostre vite… Per riportare la dinamicità fra tutti noi! Vi auguriamo buona lettura, sperando le nostre testimonianze possano aiutarvi a ripartire al più presto con grande energia…
per la redazione, Arianna Lesmo
Ho sempre praticato sport da quando ero all’asilo. Prima con il nuoto, poi la danza classica e in seconda elementare ho iniziato Kung-Fu. Sono ormai nove anni che lo pratico e l’ultimo anno è stato il più difficile. Inizialmente a marzo 2020 hanno fermato tutto. È stato frustrante perché mi stavo preparando per l’esame per la fascia rossa e delle gare. A fine giugno siamo riusciti ad allenarci per quattro settimane. Dopo mesi di “riposo” otto allenamenti non contano nulla, neanche il tempo di riprendere il ritmo e già dovevi smettere. A settembre siamo riusciti a fare altri otto allenamenti e poi hanno richiuso tutto. La nostra società sportiva ha proposto di fare delle videolezioni. Da allora facciamo due lezioni alla settimana e grazie a queste lezioni ho potuto imparare due forme che mi serviranno per l’esame. A febbraio mi sono iscritta a una gara che avrà luogo in videoconferenza il 24 e 25 aprile. Essendo una gara nazionale ora posso allenarmi in presenza, ma quanto durerà?
Gaia Goldonetto, 3I
Io ho sempre praticato sport e fatto attività fisica. Con la negazione delle attività collettive della prima quarantena, inizialmente non sapevo come comportarmi, ma poi ho trovato una soluzione, che può essere andare a correre se possibile o fare esercizi in casa. Sto portando avanti questa soluzione anche attualmente, ma la qualità dell’attività sportiva è ovviamente scesa, in quanto, come per altre situazioni, mancano gli ambienti adatti. Non essendo un vero e proprio impegno, poi, manca la costanza, e, essendo inesperta, non ho possibilità di sapere come migliorare, ma mi fermo a poche progressioni che risultano insignificanti; mi rendo conto di aver perso parte del mio rendimento.
Laura Vanzulli, 2R
Rimpiango la vita precedente, quando ancora praticavo Karate in presenza, perché il movimento che faccio ora è nettamente dimezzato nonostante le videolezioni di karate, e la quantità di cibo che mangiavo è più elevata dovendo rimanere in casa. Questo ha cominciato a causarmi problemi alimentari e psichici, di fatto sto ancor peggio di quanto non stessi prima, a livello morale.
Online mi alleno tre giorni a settimana, e le lezioni durano un’ora e mezza l’una. La mia connessione è instabile, di fatti il video del mio maestro e di tutti gli altri è spesso bloccato, e questo mi provoca una forte ansia di sbagliare.
Il combattimento a distanza è molto meno complicato, i kata aumentati a dismisura, però studiamo ancora bene posizioni e tutto quel che c’è da sapere. A volte mi ritrovo immobile con attacchi di panico perché non riesco a vedere gli altri per la connessione. Spesso scoppio in lacrime per lo stress, perché mi sento quasi umiliato… In più mi manca il contatto sociale con i miei compagni.
Giorgia Edgecombe, 2R
Prima dell’arrivo del lockdown e tutta la confusione che si è portato dietro, praticavo uno sport particolare: Cardiokombat. ‘Cardio’ perché racchiude tutti gli esercizi che si fanno nel cardio fitness, mentre ‘kombat’ perché si sta davanti adun colpitore e si attuano esercizi guidati dall’istruttore. Purtroppo, a causa del COVID-19 ho smesso di praticarlo perché è uno sport di contatto fisico e non è possibile rispettare il distanziamento sociale. A causa di tutto ciò ho perso l’unico sport in cui riuscivo a smaltire il mio stress e le mie varie ansie. Non trovo nessun punto positivo riguardo la chiusura della palestra in cui praticavo Cardiokombat.
Marcello Caiani, 3A
In questo periodo soprattutto per colpa del Covid la mia condizione sportiva è abbastanza peggiorata; se già prima non ero una grande sportiva ora non lo sono per niente. Solitamente andavo in palestra e andavo a correre o a camminare, ora non riesco nemmeno più a farlo, sia per il continuo spostamento dei colori delle zone sia per la pigrizia. La cosa migliore nel praticare lo sport era, secondo me, quella di farlo in compagnia, magari andare a correre con un amico oppure di stare anche all’aria aperta. Ora, sarà per il fatto delle mascherine o magari per la stanchezza che ho dopo aver finito la DAD, sfortunatamente non riesco più a cogliere questa opportunità.
Adele Colombo, 2R
E’ sempre stato un mistero il significato dello sport per me. E’ interazione sociale? E’ salute? E’ forse tecnica? Forse un modo per dimagrire? O forse solamente un passatempo?
Forse lo sport è ciascuna di queste cose. Forse è l’unione di ciascun aspetto, ma per me non le è stato. Nei miei diciannove anni ho provato le più comuni pratiche sportive e anche le più curiose: ginnastica, nuoto, basket, atletica leggera e infine parkour. Ho conosciuto numerosi ragazzi e ragazze: simpatici, arroganti, timidi, dispettosi, solari ed estroversi. Ebbene, ricordo pochi di quei nomi, se non nessuno. Anche i più recenti. Per me lo sport non è stato un’interazione sociale. Forse tecnica? Decisamente no: non ricordo le regole di alcuno di questi sport, soltanto qualche frammento. Ero in forma? Non credo nemmeno che fosse così, poiché non sono mai andato fiero del mio fisico. Per me, non è stato nemmeno un passatempo perché se ci penso ricordo che non mi faceva piacere andare a “fare sport”. Che cos’è per me lo sport? Per me sport è salute e una cura della propria persona. Sebbene il covid abbia posto limiti nel mondo dello sport, per me non è cambiato un gran che: tre volte a settimana esco regolarmente a correre e due giorni su sette mi tengo in forma a casa seguendo un piano di allenamento che, da quando l’ho iniziato, mi ha fatto stare meglio con me stesso di settimana in settimana. Sono più rilassato, riesco a concentrarmi di più. Per ora corro da solo, mi diverto lo stesso. La corsa e l’allenamento “fai da te” sono uno sport che ho costruito a partire da me stesso. Mi sento in forma e sto meglio anche con me stesso. Ciò che mi manca per renderlo un vero sport, però, è trovare qualcuno che lo voglia fare insieme a me. Non so se troverò mai questa persona, ma sono certo che è lì fuori, da qualche parte, e che aspetta solo di incontrarmi.
Alessio Sala, 5H
Fin da piccola ho praticato sport: dai 5 anni Karate e dai 10 nuoto. Ho passato 10 anni della mia vita ad allenarmi e fare esercizio… Poi sono entrata alle superiori e ho abbandonato tutto per dedicarmi allo studio. Sì, i miei voti erano aumentati, insieme però a un altro fattore: il peso. Inizialmente non ci feci caso, ero ancora troppo piccola, ma dalla terza alla quarta cominciò a pesarmi moltissimo. Avevo perso ogni goccia di autostima, ero stressata e spesso triste. Ringrazio i miei genitori per avermi cambiato scuola; se non fossi venuta qua all’Einstein non avrei conosciuto i miei amici e nemmeno l’unica persona in grado di ridonarmi l’autostima. Beh, arrivata qui di sicuro ero più felice, ma non ancora in forma. Arrivò la pandemia… una botta immensa come lo è stata per tutti. Ma ritrovai il tempo: cominciai a dedicarmi all’esercizio fisico, corsa e fitness e persi tutti i chili in eccesso. Dalla prima ondata ad ora seguo una dieta e dedico almeno 5 ore della mia settimana all’esercizio fisico, mantenendo una forma fisica corretta e che veramente mi fa sentire bene. Riesco a farlo per forza di volontà, ma soprattutto perchè seguo questo regime insieme al mio ragazzo… Quindi non sono da sola a faticare! Dunque, se dovessi trovare un lato positivo al Covid-19, direi che è stato in grado di eliminare la mia vita sedentaria e ridarmi il corpo che avevo perso!
Arianna Lesmo, 5H
L’anno scorso facevo pallavolo e, appena iniziata la situazione Covid, abbiamo iniziato con gli allenamenti su zoom, allenamenti non di tipo tecnico su pallavolo ma di tipo fisico.
Piano piano ho perso la voglia di allenarmi, e non me l’aspettavo, perché nel periodo pre-covid più allenamenti riuscivo a fare e più mi sentivo soddisfatta. Invece, durante il covid era tutto attraverso un computer e ritrovarsi a fare un’attività di contatto, che ti serviva come “sfogo” e tuo momento di libertà e di socialità, dietro a uno schermo vedendo le tue compagne di squadra solamente dallo schermo non è per niente motivante.
Quest’anno invece ho deciso di cambiare sport e di fare palestra, avendola appena iniziata non so bene dire quali siano le differenze fra il prima e il dopo, però ammetto che la situazione di oggi non è identica a quella dell’anno scorso, quindi esercizi che farei in palestra li eseguo all’aria aperta in un parco.
Hind Sabraoui, 4A
Non sono mai stato un ragazzo sportivo, ma dopo la prima quarantena questa mia attitudine andò a mio discapito. Avevo preso 8 kg in più rispetto all’inizio. Lì mi resi conto di quanto fosse importante quella poca attività fisica che facevo: correre per andare a scuola, correre per tornare. Durante il lockdown i miei spostamenti in totale erano poco più di 100m al giorno.
Fortunatamente nella seconda quarantena, visti i primi effetti della prima, il mio approccio al tenermi in forma è cambiato: iniziai a fare esercizio fisico e soprattutto una dieta. Ora ho perso buona parte del peso acquisito e credo che questa quarantena mi abbia fatto apprezzare di più l’importanza di camminare nel mondo esterno.
Gabriele Nicolò Enrico Galliani, 3I
Credo che il Covid abbia portato nella vita di tutti grandi problemi e un forte stravolgimento della propria quotidianità. A livello personale, una delle componenti essenziale delle mie giornate è lo sport che, per quanto possa sembrare una cosa secondaria, ha stravolto la mia vita. Lo sport che praticavo prima della quarantena era il Quidditch: uno sport molto singolare e articolato che mostra alcune similitudini con molte discipline quali rugby, pallamano, dodgeball e altre ancora. Appena è stato dichiarato il primo lockdown, gli sport di contatto sono stati vietati e poi permessi nelle zone gialle solo a livello agonistico (cosa nella quale non rientrava il quidditch, non essendo uno sport a livello nazionale). Nonostante ciò, non mi sono scoraggiata e per mantenermi ancora in forma ho iniziato a fare allenamenti a corpo libero a casa in attesa dell’agognato ritorno in campo. Purtroppo dopo un anno di sospensione non c’è stato modo di ritornare in campo, perciò alla ricerca di qualcosa di più stimolante mi sono affacciata al mondo dello skateboarding. Dato che abito vicino ad uno skate park, infatti, ho avuto la possibilità di allenarmi ogni giorno all’aria aperta durante le zone gialle quando era permesso. Purtroppo ad ogni zona rossa anche le attività all’aria aperta sono sospese perciò è sempre difficile riprendere la mano e mantenere un allenamento costante. L’augurio è quello di poter tornare a praticare gli sport che amo al più presto e di continuare a coltivare la passione per questo nuovo sport in serenità.
Genesis Hanoi Segura De Leon, 5H