INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO. Recensione di Mattia Falzarano, vincitore del concorso Piccolo Grande Cinema
Con questa recensione di INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO (ITA, 1970, Elio Petri), Mattia Falzarano della 5^B dell’Einstein ha vinto il concorso che gli permetterà di partecipare come giurato al festival “Piccolo grande cinema” organizzato dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano.
Fino a che punto possiamo fidarci di un uomo al potere?
Indagine di Elio Petri, il primo film della cosiddetta trilogia della Nevrosi del regista romano, è un film che si prende il compito di scandagliare quella che è la psicologia di un uomo malato di potere e di porci davanti alla sua più violenta arroganza, ma anche alla sua fragilità. Il cittadino al di sopra di ogni sospetto, impersonato dall’ineguagliabile Gian Maria Volonté che in questa pellicola dimostra di tutta la sua versatilità, sembrerebbe essere l’incarnazione di un despota machiavellico, un rappresentante dell’ordine costituito che si pone al di sopra dei sacri comandamenti della legge che egli stesso predica di seguire, pur mantenendo la maschera di finzione ed esaltata virilità che un uomo al potere deve sempre indossare. Al tempo stesso, anche attraverso frequenti flashback, Petri ci mostra le profonde fragilità di natura infantile e narcisistica di questo personaggio austero e arrogante, fortemente autoritario e convinto dell’uso della repressione come forma di controllo (iconica la scena in cui dichiara “La repressione è civiltà!”).
Pare così evidente che ci troviamo davanti a una riflessione sul potere dato alla polizia in virtù della protezione dell’ordine costituito e, al tempo stesso, la creazione dell’identikit di uno pseudo-dittatore, il tutto rappresentato in modo encomiabile dall’eclettica regia di Petri, capace continuamente di cambiare registro, dal thriller al comico, e accompagnato da un indimenticabile colonna sonora del maestro Ennio Morricone. Una pellicola che, a distanza di quasi cinquant’anni dalla realizzazione, risulta ancora utilizzabile come chiave di lettura dei tempi in cui viviamo, soprattutto se ci riferiamo ai recenti inneggi al ritorno agli autoritarismi da parte di gruppi politici ristretti. Vincitrice del premio Oscar Miglior film straniero 1971.
Mattia Falzarano