7 luglio 2018: EMINEM a Milano
Milano, 7 luglio 2018. 17 anni dopo il primo e fallimentare approdo di Eminem in Italia (quando era stato accolto nella cornice del tutto inappropriata del festival di Sanremo), nell’area experience di Rho fiera si è svolto l’evento dell’anno, per alcuni di una vita. Il rapper di Detroit è finalmente arrivato in Italia per un suo concerto e una parte della redazione del nostro giornalino era presente.
Marshal Mathers III, il vero nome di Eminem, è considerato da molti l’esponente per eccellenza del rap internazionale. Per via del colore della sua pelle è stato per anni malvisto da alcuni colleghi e ascoltatori del genere, ai quali risultava fastidioso pensare che il massimo esponente di un genere inventato da persone di colore fosse un ragazzo bianco. I suoi 3 album “The Slim Shady LP”, “The Marshall Mathers LP” e “The Eminem Show”, usciti rispettivamente nel 1999, 2000 e 2003, rappresentano un processo che ha portato una rottura nel mondo dell’hip hop, ma soprattutto nella musica mainstream grazie ai loro testi violenti, volgari, fortemente ironici e provocatori riguardanti la classe politica, la droga e la società in generale, che hanno da subito catturato l’interesse di milioni di ascoltatori da tutto il mondo.
A oggi Eminem conta decine di dischi di platino e diamante, un oscar e altri premi tra cui numerosi Grammy.
All’evento hanno partecipato 80.000 persone provenienti da tutta Italia e da paesi confinanti.
Dopo ore di attesa sotto un sole ardente, sale sul palco un dj italiano che con scarso interesse da parte del pubblico ha ripercorso la storia e l’evoluzione dell’hip hop suonando le principali pietre miliari di questo genere. Dopo la sua esibizione, sale sul palco lo speaker di Radio 105, Max Brigante, il quale visibilmente emozionato decide di intrattenere il pubblico suonando i pezzi rap americani più iconici di sempre, come “Simon Says” di Pharoahe Monch, “Killing me softly” dei Fugees, “See you again” di Wiz Khalifa, “California love” di Tupac e tanti altri, dedicando inoltre un pensiero a Primo Brown (esponente della scena rap italiana scomparso prematuramente nel 2016) e concludendo con un pezzo italiano, “Bugiardo” di Fabri Fibra.
Dopo la sua esibizione è il momento di Royce da 5”9’, esponente della scena rap di Detroit sin dai primi ‘90 e grande amico dell’headliner dell’evento, Eminem. Insieme a Royce è salito sul palco il rapper Kid Vishis, che l’ha doppiato per tutta l’esibizione, e DJ TJ The King. Durante la sua esibizione, Royce ci ha tenuto a dedicare una canzone, “Lighters”, a XXXTENTACION, scomparso prematuramente meno di un mese prima.
Finita l’esibizione di Royce, è il momento dei Prophets of Rage, gruppo formato da componenti dei gruppi Cypress Hill, Public Enemy e Rage Against The Machine. La loro esibizione è stata adrenalinica, con un ritmo frenetico e in grado di comunicare emozioni e idee anche a chi era lì per la prima volta ad ascoltarli, una performance con dei picchi di energia mostruosi e piena di riferimenti al mondo della politica. Purtroppo non è stata apprezzata dal pubblico quanto quella di Royce da 5’9” perché, anche se alcuni componenti dei Prophets of Rage sono a tutti gli effetti dei rapper, il gruppo ha proposto perlopiù brani punk rock o rivisitazioni di brani rap in chiave rock. Durante un brano, hanno anche invitato il pubblico ad abbassarsi per poi saltare tutti insieme, ma il pubblico non l’ha fatto e si è creata un’atmosfera abbastanza imbarazzante sul palco.
Ma finalmente è giunto il momento. Dopo una lunga preparazione del palco, parte un video inedito con protagonista Eminem. Il video termina, cala il sipario ed Eminem è già in posizione. Alla sua visione il pubblico lancia un boato enorme, che dura per le prime due tracce, “Medicine man” e “I won’t back down”. Sul palco erano presenti Mr. Porter, componente del gruppo D12, del quale fa parte anche Eminem, che si è occupato delle doppie durante la maggior parte dei pezzi, un Dj, un bassista, un chitarrista, due batteristi, due tastieristi, una corista e un’orchestra di archi. La scaletta era composta dalle principali hit e dai brani più iconici di Eminem, come “Like toy soldiers”, “Till I collapse”, “The real Slim Shady”, “Rap God”, “White America”, “My name is”, “Lose yourself” e solamente due brani dell’ultimo album, “Revival”, tutti rivisitati con un arrangiamento pensato appositamente per le esibizioni dal vivo. Sul palco sono anche saliti il sopracitato Royce da 5’9”, che ha cantato “Fast lane” insieme a Eminem, brano del duo, da loro composto, Bad Meets Evil, e la cantante statunitense Skylar Grey, che ha cantato i ritornelli dei brani “Walk on water”, “Stan” e “Love the way you lie”, brano del quale è anche autrice.
La scenografia era costituita da una fabbrica che col passare del tempo viene abbattuta, sulla quale risalta un cartello con la scritta “313”, il prefisso di Detroit.
Questo evento ha rappresentato davvero una svolta per il nostro paese, caratterizzato da una cultura musicale arretrata rispetto agli altri paesi e da un pubblico non ancora aperto mentalmente, basti pensare che Eminem aveva già tenuto concerti in quasi tutti i paesi europei già nei primi anni 2000.
Il nostro augurio è che il pubblico italiani impari ad apprezzare un po’ più questo mondo e inizi a prenderlo più seriamente e auspichiamo anche che nei prossimi mesi gli organizzatori invitino qualche altro esponente del genere a esibirsi nel nostro paese.
Luca Casiraghi, Nicolò Scalesi, Alessio Dissegna