Il piacere della scrittura
Alessio Sala, della classe 3H, parte dalla propria esperienza di scrittore per raccontare a tutti quanto lo scrivere possa essere un’occupazione piacevole e gratificante, oltre che un mezzo di crescita e conoscenza di sé e del mondo. Per ora buona lettura, augurandovi si trasformi per molti di voi in un… buona scrittura!
“Posso scrollarmi di dosso tutto mentre scrivo; i miei dolori scompaiono, il mio coraggio rinasce”
(Anna Frank)
Che cos’è esattamente la scrittura? Quali segreti giacciono all’origine di quest’arte e, soprattutto, cosa significa realmente scrivere?
Al giorno d’oggi sono pochi i ragazzi che si pongono realmente queste domande. La maggior parte di esse, di fatto, considera la scrittura solamente come una grande perdita di tempo senza alcuna utilità pratica, se non addirittura un’attività noiosa; e se mai qualcuno realmente ponesse queste domande a qualcuno, questi utilizzerebbe internet per cercare una spiegazione, trovando, tuttavia, solamente una sfilza di frasi tecniche e fredde, come ad esempio: “La scrittura è la fissazione di un significato in una forma esterna durevole, che nelle scritture alfabetiche diventa rappresentazione grafica della lingua parlata per mezzo di un insieme di segni, detti grafemi, che compongono un sistema di scrittura e di lettura”, oppure: “Essa è ogni mezzo che permette la trasmissione durevole di informazioni, che sia o no una rappresentazione grafica del parlato, come accade nelle scritture della musica, dell’algebra, della chimica e altre scienze”. Queste definizioni, però, non potranno neanche lontanamente comunicare al soggetto il piacere che potrebbe provare nello scrivere.
Con questo testo, partendo dalla mia personale esperienza di amante della scrittura, vorrei cercare di dare risposte più calde e meno tecniche ai curiosi, per poter così affermare che, per chi sa capirne la ricchezza, la scrittura è una delle esperienze più belle tra tutte le possibili.
Personalmente non posso affermare di avere alle mie spalle una grande storia da “scrittore”: di fatto ho appreso i piaceri di quest’arte solamente verso il termine della seconda media, all’età di dodici anni. Allora iniziai a scrivere un racconto fantastico che mi occupò nei successivi tre anni, racconto conclusosi con un totale di ottantaquattro capitoli e duecentocinquanta pagine divise in tre “libri”. Quando mi mettevo al computer a scrivere mi distaccavo completamente da tutto ciò che mi circondava e che dovevo fare; in quei momenti entravo totalmente nel racconto, narrando gli eventi e sentendomi coinvolto come se fossi realmente presente alle situazioni descritte. Scrivere, per me, è infatti come leggere un libro coinvolgente, con la differenza che sei tu a narrare, a vivere e a inventare la storia: personalmente, posso affermare con certezza che è mille volte meglio.
Una volta terminata la “trilogia”, tuttavia, mi trovai quasi deluso da ciò che avevo scritto, trovando l’opera troppo confusa, infarcita di termini inadeguati, strutture dei periodi troppo semplici e con collegamenti logici troppo deboli tra gli eventi. La scrittura quindi cessò di divertirmi per un lungo periodo: dimenticai i piaceri che avevo provato nel compiere quell’opera.
Fortunatamente, in seguito incontrai delle persone che mi diedero nuovamente un’ispirazione, fornendomi così, involontariamente, l’incoraggiamento per iniziare un nuovo scritto, che ancora adesso mi impegno a proseguire. Sono certo che questa volta non ne rimarrò deluso, perché ho idee grandi, ben chiare e molti valori da inserirvi. Di fatto, momentaneamente, ho intenzione di raggiungere i sette libri che un giorno, magari, pubblicherò su queste stesse pagine.
Non ci vuole chissà cosa per scrivere una storia; non è necessario avere medie e conoscenze della lingua italiana poi così elevate. Io, di fatto, ho delle difficoltà nell’apprendimento che mi penalizzano in questo campo, ma nonostante ciò trovo molto piacevole e soddisfacente scrivere un capitolo, anche se magari con un lessico abbastanza modesto e della una lunghezza di poche pagine.
In sintesi, questa è la mia esperienza nel campo della scrittura, ma ve ne sono anche altre che possono fungere da modello.
Tanto per stare in famiglia, mia madre, per esempio, vede la scrittura come una liberazione dalla realtà. Per lei, grazie a questo strumento si è in grado di esprimere in maniera più chiara e precisa ciò che si ha dentro, come le emozioni positive oppure quelle negative. Mio fratello gemello, invece, è uno di coloro che ho descritto inizialmente in questo testo: la ritiene un’attività inutile e senza alcuno scopo pratico, poiché per lui non migliora né peggiora la realtà, portando solamente a una grande perdita di tempo.
Un altro mio compagno di classe, invece, mi ha raccontato e fatto leggere alcune parti di una sua grande storia fantasy, che mi ha appassionato e coinvolto per tutto l’anno scolastico. Ogni mattina, prima dell’inizio delle lezioni, e durante qualche intervallo, mi narrava e faceva leggere alcuni pezzi del suo testo, scritto con termini e forme da vero e proprio scrittore.
Per concludere, vorrei inserire l’esempio di una persona che, a mio parere, nonostante non ne conosca dettagliatamente l’esperienza nel campo della scrittura, ha completamente cambiato la mia concezione di quest’arte, e che dovrebbe essere un esempio per come insegnare i segreti della scrittura. Si tratta di un mio professore che ha spiegato a me e alla mia classe i piaceri, le difficoltà, i valori e l’impegno da dover dedicare a questa attività, facendolo con passione, in maniera coinvolgente e dandoci anche molti testi a casa per esercitarci, senza però il peso di esser giudicati da una valutazione una volta consegnati. In lui ho ritrovato una delle funzioni più importanti che la scuola dovrebbe avere, cambiando anche il mio modo di vederla.
La scuola, infatti, non è una prigione alla quale siamo vincolati, ma è l’oggetto che un domani ci permetterà di realizzarci, consentendoci di scoprire e di appassionarci a cose delle quali, prima, non ne conoscevamo neanche l’esistenza.
Spero che con questo testo anch’io possa contribuire a cambiare la concezione che molti ragazzi hanno della scrittura, incentivandoli a dedicarsi a quest’arte e a vederla non come un’attività noiosa e senza utilità, ma come una forma di svago, di piacere, di arricchimento personale e di viaggio attraverso sé stessi e la realtà.
Alessio Sala