VENERE IN PELLICCIA Recensione di Luca Casiraghi, vincitore del concorso Piccolo Grande Cinema
Con questa recensione di VENERE IN PELLICCIA (FRA, 2013, Roman Polanski), Luca Casiraghi della 4^B dell’Einstein ha vinto il concorso che gli permetterà di partecipare come giurato al festival “Piccolo grande cinema” organizzato dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano.
Venere in pelliccia di Roman Polanski non è un semplice adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo. Il film infatti si pone sin da subito su un grado ben più complesso: narra la vicenda che coinvolge Thomas, un regista teatrale che sta organizzando una messa in scena del romanzo di Sacher-Masoch, e Vanda, l’attrice perfetta per interpretare la protagonista che Thomas stava cercando.
La pellicola è completamente ambientata all’interno del teatro, scelta simile a quella adottata da Polanski nella realizzazione del suo film precedente, Carnage, girato all’interno di un unico appartamento.
Inizialmente Vanda appare come una donna rozza e volgare, suscitando in Thomas repulsione e imbarazzo, ma appena inizia a recitare l’attrice si trasforma. Allora anche Thomas inizia a recitare insieme a lei e, a quel punto, si trasforma anche la pellicola: il confine tra fittizio e reale diventa sempre più sottile e lo spettatore non riesce più a distinguere i momenti in cui i due interpretano un ruolo da quelli in cui agiscono fuori da ogni copione. Il gioco delle parti cresce a tal punto da spingerli a mettere in atto uno scambio di ruoli, facendo passare Thomas da regista-dominatore a maschio-dominato e Vanda da attrice-dominata a femmina-dominatrice, permettendo così ai due di far emergere degli aspetti nascosti del loro carattere. Il tutto attraversato da un’ironia sottile che vede al centro una guerra dei sessi tra uomo e donna.
Dai dialoghi si riceve un senso di disagio e inquietudine generato dalle ossessioni dei due personaggi e dalla confusione causata in loro dalla sovrapposizione del copione con la loro vita (e con quella del regista del film, Polanski, a cui il Thomas di Amalric somiglia molto, e sua moglie, la Seigner che interpreta una Vanda magnetica e sensuale).
Venere in pelliccia è un’opera che riesce a fondere perfettamente le tecniche teatrali con quelle cinematografiche, sovrapponendole e mettendo in crisi, oltre che i personaggi, i limiti di entrambe le arti.
Luca Casiraghi