Il lavoro in carcere tra dignità e riscatto. Studenti in visita a Opera
Un incontro finalizzato a una riflessione sul mondo del lavoro. Le quarte e quinte liceo dell’IIS Einstein di Vimercate hanno aderito a un progetto di alternanza scuola-lavoro che le ha portate in una nuova realtà, quella Carceraria di Opera. Una struttura che concede ai detenuti la possibilità di svolgere un percorso di riabilitazione che passa proprio attraverso il lavoro.
“Ehi voi testimoni del secolo, purezza del presente.
Le vostre idee come le stagioni colorano il futuro.
Siete semi lanciati nel tempo,
l’armonia dell’intelligenza,
l’evoluzione della conoscenza.
Con i libri scolpiti nella mente,
il vostro carattere splende come un sole
che domina l’ombra dell’ignoranza.”
Una poesia, un invito. Così ci ha accolto Erjugen Meta, detenuto nel carcere di Opera. La sua poesia la intitola “Studenti” e la declama con passione alle classi in visita. Le quarte e quinte liceo del IIS Einstein di Vimercate hanno infatti aderito a un progetto di alternanza scuola lavoro che le ha portate in una nuova realtà, quella della prigione.
Grazie a questa esperienza, i ragazzi hanno potuto vedere più da vicino l’ambiente delle case di reclusione italiane. Guidati dal Sovrintendente Brigadiere Nicoletti, gli studenti hanno visitato una parte del carcere, scoprendo i meccanismi che si mettono in moto all’arrivo dei nuovi detenuti, e hanno avuto la possibilità di interagire con il personale e con i carcerati.
Ma perché proprio Opera? Perché Opera è una casa di reclusione dotata di una peculiarità di cui molte carceri italiane non godono. Infatti presenta la possibilità, concessa ai detenuti, di svolgere un percorso di riabilitazione. Questi programmi sono individualizzati e vengono praticati solo dai carcerati più idonei. Seguiti da pedagogisti, le attività includono laboratori artistici, come quello di Teatro e Musical, corsi scolastici e impieghi lavorativi tra cui il panettiere e il liutaio.
Ed è proprio qui che troviamo il fine dell’iniziativa: far capire ai ragazzi che valore può avere il lavoro. Grazie all’incontro con i detenuti e la visita ai laboratori, gli studenti hanno potuto capire come il lavorare influisca sulla vita dei carcerati.
Nel laboratorio di liuteria, Meta parlava dei suoi violini con occhi brillanti di orgoglio. Studiare e lavorare sono stati per lui una grande possibilità di riscatto che, nonostante un periodo iniziale non privo di difficoltà, gli hanno donato la capacità di essere la persona che è ora.
Così come i detenuti che lavorano nel laboratorio di panetteria del carcere. Il loro pane, scelto da chef stellati come Cracco, è fonte di profonda fierezza e liberazione. Un carcerato racconta ai ragazzi di come il lavoro gli abbia ridato dignità, di come la passeggiata sotto il cielo stellato per arrivare al forno regali un po’ di libertà.
Si parla di un’opportunità per riflettere, un’opportunità per vedere il lavoro da un altro punto di vista. Un mondo lavorativo che sembra così lontano ed estraneo, forse anche non eccitante, ma che per alcuni ha sfumature fondamentali.
Emma Varisco